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18 Novembre 2019 , ,

Lightning Bolt Sonic Citadel

2019 - Thrill Jockey
[Uscita: 11/10/2019]

Nel 2015 i Lighting Bolt hanno pubblicato con la label Thrill Jockey “Fantasy Empire”, determinando un cambio di passo nella produzione e nella incanalazione di un suono che da grezzo e autarchico ha assunto una forma più disciplinata, pur nella sua irriducibile attitudine punk-anarcoide. Dopo quattro anni da quell’ottima prova, con il nuovo “Sonic Citadel” Gibson e Chippendale confermano di volersi attestare sulle medesime frequenze apocalittiche di un hardcore furibondo, incendiario come una bottiglia molotov scagliata nel perimetro di una nuova Piazza Tienanmen contro il nuovo moralismo imperante. Non importa quanto durerà ancora questo mondo, l’unica cosa che conta è suonare come se domani il sole potesse non sorgere, come se si fosse sull’orlo di un baratro pronto ad ingoiare l’umanità intera. Questo è il sentore che si diffonde dall’ascolto di queste nuove undici tracce sanguinolente, figlie putative della scena punk hardcore e noise statunitense, del metal diluito in una soluzione di grindcore spurio e della iconoclastia di stampo Slayer. La filosofia dei Lightining Bolt risponde ad una logica oltranzista, declinata attraverso una costante fisicità di un suono avviluppato come edera maligna ad un muro di fuzz a cui si unisce la cifra della velocità percussiva del drumming di Chippendale che spinge il motore ritmico dei brani a girare sempre ad altissimi giri. Non si rifiata neanche per un momento, considerato come ogni interstizio sia costantemente saturo, disturbato come una coscienza alienata dagli spasimi della febbre, in una esasperazione dei toni quasi grottesca nel definire forme su una tela di futurismo distopico. Gli ingranaggi della band sono una meccanica che fonde ogni cosa come fosse una enorme fucina metallurgica. L’opener Blow To The Head è un martello pneumatico ipercinetico e dalla potenza disumana, il successivo USA Is A Psycho è una metropoli impazzita in preda ad un virus collettivo. Air Conditioning ha un riffone stoner filtrato attraverso la sensibilità di Kerry King, la successiva Hüsker Dön’t ha un tiro micidiale con la sua parte centrale che nasconde una tensione verso la melodia. Nel delirio di Big Banger il basso di Gibson dispensa rasoiate sulla faccia in uno scenario vicino ai Naked City di John Zorn, così come Halloween 3 si avvicina alle cruente desolazioni di periferia descritte dai nostri Zu provenienti dall’era “Carboniferous”. Dopo All Insane, il pezzo più potabile della tracklist, l’inferno si scatena con la lunga jam finale di Van Halen 2049, diventando una sorta di scomposto free jazz. “Sonic Citadel” ha il pregio di porsi in continuità con il precedente album ed il difetto di aver giocato le stesse carte, però con meno istintività e cattiveria di “Fantasy Empire”, mantenendo il grande impatto e la suggestione da imminente fine del mondo. Potremmo dire che i Lighting Bolt continuano a dirci che qualcosa sta collassando sotto i nostri piedi senza che ce ne accorgiamo o che, forse, siamo già precipitati senza saperlo.

Voto: 7/10
Giuseppe Rapisarda

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