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6 Settembre 2015

Low ONES AND SIXES

2015 - Sub Pop Records
[Uscita: 11/09/2015]

Stati Uniti     #consigliatodadistorsioni     

 

ones-and-sixesAscoltare un disco dei Low è come rientrare nella casa in cui siamo cresciuti e trovarla identica, con tutte le cose che avevamo lasciato al loro posto, in una irreale immobilità che attendeva soltanto noi per essere turbata. La musica della band di Duluth ha una sua identità precisa e radicale che non viene intorbidita da alcun compromesso, tanto si muove lungo i binari di un tempo interrotto e di coordinate emotive la cui densità del suono cristallizza le emozioni per restituircele sempre intatte. Chi ama i Low ha il conforto della certezza di trovare tutto come sempre, nessuna grande sorpresa nella scelta dei registri espressivi che rivela, nello stesso tempo, la magnificenza di un suono che sa toccare le corde più profonde dell'anima.

Così come nei dischi precedenti, anche in “Ones and Sixes” è evidente il marchio di fabbrica dei Nostri, rintracciabile nella ricerca di un minimalismo concettuale al limite del religioso, che rifiuta la superfluità di qualsiasi sovrastruttura per lasciare spazio alla musica, ai riverberi dei suoni liberati nell'aria, al vuoto generato dal silenzio e alle voci di Alan Sparhawk e Mimi Parker. Il disco, prodotto dalla band insieme a BJ Burton presso l'April Studios di Justin Vernon, vede anche la partecipazione del batterista dei Wilco Glenn Kotche in un paio di brani.

 

Il clima disteso e la cura delle registrazioni traspare perfettamente nelle dodici tracce di cui si compone l'album, episodi di un universo interiore che vibrano di una energia soffusa in cui trovano spazio lievi increspature elettroniche che non tolgono nulla al calore complessivo di una scrittura che non segna mai cadute di intensità, anche nei tre episodi lowpiù aperti e solari della tracklist come No End, What Part of Me e Kid In The Corner. I profondissimi battiti sintetici dell'iniziale Gentle segnano la forma ritmica di un brano ieratico e toccante che perfora le viscere in un moto di emozione. No Comprende, singolo che ha anticipato l'uscita del disco, vive di vuoti e ripartenze, con la Les Paul di Sparhawk che inietta una densa elettricità nelle vene, così come la vibrante Spanish Translation che appartiene al canone di una liturgia celebrativa della vita.

Con Into You si raggiunge l'apice del lirismo, in una sorta di ninnananna cantata in modo perfetto da Mimi Parker. In queste canzoni si avverte una urgenza LOW Band Photoespressiva di cui non si riesce a fare a meno, ascolto dopo ascolto, come nelle sontuosità di Landslide, una piccola suite che è nello stesso tempo sintesi di tutti i caratteri di una band che compone sempre piccole colonne sonore per viaggi intimi ed infiniti. E' da più di vent'anni che i Low scrivono musica e “Ones and Sixes” è l'ulteriore tassello che si va ad aggiungere ad una discografia senza battute d'arresto. Abbiamo bisogno dell'umanità di queste canzoni che ci fanno credere che, qualunque cosa succeda, ci sarà sempre per noi un riparo dalla tempesta, come cantava Bob Dylan, l'uomo di Duluth.

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

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