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Ariel Pink POM POM

2014 - 4AD Records
[Uscita: 18/11/2014]

Stati Uniti    #consigliato da Distorsioni      

                                                              

ariel.pink.pom.pomChe si vogliano o meno classificare con la terribile etichetta di 'Hypnagogic Pop' i prodotti artistici del folletto dai capelli rossi di Los Angeles Ariel Pink, i suoi dischi sono sempre stati una affascinante, melodicamente profumata discarica-riciclaggio della migliore pop music americana ed internazionale anni '60-'70-'80, ammanettata stretta con un'estetica lo-fi di inizio terzo millennio. Un pò quello che stanno facendo altri ambigui, fascinosi oggetti del desiderio a stelle e strisce come Foxygen ed Apache Dropout, con modalità diverse, più centrate su un revival massivo del glam e della bubblegum-music anni '70. Appeal nostalgici comunque presenti anche nella discografia di Ariel Pink. Se volete saperne di più su Ariel Rosenberg potete leggere la recensione  -linkata qui in calce tra gli Articoli Correlati- del precedente "Mature Themes" (2012) con Haunted Graffiti, registrato per l'inglesissima 4AD come questo notevole nuovo "Pom Pom"

 

arielSi tratta del primo effettivo lavoro solista del nostro, orfano di quella sigla, ed anche (di già) il trionfo, la sublimazione perfetta del suo certosino bricolage compositivo. 17 brani (più di un'ora) ricchi delle tastiere barocche e dei synth di Ariel (pochissime chitarre, il noise paradossale di Goth Bomb), intriganti invenzioni compositive in odore di Tubes e Todd Rundgren, trash-pop proto-dadaista fascinoso (White Freckles, Four Shadows, Not Enough Violence, Dinosaur Carebears), folle (Negative Ed), demenziale (Sexual Athetics), ai limiti del kitsch (la sintetica danzereccia Black Ballerina). Una sorta di 'doppio bianco' del nostro, via! Nel quale è difficile trovare nei e difetti. Forse, paradossalmente, un'eccessivo zelo nel confezionare un'opera sfaccettata e comunque estremamente godibile.

 

Alcuni degli episodi più grotteschi e meglio riusciti di Pom Pom, dalle parti dei Mothers of Invention più dadaisti ed irriverenti (Jell-O, Plastic Raincoats In The Pig Parade, Exile on Frog street, Nude Beach a Go-Go), sono stati scritti da Ariel in collaborazione con Kim Fowley, ex 'bad boy', ora anziano e malandato, maestro di cerimonie mai abbastanza celebrato del pop-ariel pinkrock americano del secondo millennio: la complicità tra i due è nata in una camera d'ospedale -raccontano le note della 4AD- durante la recente battaglia di Fowley con il cancro. Ma Pom Pom contiene anche ariosi episodi melodici di qualità eccelsa (Lipstick, Put Your Number in My Phone, Dayzed Inn Daydreams, Picture Me Gone, One Summer Night) memori della grande tradizione pop americana dei Rundgren, Tubes (ancora una volta), Daryl Hall e John Oates. Pom Pom è il grande affresco di un poliedrico genio: mancare a questo appuntamento sarebbe un vero peccato.

 

Voto: 8/10
Pasquale Wally Boffoli

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