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1 Novembre 2013

Lee Ranaldo and the Dust LAST NIGHT ON EARTH

2013 - Matador
[Uscita: 8/10/2013]

Lee Ranaldo and the Dust “LAST NIGHT ON EARTH# CONSIGLIATO DA DISTORSIONI

 

Coincidenza vuole che ascoltiamo questo disco poco dopo avere appreso della morte di Lou Reed. Sentendo il riff che apre il nuovo lavoro solista dell'ex Sonic Youth pensiamo quanto la storia della musica attuale debba al newyorchese. In seguito lo stile cambia, prendendo le tracce di un tipico rock americano moderno, tra gli Husker Du più melodici e i REM più ispirati. Alcune soluzione armoniche, come i contrappunti delle steel drums in Key hole mostrano che la collaborazione con Jim O' Rourke non è passata invano.  Questo disco, inciso con l'abituale sodale Steve Shelley alla batteria, il chitarrista con frequentazioni d'avanguardia Alan Licht e Tin Luntzel, presenta nove canzoni, quasi tutte molto lunghe. Viene spontaneo confrontarlo col lavoro solista di Thurston Moore “Demolished thoughts”. Quello presentava un'anima più psichedelica, e il ricordo di della new wave malinconica alla Cure. Qui abbiamo un'attitudine più pop, le canzoni sono spesso gioiose, come l'iniziale  Lecce, leaving, molto improntata alla melodia. Non mancano però aspetti legati alla sperimentazione che ha reso impareggiabili i Sonic Youth e li ha aperti alle collaborazioni più avventurose: Key hole, ad esempio si apre con un muro di feedback come quello che assaliva gli ascoltatori del gruppo newyorchese: ma subito il pezzo si trasforma in una canzone pop più malinconica della precedente, ma molto raffinata nella costruzione.

 

Ranaldo si dimostra con questo “Last night on earth” valido autore di canzoni. Imbraccia anche la chitarra acustica, come in Home Chds, gradevole ballata che sa un po' di già sentito, ma proprio per questo ha il fascino del familiare. I pezzi sono variati al proprio interno, con cambi di ritmo e tonalità e duelli d'altri tempi tra le due chitarre. Due canzoni sono piuttosto eccentriche rispetto alle altre. Lee Ranaldo and the Dust “LAST NIGHT ON EARTHLate descent n°2 inizia come un madrigale antico, con un leggiadro clavicembalo a fornire la base armonica. Black out è un lungo psychoblues, sulla scia di quelli che i grandi Black Angels ci hanno regalato spesso. Ma anche questi due brani hanno variazioni interne con spunti pop e momenti in cui l'arrangiamento del brano muta totalmente, verso la canzone intrisa di umori anni '60. Da segnalare anche come Ranaldo appaia anche molto più maturo come cantante, anche se la sua voce è simile a quella di Michael Stipe e di altri cantanti del post punk americano. Passare l'ultima notte sulla terra in compagnia di Lee Ranaldo and the Dust è una buona idea; e se qualcuno si sente orfano dei Sonic Youth (ammesso che lo sia: i Sonic Youth hanno inciso capolavori assoluti, ma da tempo andavano avanti nella routine) al pensiero che le carriere soliste dei leader sono partite ottimamente si rinfrancherà. 

Voto: 7.5/10
Alfredo Sgarlato

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