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14 Maggio 2018 ,

Minami Deutsch WITH DIM LIGHT

2018 - Guruguru Brain Records
[Uscita: 20/04/2018]

Giappone

 

minamideutschMinami Deutsch sono una formazione giapponese nata a Tokyo nel 2014, frontman Kyotaro Miula (chitarra/synth/voce) a cui si aggiungono presto Takuya Nozaki (batteria) e Tatsuhiko Rauschenberg (chitarra) per la realizzazione del primo lavoro, uscito nel  settembre 2015 per Guruguru Brain. L’esordio auto-titolato mette in luce l’approccio minimalista e scarno dei Minami Deutsch, un ideale punto d’incontro tra il motorik di Klaus Dinger (Übergleich part I, II, Sunrise, Sunset, Terra Recipe) e il virtuosismo chitarristico di Michael Karoli (Vocalism A- Forever Takemitsu, Futsu Ni Ikirenai), un luogo in cui sui pattern ripetitivi di batteria si muove una chitarra spigolosa acuta, con colate di fuzz a coprire tutto.  A tre anni di distanza K. Miula torna con una nuova formazione: Taku Idemoto alla chitarra, Keita Ise al basso e ben quattro batteristi.

 

Il nuovo disco, “With Dim Light è annunciato aperto a una maggior sperimentazione verso generi musicali inediti per la band, post-punk  e rock psichedelico di ascendenza 60’s. Parzialmente vero: con la partenza in tempo dispari di Concrete Ocean siamo ancora dalle parti dei Can, con una chitarra orientale a portare una maggior ariosità alle vagonate di fuzz dell’esordio; le influenze psichedeliche sono pesanti in Tangled Yarn,minamideutsch1 brano che aveva anticipato l’uscita del disco, una girandola folk-rock carica di fuzz forse troppo lunga. Con la doppietta Tunnel (uscito come singolo nel 2016 per la svedese Höga Nord Records) e I’ve Seen a U.F.O.  la band  inforca un kraut-rock minimalista e rettilineo, questa volta nel segno dei NEU! e degli Harmonia. La stasi contemplativa di Bitter Moon non è che un attimo di respiro prima dei nove minuti di Don’t Wanna Go Back, la porzione più riuscita di “With Dim Light”, con chitarre che intessono arpeggi ipnotici su un tappeto ritmico ancora kraut, per una jam space-rock che deflagra piano nei vuoti cosmici. Il nuovo lavoro mette a fuoco un suono prima ancora grezzo ed acerbo. Tuttavia sono pochi i momenti salienti (Concrete Ocean, Don’t Wanna Go Back),  tanti  quelli in cui la musica fa difficoltà ad intrattenere (Tangled Yarn) o semplicemente annoia (I’ve Seen A U.F.O.). La resa dei conti avverrà probabilmente con il terzo album, per ora va bene la sufficienza. 

Voto: 6.5/10
Ruben Gavilli

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