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31 Marzo 2013 , ,

Josh Rouse THE HAPPINESS WALTZ

2013 - Yep Roc/Audioglobe
[Uscita: 19/03/2013]

JOSH ROUSE THE HAPPINESS WALTZ Yep Roc/AudioglobeRaramente, negli ultimi anni, si è assistito a un caso di involuzione artistica preoccupante come quello rappresentato dalla carriera di Josh Rouse. Il musicista del Nebraska, oggi quarantenne, aveva esordito alla fine dei ’90 con una manciata di ottimi album di rock cantautorale, per poi toccare vette altissime all’inizio dello scorso decennio con "1972" e "Nashville", due esempi di magistrale artigianato pop. Si è mantenuto a buoni livelli con il successivo "Subtitulo", poi dopo il trasferimento in Spagna a seguito del matrimonio con Paz Suay (con la quale ha pure pubblicato un EP dal titolo auto-esplicativo: "She’s Spanish, I’m American") il songwriting di Rouse si è progressivamente inabissato in una sconcertante banalità, toccando il fondo con lo svogliatissimo "Josh Rouse & The Long Vacations" del 2010. Saranno stati il sole iberico o le paellas a rammollirlo, fatto sta che quello che prima era soft-pop di qualità si è trasformato in una insipida pappetta di melodie scontate e testi imbarazzanti nella loro vacuità. Lo davamo ormai per perso, ma essendosi reso conto di essere ancora troppo giovane per ritirarsi nel pensionato degli “has been” il buon Josh ha deciso di dare una sterzata e reagire all’inerzia che lo stava imbalsamando.

 

Ecco arrivare, quindi, questo bel colpo di reni intitolato "The Happiness Waltz". Fin dalle prime battute dell’iniziale Julie’s (Come Out Of The Rain) si avverte una ritrovata positività, e la memoria torna subito alle atmosfere di quei due ormai lontani capolavori. Cantato morbido e avvolgente, arrangiamenti soffici come neve e dolci come panna montata (si ascoltino i fiati della squisita A Lot Like Magic, quasi in zona Belle & Sebastian), progressioni melodiche di classe (The Western Isles, This Movie’s Way Too Long) memori del miglior pop da fm anni ’70-‘80, ballate sospese come The Ocean e Simple Pleasure: tutto quello che ci aspettiamo da un autore come Rouse c’è. Compresa la rilassatezza mediterranea qui finalmente utilizzata a proprio vantaggio, come nella flamencata Start Up A Family, nella quale sembra quasi di avvertire il calore di un pomeriggio passato in spiaggia a fare la siesta. “El turista” è tornato a lavorare, come sa e come deve. Era ora. Ben ritrovato, Josh.

 

Voto: 7.5/10
Carlo Bordone

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