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27 Dicembre 2023

Hermetic Brotherhood Of Lux-Or OHR

2023 - Trasponsonic
[Uscita: 03/11/2023]

La ricerca etnografica, antropologica ed esoterica legata al rito arcaico e alla riscoperta delle origini sacrali tra uomo e universo ospitante è sicuramente l’intento con il quale sono nate le iniziative del progetto Trasponsonic e in particolare le proposte criptiche dal fascino oscuro e mesmerico degli Hermetic Brotherhood of Lux-Or di Laura Dem e MSMiroslaw. Fin dai loro primi lavori si è infatti voluto portare avanti un vero e proprio cammino iniziatico di esplorazione multimediale e sensoriale volto alla purificazione ancestrale e a una ritrovata simbiosi con gli elementi che avviene attraverso un lento e tortuoso processo di palingenesi e di spoliazione dalle scorie contaminanti di un mondo meccanicizzato e industrializzato destinato ad ammantare sotto la sua coltre nera e mefitica ogni residuo di umanesimo, ogni bagliore di istinto e creatività. Ricordiamo i tre volumi delle Hethnographies: "Musèe de l’Homme Hermètique" e l’ultimo "Sex And Dead Cities" (2019) come una specie di evocazione metaforica dell’alternanza luce-ombra, consapevolezza e ottenebrazione, frustrazione-epifania. E con “OHR” si ritorna proprio alla luce come in una specie di rituale involutivo evolutivo che è il compiersi dell’eterno ritorno, l’otto fluttuante che ha il ritmo del respiro e il suono inaudito del motore primo. E da quale luogo si viene alla luce se non attraverso le viscere calde e avvolgenti di una grotta? La grotta grembo, la grotta platonica che ci spinge allo sforzo del passaggio? Questi sette pezzi sono infatti stati registrati all’interno della Grotta di Nasprias nella zona di Macomer. OHR è luce e percezione, tentativo di trascendenza nella sacralità della sua emanazione. Ma il termine OHR è anche riferito all’udito. Quindi un suono materico che si diffonde e che pervade come la luce, foriero di illuminazione interiore e attivatore del ciclo cosmico di tutto ciò che si crea e che si trasforma. Il lavoro si apre con l’interrogativo di Marziale Cuius Vulturis Hoc Erit Cadaver? che è una specie di sempiterna maledizione contro l’ineluttabilità della morte. Vorticose e ossessive ripetizioni a sottolineare la frenesia dell’irrisolto che ci interroga. Emblematiche le ridondanze stridenti e le eco in From India To Planet Mars i suoni sintetici e le voci fuori fuoco che si infrangono in tribalismi convulsi in M’hashasins. L’effetto concentrico e stratificato del riverbero che promana dai teschi di cavallo è emblematico della pulsazione e dell’amplificazione della cavità cassa di risonanza. Sea Of Ohrot sono i suoni danzanti, i suoni che si infrangono per riprodursi brillando della loro lacerazione. Suoni perfettamente rotondi nella loro intrinseca spigolosità che in parte raccontano il simbolismo speculare dell’essere divenire rappresentato anche dall’omino capovolto presente nella copertina del disco e di molti altri lavori degli HBOL a richiamare la sapienza dell’antica civiltà nuragica. Un viaggio a ritroso che avviene oltre alla dimensione del tempo e dello spazio in una sorta di fluttuazione che pervade e trapassa l’immanenza. Pensiamo infatti all’acustica del tutto peculiare che si può avere all’interno di una grotta, tutto è trascolorato in una vibrazione senza fine e in un anelito di trapasso. Dal baccanale di Nur Ruhin fino alla catarsi parossistica di Ihr Ohr Texas si arriva a squarciare le tenebre con l’eterea Old Neubauten dove il suono finalmente è meno contratto e spastico e dilegua in distanze siderali. I tocchi delle corde degli skulls diventano scintille in cui si riflette l’inespresso.

Voto: 7.5/10
Romina Baldoni

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