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22 Giugno 2020 ,

Rafael Anton Irisarri Peripeteia

2020 - Dais Records
[Uscita: 22/05/2020]

La musica di Rafael Anton Irisarri nasce sempre dall’incontro dell’introspezione con un mondo esterno violato. Lo è "The North Bend" (2010) che esplora emotivamente le estensioni oceaniche del Pacifico Nord Occidentale,"The Unintentional Sea" (2013) che descrive il disastro ecologico del Salton Sea in California, “A Fragile Geography” (2015) che mostra la fragilità dello spazio esterno, metafora della condizione esistenziale, "Midnight Colours" (2018) che si pone come requiem di una catastrofe globale antropica, “Solastalgia” (2019) che riproduce la paura inconscia dell’uomo di fronte all’irreversibilità del riscaldamento globale. "A Fragile Geography" (2015) è probabilmente l’album che meglio descrive lo spazio emotivo del musicista americano. Vi è una grande bellezza nella tristezza, sentimento che si mostra essenzialmente per sottrazione. Tutta la musica di Irisarri è la descrizione di una sottrazione. Dalle immagini ambientali abilmente sfocate, ai ricordi vaghi e confusi che emergono dalla memoria, alla sensazione della morte, intesa come mancanza che avvolge ogni cosa. Il risultato finale è una potente estetica del decadimento, di quella naturale tendenza delle cose a disfarsi e di quell'artificiale deterioramento del mondo causato dall’irresponsabilità umana. In questa visione completamente decadente, Irisarri è accomunato a tanti altri grandi musicisti minimalisti, da Tim Hecker ("Ravedeath, 1972", 2011) a Ben Frost ("Theory Of Machines", 2007), da Jacaszek ("Glimmer", 2011) al maestro Basinski ("The Disintegration Loops", 2002). Quest’ultimo “Peripeteia” prosegue sulle medesime direttrici tracciate dagli album precedenti. Vi è sempre una sovrapposizione tra lo spazio esterno e lo spazio interiore, attraverso il quale il mondo esterno acquisisce una soggettività emotiva (I Still Have The Sun To Cast A Light). I ricordi riemergono vaghi dal passato (Yearn). La deriva del decadimento si manifesta in forme malinconiche e 'godspeediane' (Refuge/Refuse) sebbene vi sia ancora spazio per lo stupore (Arduous Clarity) e per un rasserenato abbandono (Vanishing Points).

Voto: 7.5/10
Felice Marotta

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