Ossi Ossi

Vittorio Nistri e Simone Tilli mettono momentaneamente da parte la ragione sociale Deadburger per accogliere un nuovo progetto che rimane saldamente ancorato alla visione di laboratorio di ricerca mutante e mutevole del gruppo: Ossi. Non a caso se ne conserva lo spirito di bottega artigianale come fucina creativa multimediale portato avanti con il loro ultimo concept "Mirrorburger", la faccia introspettiva idealista e quella aperta sul mondo pronta a sfidarne le contraddizioni: “La Fisica Delle Nuvole” (Goodfellas – Snowdonia, 2013) e “La Chiamata” (Snowdonia distribuzione Audioglobe 2020), usciti appunto come Deadburger Factory e inclusivi di molte collaborazioni esterne pronte a mettere a punto le idee estemporanee da sviluppare. In "Ossi" le visioni sonore viaggiano insieme all'artwork psichedelico e satirico di Ugo De Lucchi con una 'chicca' che ci riporta a Frigidaire e agli anni d'oro del fumetto italiano a firma Andrea Pazienza. E infatti questo lavoro, più che ispirarsi all'underground americano della contestazione e della deregulation è saldamente ispirato alla controcultura idealista ancora pura, onirica e naïf della Bologna provinciale e visionaria della Taumfabrik, della Harpo's Bazar di Oderso Rubini, dove convivevano talenti artistici disadattati del calibro di Gaznevada, Filippo Scozzari, Confusional Quartet e il mitico Andrea Pazienza, tutti troppo avanti per essere capiti e tutti destinati ad essere rivalutati a posteriori, come animatori di una ribellione interiore necessaria a loro stessi più che agli altri. Come giustamente osservato dal grande Freak Antoni degli Skiantos, il 'pubblico di merda' non era ancora pronto a comprendere il messaggio provocatorio dei linguaggi dell'avanguardia. E "Ossi" è un altrettanto rabbioso anatema per invitarci a un risveglio dall'apatia, dalla morte dello spirito, anche se i toni sembrano più scanzonati, immediati, di una goliardia godibile, orecchiabile e coinvolgente. Dal 'panino di morto' come metafora di cibo/nutrimento/vita, agli Ossi che si rianimano in una danza macabra di dissacrante reazione. Perché in fondo i nostri tempi sono ancora più confusi e asfittici di quelli del '79 e forse, a dispetto del grande rumore mediatico, c'è ancora minore consapevolezza e ancora meno voglia di usare mezzi di contrasto sociale. C'è bisogno di reagire all'assuefazione tornando a una rivolta delle idee, a un urlo che rianimi le nostre rovine ideologiche, c'è bisogno di una visione che sappia ergersi sopra ai ruderi per scorgere un oltre tra i cumuli di scorie. E quello scheletrino 'vivo' che con ferocia ostenta la sua erezione per perturbare un ipotetico pubblico molto più morto e scheletrito di lui, è eloquente più di ogni parola. I dodici pezzi presenti in questo album sono giocati sul sarcasmo, sui collage, sulle iperboli. Composizioni eterogenee tra psichedelia contemporanea, elettronica e campionamenti. Ventriloquist Rock ci ricorda il lucido, sottile messaggio politico degli Stupid Set in "Rangoon Patrol": una pugnalata in pieno stomaco a ritmo electro-dance. Più su sentori funky fusion no wave Miss Tendopoli e Ricariche. Out Demons Out, prendendo spunto dall'omonimo pezzo della Edgar Broughton Band, si articola in sette movimenti che, partendo dallo stesso loop jazzato, seguono costruzioni improvvisative lievemente variate nella tonalità. L'originalissima cover di Monk Time, dei Monks è riadattata a vaudeville neo-dada decostruito. Mentre Toy Boy e Naturalmente Non Possiamo Pagarti si rifanno alla verve tragicomica e agro umoristica dei Maisie. Non a caso le ultime produzioni, inclusa questa, vedono l'investimento generoso di Snowdonia che da sempre punta ad esaltare il prodotto finale nel suo insieme che diventa materiale contemplativo ed esplorativo ancor più che di uso e consumo. Special guest star sono, tra gli altri: Dome La Muerte, Bruno Dorella, Andrea Appino, i due Deadburger Carlo Sciannameo e Alessandro Casini.