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22 Agosto 2012 , ,

Ariel Pink's Haunted Graffiti Mature Themes

2012 - 4AD
[Uscita: 21/08/2012]

ariel pink mature themes# Consigliato da DISTORSIONI

 

Se non lo conoscete, d’ ora in poi non avrete più alibi: Ariel Pink (Ariel Rosenberg), ‘crazy head’ from Los Angeles, California è l’ultimo sconcertante, geniale ‘weird’  artist d’inizio terzo millennio proveniente da quelle parti, intendendo con weird… strano, bizzarro, lunatico, a cominciare da ‘Haunted Graffiti’ – vi lascio il piacere della traduzione più appropriata (‘graffiti infestati’?)  - il moniker che si trascina dietro dalle sue prime  strambe prodezze musicali,  “FF>>” (2002), “Scared Famous” (2002), “Worn Copy” (2003). Tutto in Ariel Pink è stravagante e surreale, oltre alle sue espressioni un po’ folli ed i colori dei capelli: la musica – un bricolage simil-zappiano dall’alto tasso melodico – il nonsense dei titoli dei brani, i testi dadaisti. 

 

La sua ottica artistica post-moderna è il prodotto di una sregolata decadente esistenza nella sregolata metropoli losangelena del 2000, la sua confusa  ed incasinatissima discografia di ristampe di (suo) materiale già edito – provate a raccapezzarvici -  è una gigantesca discarica di americanissimo pop melodico stravolto e mutante, con gli ectoplasmi di Todd Rundgren, Daryl Hall e John Oates, Bowie, Zappa abituali frequentatori. Bubblegum music inacidita, falsetti  e canzonette kitsch à la Mothers Of Invention di (quelli di "Absolutely Free”, “Freak Out”, “We're Only in It for the Money”), con radici profonde nell’immaginario freak  dei sixties. Stiamo parlando di un songwriter/singer/ polistrumentista – o one man band se preferite -  divenuto paradossalmente solo dopo una diecina di lavori aderenti rigorosamente all’estetica lo-fi più genuina, un po’ il pupillo della stampa specializzata internazionale cartacea ed online. 

 

E’ successo in corrispondenza  più o meno della pubblicazione nel 2010 di “Before Today”  il suo primo lavoro un pò nei recinti di una spiazzante ‘normalità – e per questo di successo, vincendo il premio di ariel pinkPitchfork di “Track of the Year 2010” con Round Round – ed anche il primo disco per l’inglesissima label 4AD. Francamente si fatica ad accostare riferimenti così distanti ma la cosa ha funzionato: anche il nuovo “Mature Themes” esce per label suddetta.  Ariel Pink ha dichiarato zelante alla stampa: ‘Non ci sono link al mio background lo-fi in “Mature Themes”, è diverso da tutto ciò che ho fatto in precedenza. In un certo senso, è il disco che volevo fare davvero ai tempi in cui realizzai “Before Today”. Ma allora non ero in grado di realizzarlo. Ora, abbiamo avuto tempo di provare cose nuove’

 

In “Mature Themes”  (titolo sarcastico?), autoprodotto e realizzato in uno studio della downtown di L.A.,  il nostro  continua ad usufruire della preziosa collaborazione di Cold MGN (drum programming ed additional mixing), mettendo a punto un pop sound freschissimo, pulito dove spadroneggiano come sempre le sue sgargianti tastierine  freaky-vintage, sorretto da un songwriting geniale, bene a fuoco, ripulito dalle scorie del passato, dai connotati arty, e da un’altissima straniante qualità melodica, non proprio di facile ascolto. L’artista è eclettico, stravagante, di razza spiazzante: quattro mesi fa, a fine Aprile 2012, ha fatto uscire per la Stroll On Records “Ku Klux Glam” (titolo geniale!), un poderoso enigmatico doppio lavoro  di 61 brani di tutt’altro segno, a quattro mani con il nashvilliano R. Stevie Moore, suo amico e maestro dichiarato (al pari del terribile Kim Fowley) ed antesignano 60enne di home e bedroom recordings in purissimo lo-fi.  

 

ariel pinkTredici le songs di Mature Themes, con una sola cover, la finale Baby, una sdolcinata soul-pop song del 1979 di Donnie and Joe Emerson, abbastanza fuori contesto rispetto ai 45 minuti di strabordante ‘cosmic pop’ distillato che la precedono. Nel caso vogliate essere indirizzati ai migliori brani – in questo caso ‘temi maturi’ – della raccolta, non possiamo che assicurarvi che ogni episodio è un’ipotesi fascinosa di pop avveniristico, orecchiabile ma complesso in egual modo: svettano i suadenti temi di Kinski Assassin e Only In My Dreams, la sfaccettata ed avvincente Early Birds Of Babylon, la zappiana (ancora una volta) Farewell American Primitive, che con i suoi giochetti percussivi sembra un outtake di "Chunga's Revenge", la morfinica decadente Nostradamus and Me. Mature Themes esige comunque ascolti ripetuti, è un forziere ricolmo di preziose e geniali intuizioni.

Pasquale Wally Boffoli

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