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13 Settembre 2012 ,

ZZ Top LA FUTURA

2012 - Universal Republic
[Uscita: 11/09/2012]

ZZ Top LA FUTURA# Consigliato da DISTORSIONI

 

Cosa chiedere di meglio agli ZZ Top se non di fare gli ZZ Top? E allora a nove anni di distanza dal precedente “Mescalero” e dopo una gestazione lunga quattro anni, anni durante i quali i nostri hanno consumato migliaia di chilometri per raggiungere i palchi di mezzo mondo, arriva finalmente il quindicesimo album dei texani. Prodotto da Billy Gibbons e da Rick Rubin, il fondatore della Def Jam e produttore in ambito hip hop e metal, ma anche di Johnny Cash e RHCP, il disco ci restituisce in ottima forma il suono grezzo e selvaggio del southern rock, riff chitarristici, ottima e impeccabile sezione ritmica, energia funky, ballatone rock, digressioni hard e anima blues. Malgrado la lunga gestazione il disco riesce a trasmettere tutta la carica e l’energia che i tre manifestano dal vivo, ma anche l’affiatamento, il senso di complicità, il divertimento e l’ironia che Gibbons, Dusty Hill e Frank Beard trovano nel suonare insieme; del resto 42 anni sempre con la stessa formazione sono un record davvero insuperato e insuperabile. Come ha dichiarato Rick Rubin prendendo in mano la produzione di “La Futura”: "La mia idea degli ZZ Top è tre ragazzi che suonano insieme nello stesso momento in cui si accende la luce rossa", quindi interventi in post-produzione ridotti all’essenziale per privilegiare lo spirito rock’n’roll della band che si esalta nelle sue divertentissime ed eccitanti esibizioni live.

 

“La Futura”, titolo in tex-mex come nella migliore tradizione del trio, si compone di dieci brani, tutti della durata intorno ai quattro minuti, che non deluderanno i fan. Si comincia con I Gotta Get Paid, cover di 25 Lighters di DJ DMD, della quale mantiene la sensualità e ritmi hip hop riletti in chiave blues rock, ne viene fuori un crossover acceso, ma non proprio convincente; i due brani che seguono Chartreuse e Consumption rientrano a pieno titolo nella classica produzione ZZ Top, rock’n’roll potente, ritmo incalzante, immagini di lunghe strade nel deserto texano a bordo di potenti Harley Davison, e nella seconda, ispirata a La Grange, ritmi funky, niente di nuovo, ma una goduria... ; Over You è ballatona triste, arpeggi di chitarra e piano, mentre la voce di Gibbons si fa più roca che mai, quasi sofferente, lasciando volutamente trasparire il trascorrere degli anni. Heartache In Blue irresistibile blues in salsa southern rock con chitarra e armonica in evidenza; la temperatura non si abbassa con la successiva  I don’t wanna lose, losen you rock’n’roll da palcoscenico fumoso e birra a fiumi, Flying High è l’episodio più debole, divagazione in chiave metal, ma il brano è fiacco e vola basso; It’s To Easy, Mañana aspra ballata dall’andamento ondeggiante e dinoccolato caratteristico dei texani. Si torna al rock blues con Big Shine Nine; chiude l’album uno dei pezzi migliori Have A Little Mercy blues dell’anima, struggente, con il suono pulito e tagliente della chitarra, peccato sia troppo breve.

 

Nessuna rivoluzione, e chi la pretendeva?, ma è  confortante ritrovare questi tre arzilli nonnetti che ci ricordano che nella vita c’è bisogno ancora degli ZZ Top, alfieri di un modo di fare musica diretto, energico, comunicativo, onesto e divertente che a distanza di quarant’anni è ancora in grado di catturarci, let’s rock!

Ignazio Gulotta
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