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7 Novembre 2013

Spain THE MORNING BECOMES ECLECTIC SESSION

2013 - Glitterhouse Records
[Uscita: 7/11/2013]

Spain “THE MORNING BECOMES ECLECTIC SESSION” Poche volte i figli d'arte sono riusciti a ritagliarsi una carriera che uscisse dal cono d'ombra di un'ingombrante figura paterna. Tra questi c'è Josh Haden, figlio del grandissimo contrabbassista Charlie, che intelligentemente ha scelto una strada molto diversa: suona sì il basso, ma soprattutto canta, negli Spain, un gruppo che a fine anni '90 ebbe un momento di attenzione col primo album “The blue moods of Spain”, per poi avere una lunga pausa fino al ritorno lo scorso anno. Questo nuovo mini LP, solo 33 minuti e 28 secondi di durata, comprende sette brani scelti nel corso della loro non immensa produzione (solo quattro album) e registrati dal vivo alla radio KCRW di Santa Monica il 4 ottobre 2012. In alcuni brani Josh  ha il supporto delle sue tre sorelle, Petra, Rachel e Tanya che si adoperano agli archi i Walked on the water e alle voci in Only one e Spiritual.

 

Come i titoli suggeriscono si tratta di musica d'atmosfera, un rock classico senza concessioni alle mode o alle avanguardie, ma col solo intento di scrivere buone canzoni, nel solco della profonda tradizione afroamericana. Ci riescono Josh Haden e i suoi Spain? Sì, le canzone del disco sono valide, ben scritte e ben suonate. Nobody has to know e Untitled # 1 sono classiche ballate dylaniane, con organo e chitarre a condurre le danze intorno alla bella e calda voce di Haden. She haunts my dreams, che dava il titolo al secondo album, è leggermente più ritmata rispetto alle altre ma sempre fortemente evocativa. Nei testi, come vedete, si alternano l'amore perduto e le tematiche spirituali, come è tipico della musica afroamericana, stavolta non musica del diavolo. Molto bella I' still free, un soul rock con l'organo in evidenza. Walked on the water è un valzerino con chitarre jazzate e sinuosi intrecci di archi che ricorda lo stile del compianto Jeff Buckley (e dell' ancor più compianto padre Tim) fatta salva la voce, dal timbro molto diverso, ma altrettanto capace di cogliere l'emotività dell'ascoltatore. La lunga, conclusiva Spiritual, un lungo blues con ampio spazio per le voci delle ragazze, è il brano più classico della rassegna, ma per chi scrive anche il meno incisivo. Nulla che cambi la storia del rock, ma un pugno di belle canzoni, che riconcilieranno chi ama il rock classico con i sentieri dell'underground. Su questo disco possiamo scrivere quanto già scritto a proposito dalla similare operazione condotta dai Tindersticks: per i fan del gruppo una rivisitazione di alcune canzone amate, per chi non  conosca già gli Spain un'ottima introduzione. 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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