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13 Gennaio 2020 , , ,

Erri Non Importa

2019 - Viceversa Records
[Uscita: 29/10/2019]


C’è qualcosa di corale e che ha il valore di una comune appartenenza alla stessa storia nei racconti delle canzoni di “Non importa”, ultimo album di Carlo H. Natoli a firma Erri. La forza della scrittura di Natoli è quella di definire un ritratto lucido di volti, luoghi e narrazioni con credibilità, proprio in quanto ogni cosa è riconducibile ad una intima umanità ritratta con il suo carico di inquietudini. Le radici di queste nuove nove canzoni si innervano in un interstizio collocato tra la vita dell’uomo ed il flusso del tempo presente: in quella asincronia temporale si gioca la partita del destino e di tante scelte compiute. La spiegazione è tutta nelle parole di Natoli: “Questo disco è per i padri che se ne vanno e per i figli che restano”. In questa prospettiva “Non importa” è un concept sulle possibilità di redenzione dalla condanna che infliggiamo a noi stessi quando ci sembra di avere sbagliato strada. Natoli con i Gentless3 e i Blessed Child Opera, ha inscritto il proprio sound in una dimensione prossima all’attitudine di Howie Gelb, improntato alla descrizione dell’intensità e fragilità dei sentimenti. Oggi, con il moniker Erri, Natoli percorre la medesima strada, solo in modo ancora più intimo, riconoscibile nella scelta di desaturare l’elettricità, pur con una resa non meno magnetica. Per fare questo Erri si è fatto coadiuvare da una serie di amici musicisti che hanno suonato nel disco, registrato e masterizzato tra la Sicilia e Londra. L’opener Antonie D’Agata Va In f

Frantumi è dedicata all’omonimo fotografo francese cieco da un occhio che ritrasse la sua relazione con una prostituta cambogiana durata alcuni anni: il suono è decadente e teatrale come se Nick Cave danzasse sulle note di una litania obliqua intonata dai Silver Mt. Zion. La successiva Lessico Familiare (con la partecipazione dei genovesi Od Fulmine) trae spunto dalle suggestioni del celebre libro di Natalia Ginzburg per raccontare il legame familiare, mentre Luce rappresenta il disincanto nel declino del mondo. Stagioni Diverse (suonata con il polistumentista Vincent Migliorisi) è ambientata a Venezia, città ideale dove passano milioni di persone che si incrociano e che non riusciranno mai a penetrare le pieghe dell’anima l’uno dell’altro. Il cuore pulsante dell’album, però, è il folk alla Justin Vernon della toccante Non C’importa, descrizione della morte del padre come microcosmo di un dramma silenzioso e universale. Si prosegue con Splendore Eterno, brano che ha una consistenza quasi post-rock nella sua declinazione di un dolore personale; i glitch di Ignoto Spazio Profondo, in collaborazione con i Blindur, riportano alla mente ambientazioni diafane alla Sigur Rós e Múm. In chiusura, I Tuoi Anni Migliori, piccola sonata cameristica dedicata a Genova, a Carlo Giuliani e Luigi Tenco. “Non Importa” è un disco carico di rabbia e malinconia, in cui il protagonista potrebbe essere lo stesso del racconto autobiografico “Profezia” di Sandro Veronesi, che si accorge all’improvviso di essere stato gettato nel mondo. Il rock e la letteratura possono essere la chiave per recuperare la poesia anche nella scomparsa.

Voto: 7.5/10
Giuseppe Rapisarda

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