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7 Febbraio 2020 ,

King Of The Opera Nowhere Blues

2020 - A Buzz Supreme
[Uscita: 14/01/2020]

Quando ormai pareva destinato a rimanere un fatto incompiuto sul finale dello scorso anno, ecco arrivare la notizia del nuovo disco di King Of The Opera. Con un tempo di attesa che rischiava di emulare i Tool dell’ultimo album, l’enfant prodige toscano chiamato Alberto Mariotti ha finalmente messo insieme i pezzi di un puzzle che sembrava più complicato del solito. Sì, d’accordo, direte voi, c’era stato l’Ep “Driftwood” nel 2014 e le due ottime “Pangos Sessions”, raccolte di covers e riletture di vecchi brani di Samuel Katarro, ma il vero seguito dello straordinario “Nothing Outstanding” di otto anni fa pareva lontano anni luce. In quel disco miracoloso era racchiuso il miglior Mariotti di sempre, ricco d’una varietà stilistica incredibile, grazie anche alle prestazioni di due ottimi musicisti come Francesco D’Elia (Wassilij Kropoktin) e Simone Vassallo che hanno presto abbandonato la navicella King Of The Opera per concentrare le loro energie nel progetto Sex Pizzul insieme a Irene Bavecchi. La particolarità di quel disco era l’assenza del basso perché come disse Alberto a suo tempo “normalizzava troppo il suono”, ne sa qualcosa una band gloriosa come i Cramps di Lux Interior e Poison Ivy. Per il nuovo album “Nowhere Blues” Mariotti si è messo in testa di esplorare nuovi territori musicali senza guardarsi alle spalle, come se Samuel Katarro non fosse mai esistito e nemmeno lo stesso “Nothing Outstanding”. Chi conosce bene quel disco farà fatica ad ammettere che stiamo parlando dello stesso musicista, tanto risulta spiazzante il primo sorprendente ascolto. Sono sette tracce per 43 minuti di musica e c’è dentro tanta elettronica, forse troppa. King Of The Opera sembra aver seguito la linea di un'altra bravissima artista italiana come Giulia Sarno aka UnePassante che è gradualmente scivolata verso contaminazioni elettroniche che hanno arricchito molto la sua proposta musicale. Allargando il discorso a livello internazionale lo stesso ex Czars John Grant ha fatto lo stesso, con pessimi risultati, purtroppo. “Nowhere Blues” è una sorta di home recording ed è stato composto in 5 mesi, anche se le tracce finali sono frutto di composizioni degli anni precedenti. Le tracce più eteree e sognanti sono le migliori o quantomeno quelle più rassicuranti, ci piace in particolare la conclusione di Places così come l’apertura spaziale di Monsters In The Heart, con Jason Pierce a fare capolino dietro l’angolo. Lo stesso Nowhere del titolo fa riferimento al voler esplorare territori sconosciuti, meglio se spaziali ed allo stesso modo è difficile capire cosa nasconde la grigia copertina del disco. I dieci minuti di The Final Scene invece sono quanto di più lontano da qualsiasi cosa che Alberto ha fatto in questi anni, non si sa se definirlo electro-pop o techno pop, ma niente di trascendentale comunque. Poche le tracce ad alta gradazione psichedelica, Nowhere Blues è una di queste, un vero delirio acido di 4 minuti che insieme alle successive Never Seen An Angel e Find Me rappresenta la parte migliore dell’intero lavoro. Non ce ne voglia il buon Alberto, artista che stimiamo da sempre, ma l’utilizzo smodato di samples, sequencer e diavolerie elettroniche rinunciando del tutto anche alla batteria tradizionale è una scelta azzardata e qui non tutto pare perfettamente a fuoco, chissà forse è la sorpresa di trovare tanti cambiamenti. D’accordo sull'evoluzione e sullo sforzo di proporre qualcosa di nuovo, ma qui pare che si voglia mettere troppa carne al fuoco e non tutta di buona qualità. King Of The Opera in questa occasione sembra rivestire i panni della 'one man band', visto che Mariotti ha suonato quasi tutti gli strumenti ma in realtà è affiancato da Andrea Carboni, tastiere, voce e programmazione ed Elia Ciuffini alle percussioni. Resta la curiosità di vedere come le stesse canzoni saranno riproposte on stage, magari con un suono più pulito e diretto ed una formazione “regolare” potremmo apprezzarle maggiormente. “Nowhere Blues” non è un disco che emoziona e stupisce come “Nothing Outstanding”, tuttavia è sempre interessante e ammirevole il coraggio dimostrato ancora una volta da Alberto Mariotti nel rimettersi in discussione esplorando territori musicali che pensavamo a lui sconosciuti.

Voto: 7/10
Ricardo Martillos

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