Migliora leggibilitàStampa
24 Febbraio 2014

St. Vincent ST. VINCENT

2014 - Loma Vista/Caroline International/Universal
[Uscita: 24/02/2014]

St Vincent “ST VINCENTGiunta al quarto disco, la cantautrice americana Annie Clark, in arte St. Vincent, si è imposta tra i nomi più importanti del panorama musicale, specialmente dopo la riuscita collaborazione con David Byrne. Dovrebbe essere il disco della consacrazione, e viste le molte copertine che la ritraggono dal punto di vista dei media è senz’altro così. Allora lo diciamo subito, “St. Vincent” è un bel disco, ma ci sembra che il capolavoro della riccioluta Annie rimanga “Actor”, il suo secondo disco uscito nel 2009. In quel disco avevamo un maggiore afflato rock, con più varietà nell’uso degli strumenti. Qui siamo più vicini all’elettropop di “Strange Mercy”, il lavoro solista precedente. La Clark cresce nell’uso della voce, in passato un misto tra Siouxsie e Kate Bush (ma come darle torto?), oggi più personale e capace di modulazioni. Suo marchio di fabbrica i suoni di chitarra distorti fino a sembrare campionati che in questo disco abbondano. Ritmi meccanici da prima new wave e melodie sbarazzine.

 

Prince Johnny ha una melodia calda e sensuale un po’ fuori moda che ci ricorda Anna Calvi, chi influenzerà chi? Digital witness riprende il lavoro fatto con Byrne, con scoppiettanti sezioni di fiati. I prefer your love è una ballatona romantica il cui destinatario sarà senz’altro felice, dato che Annie, che pure si fa chiamare con un nome da santo, afferma di preferirlo nientemeno che a Gesù. Non diciamolo a Putin che altrimenti fa bruciare i suoi dischi...! Nei brani seguenti predominano ritmi scatenati: Regret ha chitarre glam e belle aperture melodiche, Bring me your loves  è spudoratamente anni ’80, così come la sbarazzina Psychopath, l’avessimo ascoltata ai tempi avremmo esultato di fronte all’alternativa intelligente a Madonna. In breve, il disco ci piace, ma ripensando all’artista che avevamo visto esibirsi come spalla di Nick Cave al festival Traffic ci aspettavamo molto di più. St. Vincent, brava è brava, ha sempre quel guizzo nella melodia o nella scrittura di un passaggio di fiati o di tastiere che rivela un talento istintivo e non costruito. Ma ascoltandola viene da pensare che su questo talento si adagi e non cerchi quel salto in avanti che ne farebbe un caposaldo del nuovo rock. Forse perché, visti i tempi che corrono, lo è in ogni caso diventata, in un ambito generale in cui i revival dominano e le scosse mancano. 

 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

Video

Inizio pagina