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24 Giugno 2012 , , ,

Chain And The Gang IN COOL BLOOD

2012 - K Records, Secretly Canadian
[Uscita: 26/06/2012]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni

 

chain & the gangSperiamo non vi siate perduti le gesta musicali di Mr. Ian F. Svenonius  negli  anni ’90! Non sapete di chi stiamo parlando, o forse qualcuno si ricorda di lui? Questo l’avevamo messo in conto, trattandosi di un signore che non avete mai visto in tv e che probabilmente non vedrete mai: vi confessiamo che farvi fare la sua conoscenza in questa sede ci intriga moltissimo, perché  cari signori vi presentiamo uno dei musicisti-frontman-compositori-scrittori-predicatori-attori più bizzarri della scena indie rock americana degli ultimi vent’anni. Ma andiamo per gradi: Ian Svenonius, di Washington, D.C.  è prima di tutto un singer ed interprete  eccezionale, sin dai tempi della sua prima band, i Nation Of Ulysses e poi  nelle sue varie e numerose reincarnazioni artistiche,  dai fondamentali Make-Up - autori tra il 1996 ed il 1999 di cinque imperdibili album all’insegna di un garage-r&b-soul-lo fi rock personalissimo – giù attraverso Scene Screamers, Weird War, David Candy, Cupid Car Club sino appunto ai Chain & The Gang.

 

Con questo “In Cool Blood” il combo sigla il terzo lavoro su K Records, una delle etichette americane che hanno fatto la storia dell’Indie - fondata da Calvin Johnson – e che si accompagna alle abrasive creature musicali di Svenonius sin dagli anni dei Make-Up, insieme ad altre labels decane e seminali come Dischord Records e Drag City.  Una voce, dicevamo, incredibile la sua, rauca e rugginosa, che da sempre fonde l’istintività grezza del  lo fi-garage  ed il soul penetrante  della lezione  r&b nera, con valore aggiunto il feeling  ansioso ed urgente di un predicatore bianco profano; dal vivo poi Svenonius produce lo stesso speed di una fix di anfetamina. Gospel Yeh-Yeh, così non a caso  Ian ha definito il genere che ha inventato con i Make-Up: i suoi  concitatissimi sermoni  soul-rock erano a quei tempi il viatico attraverso il quale cercava di far prendere coscienza alla gente dell'oppressione del Sistema di cui è vittima, dei danni irreparabili causati dal capitalismo e dai governi ottusi di tutto il mondo, ai fini di una rivolta dal basso per sbarazzarsi di tutti i 'porci'; se ci aggiungiamo la finanza internazionale si può concludere quanto attuale sia oggi il messaggio che Svenonius voleva trasmettere, e che continua a promuovere con Chain &  The Gang.

 

chain & the gangDown With Liberty... Up With Chains!” (2009) il loro primo album, e queste sono a riguardo le parole fideistiche, il paradosso religioso professato dal reverendo Svenonius: ‘Ovunque la libertà sia arrivata, ha lasciato un sentiero di distruzione, cibo veloce, cattiva architettura, materialismo, cupidigia rampante, distruzione ambientale, imperialismo, lotta di classe; queste storture, se combinate, sono sinonimo di Libertà’; chiaro no?  Con “Music’s Not For Everyone” (2011), il secondo album,  il messaggio di padre Svenonius diventa ancora più estremo: la musica è l’unica musa capace di creare un nuovo ‘umanesimo’ globale, ma diventa patrimonio spirituale solo delle anime che si lasciano possedere da essa, senza riserve, che la interpretano e la comprendono, che ne fanno un sentiero luminoso da seguire ogni giorno della propria vita per arrivare alla salvezza.

 

Il terzo capitolo della saga vive di ‘sangue fresco’, rigenerato: la trasfusione è in atto da tanto ed è cosa complicata, richiede dedizione e costanza, in questo nessuno può battere il nostro dinoccolato artista, che qui si circonda di  una nuova band coi fiocchi, il fior fiore dell’indie americano, proveniente da altre esperienze: Fred Thomas (Saturday Looks Good to Me), Brian Weber all’organo (Dub Narcotic Sound System), Brett Lyman (Bad Thoughts) alle chitarre, Sarah Pedal (Seahorse Liberation Army), Amber Fellows al piano, Chris Sutton al basso,  Fiona Campbell alla batteriaIn Cool Blood”  ritorna a tutte le magnifiche ossessioni di Ian dai tempi dei Make-Up, ed in questo caso è  coadiuvato efficacemente da Katie Alice Greer, spalla vocale svenevole ed eroticheggiante (da nude club d’infima categoria): rhythm & blues (You better find something to do), funky sbilenco (If i only had a brain), Gospel Yeh-Yeh (I’m not interested Pt. 1 e 2), garage oscuro e torbido (Living in a phanter’s cage), blues malato ed inquietante (Heavy Breathing, con i sospiri sexy di Katie Alice Greer), punk lo fi asfissiante (In Cool Blood). Il tutto vivificato e soffiato nella vostra anima dal carisma gigantesco di Ian Svenonius e da una band che fa faville. Noi siamo ormai da tempo discepoli convinti e fedeli della dottrina di padre Ian Svenonius! Molto prima di lui Fëdor Dostoevskij aveva detto: ‘solo la bellezza potrà salvare il mondo!’. Noi crediamo fermamente in quella (artistica) morbosa contrabbandata da Svenonius. Voi? 

 

Voto: 8/10
Pasquale Boffoli

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