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2 Febbraio 2015 , ,

Bob Dylan SHADOWS IN THE NIGHT

2015 - Columbia
[Uscita: 03/02/2015]

USA    #Consigliato da Distorsioni     

 

Bob Dylan SHADOWS IN THE NIGHTA Bob Dylan è sempre piaciuto sorprendere il suo pubblico. Nel corso della sua lunghissima avventura musicale, ormai oltre il mezzo secolo, l'uomo di Duluth ha regalato ai suo fedeli ascoltatori voltafaccia clamorosi e colpi di genio unici. A cominciare dalla famosa svolta elettrica per il quale fu tacciato di alto tradimento dalla sua platea abituata al purismo folk dei primi dischi. Per seguire con l'incidente in moto, del quale Bob ingigantì la gravità solo per liberarsi della morsa di fan e mass media. Che dire poi di "Self Portrait", di quel disco bello e controverso ma lontanissimo dal suo zenith artistico del periodo elettrico 1965-1966? Altra mossa per togliersi dai riflettori del grande circo rock. A Dylan in fondo non è mai importato niente delle reazioni del pubblico alle sue peripezie artistiche, alle sue svolte repentine. Come quella del periodo religioso che partorì dischi massacrati dalla stampa di mezzo mondo o come la pellicola “Renaldo e Clara”, vero tonfo commerciale e mai regolarmente distribuito. Quando sono apparse le prime notizie in merito ad un disco che riproponeva le canzoni di Frank Sinatra sono stati molti a storcere la bocca pensando che stavolta Mr Zimmerman aveva esagerato.

 

Molti si sono chiesti come poteva l'erede naturale del grande Woody Guthrie mettersi a cantare le songs di The Voice, un tipo che per molti era l'espressione dell'America più reazionaria e benpensante. Uno che si era fatto notare per avere avuto contatti diretti con i grandi mafiosi italo-americani, che pare l'avessero aiutato a far decollare la sua carrieraNew-Bob-Dylan-Album-Sinatra-665x385 poi lastricata d'oro. Anche se le canzoni più politicizzate di Dylan risalgono ormai a 50 anni fa l'abbinamento fra i due appariva quantomeno bizzarro. Sinatra non è mai stato un personaggio molto amato dalle giovani generazioni, visto che il suo lifestyle e le sue canzoni sono quanto di più lontano dal grande Rock'n roll circus. Altro motivo di perplessità era la differenza abissale fra le due voci, in un confronto tecnicamente impari. E stavolta dalla parte di Frank. Ma si sa, quando un artista si chiama Bob Dylan, niente è impossibile, anche scalare le montagne più alte. Anche quando si ha un voce roca e paludosa, o collosa e sabbiosa come di volta in volta è stata definita. Zimmerman era stato ospite d'onore nella serata per gli 80 anni di The Voice, dove aveva eseguito la bella Restless Farewell, scritta nel 1964, che, fra le righe, anticipava la celebre My Way portata al successo da Sinatra.

 

Una delle difficoltà di rifare queste canzoni come spiega Dylan sul suo sito ufficiale era che "erano state composte con arrangiamenti pesanti, per 30 elementi ed andavano riadattate ad una normale band rock di 5 musicisti". Il tutto invece è venuto fuori bob-dylan-royal-albert-hall-c2a9-paolo-brillomolto spontaneamente, praticamente dal vivo, in poche take e senza sovraincisioni. Dobbiamo qui precisare che, a dispetto di quanto diffuso dai mass media di mezzo mondo, questo è un disco di Bob Dylan che esegue canzoni ‘solo’ portate al successo da Frank Sinatra ‘e non’ scritte da lui (eccetto una). In "Shadows in the night" troviamo 10 standard pop e jazz rifatti in maniera molto personale dal geniale menestrello di Duluth e prodotti da Jack Frost. Dylan sembra conoscere molto bene la materia visto che ha scelto delle canzoni che si abbinano perfettamente al suo stile vocale. Dice di Sinatra "nella sua voce potevo sentire ogni cosa: Dio, l’universo, la morte, tutto insomma". Un disco notturno in tutto e per tutto, con songs che anche il più distratto ascoltatore dylaniano riconoscerebbe non essere composte dallo stesso. Fra le interpretazioni più ricche di pathos emotivo c'è di sicuro Some Enchanted evening, originariamente dei noti Hammerstein/Rodgers, che Bob rilegge a suo modo, togliendo un pò dello zucchero rispetto all’interpretazione di Ol'Blue Eye, molto più densa a livello di arrangiamento. 

 

Ma questa è una caratteristica di quasi tutti i pezzi qui presenti, come Full moon and empty arms, che Frank cantava 70 anni fa, come la celebre The night we called it a day, irriconoscibile o quasi rifatta da Dylan. Splendida ed intensa la versione di Stay with me, spogliata dai pesanti archi della versione del crooner Sinatra. Dura invece la competizionefrank e Bob con Autumn leaves, uno dei cavalli di battaglia di The Voice, dove Bob si fa valere ugualmente pur rendendo meno in intensità emotiva. Cenno a parte per i due highlights del disco, posti guarda caso all'inizio ed alla fine dello stesso: I'm a fool to want you e That lucky old sun sono splendide rendition di due evergreen, versioni da brividi che Bob_Dylan_dimostrano la classe di Dylan a dispetto dei suoi 73 anni. Chissà come sarebbero venute fuori queste canzoni eseguite da un singer stralunato come Tom Waits, perfetto per simili ballate notturne al chiar di luna. Shadows in the night è un disco che i fan di Frank Sinatra e molti di quelli di Dylan odieranno, anche se andando a fondo nell'ascolto i secondi troveranno le giuste motivazioni che hanno spinto Mr Zimmerman a cimentarsi in una così ardua impresa, e finiranno per apprezzarlo per quello che realmente è, il solito disco riuscito del vecchio Bob. Un album di difficile interpretazione, spiazzante come solo un disco di Dylan può essere, affascinante a suo modo, unico come il suo autore, non per nulla il più grande di sempre.

 

Voto: 7.5/10
Ricardo Martillos
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