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18 Gennaio 2017 ,

Brian Eno REFLECTION

2017 - Warp Records
[Uscita: 01/01/2017]

Inghilterra

 

Eno coverUna riflessione sulle opere di Brian Eno non può non originare dalla considerazione della grandezza del genio di Woodbridge e dall’influenza che egli ha dispiegato nel panorama della musica contemporanea dell’ultimo mezzo secolo. Dapprima alfiere con i leggendari Roxy Music del glam-rock, poi raffinato rielaboratore di stilemi pop-rock, e, ancora, alieno inventore e alchimista di strategie “oblique”, di musiche “possibili” e sonorità dal fascino “discreto” e iperunanico. Sperimentatore indefesso e inesausto ricercatore di soluzioni immaginarie, patafisico esploratore di mondi (im)possibili, Brian licenzia per la meritoria Warp l’ennesimo segmento di matrice ambient. “Reflection”, un’unica traccia sonora  di cinquantaquattro minuti, riattinge alle atmosfere ovattate e e aeriformi di “Music For Airports”, giusto per fornire talune coordinate di riferimento artistico.

Dopo i raffinati Eno fotopercorsi avanguardistici tracciati da “The Ship” e “Lux”, musiche astratte per pianeti remoti, e l’ardita contaminazione rock, insieme al chitarrista Karl Hyde dei validissimi Underworld, di “Someday World” e “High Life”, Eno elabora in forma di geometrica quiete meditativa, spinoziana nell’essenza, un percorso sonoro di alchemica raffinatezza. Un distillato di paesaggi sonori tendenti alla spettrografia cromatica del crepuscolo, colori pastello applicati a un’ideale tavolozza musicale. Lontano dall’ebbrezza compositiva dei lavori ambientali precedenti e senza aggiungere alcun ulteriore tassello di innovazione decisiva - dobbiamo pur rilevarlo - il Nostro, tuttavia, innesta nella psiche dell’ascoltatore un immaginario nastro di traslucida bellezza in grado di traslarne il respiro in orbite ignote. 

Eno foto 2Un ininterrotto e placido battito d’ali in cieli vesperali, oltre la quieta rivoluzione astrale. In linea con le teorie del genio britannico Reflection invera la sostanza della musica “generativa” che gli è alquanto cara: un principio fondante, genitivo, liberato ab origine, e il successivo svolgersi delle spirali sonore quasi in ontogenetico irradiamento. L’effetto è un mantra musicale in circolare evoluzione, un flusso acquatile tendente all’infinito, seppur legato concettualmente e musicalmente alla sorgiva prima da cui trae origine. 

 

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

Audio

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