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8 Maggio 2014 , ,

Nils Petter Molvaer SWITCH

2014 - Okeh Records
[Uscita: 31/03/2014]

NPM_Switch# Consigliato da Distorsioni

 

Il ritorno dell’alfiere del nu-jazz scandinavo, con “Switch”, dopo l’ultima, brillante prova discografica di “Baboon Moon”, avviene all’insegna delle efflorescenze elettroniche innervate sul consueto tappeto di jazz sperimentale cui il prode Molvær ci ha abituati. Trovando affidabile sostegno artistico nei bravi Geir Sundstøl (pedal steel guitar, chitarre), Morten Qvenild (iper piano, programming, electronics), Erland Dahlen (tamburi, percussioni, xilofono), Jon Marius Aareskjold (programming aggiuntivo), il grande compositore e trombettista norvegese ci regala un’altra perla sonora. Qui, la componente di “panneggio” elettronico è ancora più accentuata rispetto ad altri lavori, benché sia stata sempre presente nella sua ardita e originale  attitudine alla sperimentazione musicale. Sin dall’incipit (Switch), ci si immerge senza meno nell’atmosfera da algido landscape sonoro, pregno di fioccosa armonia strumentale, con estenuati crepuscoli in una mentale scala cromatica digradante verso sfumature violacee, con la tromba di Nils che tesse trame nell’aria, ridivenuta limpida e tersa come un vetro ghiacciato, e la chitarra liquida che s’infigge come una lama fragile nel morbido cuore delle note.

 

Nils-petter-molvaerNon mancano intermezzi iterativi tra un frammento e l’altro, a far da tramite etereo, come nelle trame estemporanee e avvincenti di Intrusion I, VII, VI, III, autentici ritmi rituali e sincopati tesi a un ideale trascolorare della materia musicale in stati di coscienza avvolti dalla quiete cosmica. Un intreccio ritmicamente pulsante, gremito di potenti inserti percussivi, tamburi e drum machine, e di subitanei lampi di frastagliata elettronica, riporta a paesaggi sonori in frenetico movimento, come il trascorrere vertiginoso di nuvolaglie screziate di turchino e ocra  in cieli vesperali (Bathroom). Le umbratili note della chitarra che si fondono in un viluppo inestricabile con la tromba crepuscolare di Molvær (Somewhere Shady) ristabiliscono il canone della poetica musicale ben nota e apprezzata, versificazione lieve di ogni nota, fuoco tenue che, lungi dal bruciare, illumina soltanto. Capolavoro.


Voto: 8/10
Rocco Sapuppo

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