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25 Ottobre 2018 ,

GØGGS PRE STRIKE SWEEP

2018 - In The Red Records
[Uscita: 28/09/2018]

Stati Uniti

 

Goggs imageProprio come nel 2012 Ty Segall continua a far parlare di sé con uscite discografiche tempestive in questo 2018 aperto dall’autocompiacenza onnivora di “Freedom’s Goblin” (che rimane finora il migliore). Sono passati pochi mesi dalla pubblicazione di “Joy” e già si parla ancora di lui: il biondo di Laguna Beach ha annunciato l’album di cover “Fudge Sandwich” sempre su In The Red Records come questo disco, e ha anche distribuito alla sua prima mostra come pittore 55 audiocassette contenenti canzoni da lui scritte nel corso degli anni e mai pubblicate a nome Orange Rainbow. Gioiranno ancora di più i fans indefessi del Ty Segall più caciarone che qui, nelle vesti di chitarrista, torna con i GØGGS in un’escursione garage-rock con venature hardcore. Pre Strike Sweep è il seguito dell’omonimo album d’esordio di questo supergruppo del gotha indie-rock americano che vede coinvolti anche Chris Shaw (ex Cult), il fido Charles Moothart (batteria) e Michael Anderson (basso). Il disco si pone come naturale evoluzione del suo predecessore, declinando allo stesso modo la materia di Segall e soci in una sorta di contesto hardcore revivalista in odore di California anni ’80 (Vanity, Space Rinse) senza però rinunciare alla propria cifra stilistica (Still Feeding, Disappear) o a macinare riff che tagliano come rasoi (Killing Time, Pre Strike Sweep Funeral Relief). Altre volte il livello di paranoia si fa insostenibile (Morning Reaper,Burned Entrance) fino a risolversi in affondi cacofonici (Rupture Line).

Pre Strike Sweep” non goggs mage (1)molla un attimo e aggredisce l’ascoltatore senza però mai mordere davvero e rivelandosi gradevole quanto innocuo. Il merito sicuramente spetta più a Shaw che a Ty Segall, molto meno gentile e sofisticato del collega nello sbraitare a perdifiato per tutto l’arco dell’ascolto. I GØGGS accarezzano insomma il pensiero stupendo di una musica che sappia ingraziare le fasce più piacione dell’indie-rock odierno tanto quanto quelle più ignoranti e ottuse. Il risultato è piacevole e divertente (gruppi come Shrines e Zig Zags lo fanno da una vita) ma lontano dal far sobbalzare dalla sedia.  

 

Voto: 6/10
Ruben Gavilli

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