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27 Giugno 2016 ,

Teho Teardo & Blixa Bargeld NERISSIMO

2016 - Specula Records
[Uscita: 08/04/2016]

Italia-Germania   #consigliatodadistorsioni   

 

teho-teardo-blixa-bargeld-nerissimo-650x650La musica di Teho Teardo e Blixa Bargeld è sempre stata ricerca estetica. Lo è stato negli anni ’80 quando Blixa Bargeld con gli Einstürzende Neubauten e Teho Teardo con il progetto M.T.T. descrivevano le periferie industriali in una sorta di esaltazione estetica della marginalità e del meccanicismo. La loro prima collaborazione, “Still Smiling” (2013), si è sviluppata intorno all’espressività del linguaggio che lega l’identità al corpo. Un progetto che ha recuperato quel dadaismo che ha animato l’espressività di Blixa sin dalle origini, ma che ha appassionato anche Teho, come ben evidenziato nel suo ultimo “Le retour à la raison. Musique pour trois films de Man Ray” (2015). Dadaismo che ha sempre avuto un unico intento: scardinare il senso comune per proporsi come veicolo di libertà e di gioia. La copertina di “Nerissimo” riprende il famoso “Ambasciatori” di Holbein il giovane (1533) e anticipa molti dei temi dell’album.

Innanzitutto l’amicizia di due uomini che vivono lontano ma che condividono numerose passioni in comune, simboleggiate dagli strumenti musicali in bella mostra, che sostituiscono gli strumenti di misura del tempo e degli spazi della versione originale. Oggetti che sembrano possedere una vita propria, come l’armonica che Teho ha portato con sé anche nello studio dell’artista Joan Mirò in “Into the Black”. Ma nella rilettura dell’opera di Holbein vi è molta altra simbologia. Dall’estetica (rinascimentale) delle forme duerazionali e geometriche del bello, allo sfondo pollockiano che ne sottolinea la tensione impulsiva e caotica. Per passare al teschio anamorfico visibile solo da una particolare prospettiva, che nel sottolineare la caducità dell’esistenza ne accentua anche gli aspetti ironici. La cancellazione del piccolo crocifisso nell’angolo in alto a sinistra ribadisce la visione materialista del mondo ed il rifiuto di qualsivoglia concezione spiritualista. Il nero o meglio il “nerissimo” non vuole essere, però, una scontata celebrazione del buio, sebbene quel non-colore sia sempre stato un elemento costitutivo dell’espressività di Blixa (“c’è tanto nero nel mio repertorio, molte ombre nel mio arsenale”, canta nell’omonimo brano).

Blixa spiega l’origine di quella fascinazione, ispirata ad una poesia palestinese, in cui l’autore scrive che l’utilizzo del nero serve per sottrarlo al mondo, per liberarlo da tutto il buio. Come una penna che scrivendo consuma il nero dell’inchiostro. Cantare il nero consente di liberare il mondo dell’oscurità, di “arrivare dall’altra parte, dove non c’è più buio”. Quel non-colore lo ritroviamo in DHX 2, dove l’attenzione di un paziente di un due1ospedale si concentra sul funzionamento di un macchinario o in The Beast che recupera le forme nascoste (ma sempre ironiche) della propria identità. Tra le cose migliori dell’album vi è la conversazione surreale con le anime dell’aldilà in Animelle (che sottolinea Blixa, non sono le interiore di un bovino) e Ulgae che descrive un micro-mondo tragico all’interno di una piastra di Petri, in una brulicante battaglia tra batteri e secrezioni, non dissimile dalle visioni allucinate di Hieronymus Bosch. La straordinaria e bellissima Nirgendheim si sviluppa su un tema malinconico e struggente, proponendosi come il brano più tehardiano e suggestivo dell’intero lavoro. La versione italiana di Nerissimo chiude un album notevole.

 

Tracklist: 1. Nerissimo (english), 2. DHX 2, 3. Ich Bin Dabei, 4. The Empty Boat, 5. The Beast, 6. Animelle, 7. Ulgae, 8. Nirgendheim, 9. Give Me, 10. Nerissimo (italian)

 

Voto: 7.5/10
Felice Marotta

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