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19 Aprile 2015 , ,

Mount Eerie SAUNA

2015 - P.W. Elverum & Sun
[Uscita: 03/02/2015]

USA

 

mount-eerie-sauna-lpL’iter musicale di Phil Elverum (Philip Whitman Elvrum) aka Mount Eerie si pone in diretta continuità con il mastodontico doppio “Clear Moon/ Ocean Roar” e in questo nuovo “Sauna” il compositore di Anacortes, stato di Washington, rimescola gli elementi che avevano composto il lavoro precedente in maniera più sobria e gentile: quasi fuori dalle ombre del doom, lo spazio concesso a feedback e muri di suoni  è ristretto e ne beneficia invece la vena narrativa e più introspettiva. L’immagine iniziale di Sauna, dieci minuti di droni costruiti sulle note di organo, riflette subito il mood che accompagna Elverum in tutto l’album: una sauna nel buio e nella neve, ciocchi di carbone ardente (“my life is a small fire I carry around”). L’andamento quindi si velocizza con la piccola e malinconica Turmoil, nella ballata folk di Dragon, nelle tastiere vorticose e lisergiche di Emptiness. Il vibrafono di (Something), la tirata shoegaze di Boat e la coda di Planets introducono invece due dei pezzi centrali dell’album: la narrativa di Elverum si concretizza in Pumpkin, un delicato arpeggio che dispiega la visione di Sauna, apatica, quasi meditativa nella quotidianità delle scene raccontate ("I walked to the bookstore in the rain that silently filled the air/ All the lights were off or dim/ And there was nothing to do but walk to town and back").

 

I rintocchi di una campana introducono invece Spring, momento clou dell’album, tredici minuti di distorsioni e feedback, droni e organi sospesi mentre un coro di voci femminili dipinge lo scenario di un’alluvione primaverile che inonda una cantina, dimostrando come mount-eeriela paura dell’oblio sia uno dei temi che ossessiona Elverum, così quanto il tema dell’esistenza e della non esistenza che affronta largamente in Sauna. Così tutto viene soffocato nei rumorismi della conclusiva Youth, dove Mount Eerie ritrova twang di chitarra e batteria severa. Elverum riesce a coinvolgere l’ascoltatore nel proprio mondo non raccontandolo ma vivendolo con lui, raggiungendo quindi una trasparenza spiazzante che non lascia misteri all’interno dell’opera: l’ascoltatore si pone le stesse grandi domande dell’artista e alla stessa maniera, non riesce a trovare le giuste risposte. Un passo indietro comunque rispetto al lavoro precedente che osava calcare la mano in territori più oscuri senza indugiare: Sauna ha semplicemente confermato il talento di un musicista particolarissimo, qui non nella sua forma migliore. 

Voto: 6.5/10
Ruben Gavilli

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