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26 Marzo 2019

Matmos PLASTIC ANNIVERSARY

2019 - Thrill Jockey Records
[Uscita: 15/03/2019]

Stati Uniti    

 

a0407329636_10Dopo l’ultimo vero album di suoni intelligibilmente articolati, “The Marriage Of True Minds” del 2013, e il concettualmente insostenibile esperimento cacofonico di “Ultimate Care II” del 2016, sempre per i tipi della sempre valorosa Thrill Jockey, esce l’ultimo folle cimento sonoro dei Matmos, temerario duo di incursori elettronici di San Francisco, composto da Martin Schmidt e Drew Daniel, compagni di vita oltre che di avventure sinaptiche. Non contenti di aver ammannito alle provatissime trombe d’Eustachio del malcapitato ascoltatore suoni provenienti dalla più vasta e inaudita gamma di strumenti impossibili dell’umana esperienza tecnica e professionale (lavatrici in modalità di centrifuga, strumenti medici da sala operatoria, protesi cardiache e quant’altro, tastierine in lego e altri manufatti di plastica), i Nostri hanno deciso di realizzare in occasione del loro legame venticinquennale, una vera e propria sinfonietta ecologistica, “Plastic Anniversary”, tutta a base di riferimenti all’uso scriteriato della plastica e alla sua ricaduta devastante sullo stato del pianeta Terra.

 

Ora, se l’intento è indubitabilmente meritorio, onestà intellettuale esige che non si possa dire altrettanto per gli esiti artistici del summenzionato album. Una sequela sbilenca di suoni in totale disconnessione da una sia pur minima linea musicale, un assemblaggio di frammenti totalmente scoordinati, dove non v’è scintilla di creatività alcuna, non un motivo che accenda la fantasia dell’ascoltatore, anche dell’aficionado più convinto, solo linee aride Matmos fotoda encefalogramma ineluttabilmente piatto. Brani, si fa per dire, come Breaking Bread o Interior With Billiard Balls & Synthetic Fat, o come Silicone Gel Implant mostrano come il tessuto di uno sperimentalismo autoreferenziale e pleonasticamente cervellotico mostri ora inesorabilmente la corda. Né va meglio con gli altri segmenti del disco: Thermoplastic Riot Shield o Fanfare For Polyethylene Waste Containers ad esempio, o Collapse Of The Fourth Kingdom, per non dire della conclusiva e inespressiva traccia di Plastisphere. Un’occasione sprecata, considerando l’alto spessore dei Matmos dimostrato in questi lustri. A tempi migliori, si spera. 

 

Voto: 4,5/10
Rocco Sapuppo

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