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4 Marzo 2013 , ,

Robyn Hitchcock LOVE FROM LONDON

2013 - YepRoc/Audioglobe
[Uscita: 5/03/2013]

Robyn Hitchcock Love From LondonPer Robyn Hitchcock questo non è un disco come gli altri. Intendiamoci: quanto a bellezza e lunare fantasia delle canzoni non ha assolutamente nulla da invidiare alla nutrita schiera di predecessori hitchcockiani. In più, però, c’è pure il brivido di un appuntamento esistenziale di quelli importanti. Negli stessi giorni in cui esce nei negozi questo Love From London, infatti, il buon Rob compie sessant’anni. Ebbene sì: sono arrivati anche per lui, alla fine, i benedetti sixties. Quelli della vita, dopo una vita passata a rincorrere quelli del mito. Come direbbe uno degli eroi di quella stagione incantata che Hitch ha da sempre nel cuore – insieme agli altri della ghenga: Syd, il Capitano, gli Scarafaggi – è molto più giovane oggi di ieri. A tradire l’età è solo la capigliatura innevata, non certo la voce – espressiva e sempre meravigliosamente lennoniana -  e meno che mai l’ispirazione.  Come è naturale quando si compiono certe simboliche quadrature di cerchio, viene naturale guardarsi indietro e - forse persino inconsapevolmente – riassumere tutti i se stessi passati.

 

Ecco quindi l’Hitchcock di ballate spoglie sostenute dai rintocchi di un pianoforte, malinconiche e inglesi come certi baracchini da gelataio sul lungomare di Brighton, che riportano alle atmosfere di dischi come I Often Dream Of Trains e Eye: l’iniziale Harry’s Song e My Rain parlano quel linguaggio dimesso eppure toccante. Ma c’è anche il vecchio ragazzo al quale Magical Mistery Tour fece girare la testa nel Natale del ‘67, e se le prime battute di Stupefied non sono quelle di Flying mi mangio un granchio crudo con tutte le chele come quelli con cui il nostro eroe si faceva fotografare anni fa. Psichedelia portacirobyn hitchcock via. Ma è una psichedelia gentile e soffice come una nuvola, basta ascoltare End Of Time per capirlo. Non manca neppure il Robyn gioviale e pop, ad esempio quello di Strawberries Dress o di Be Still, quest’ultima con un indovinato contrappunto di violino e un testo particolarmente efficace nel dipingere con poetica delicatezza una figura femminile un po’ borderline (“What is swimming through her mind as she sits alone/as beautiful as silence and as quiet as a stone”). L’unico momento insipido è la ripetitiva I Love You, ma si tratta di una piccola sbavatura di grigio su un quadro come e forse anche più del solito ricco di colori e di paesaggi nei quali è bello perdersi.  Insomma: tanto amore da Londra, anche questa volta. Ricambiato, con i nostri migliori auguri di compleanno.

Voto: 8/10
Carlo Bordone

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