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20 Novembre 2014 ,

Gong I See You

2014 - Mad Fish/Snapper Records
[Uscita: 10/11/2014]

Australia-Iran-Italia-Inghilterra                              # Consigliato da Distorsioni

gongDaevid Allen è per eccellenza uno spirito anticonvenzionale assolutamente sdoganato da appartenenze a generi o a stili. Pur essendo stato attivo nella scena della beat generation, della contro cultura hippie e protagonista indiscutibile di quello che diventerà il Canterbury sound, capace di mescolare prog, rock e jazz, egli persegue in realtà un’estetica propria. La porta avanti con i Gong, di cui è padre spirituale, legando le vicende dell’ensemble stesso ai suoi alti e bassi, ai suoi capricci di persona inquieta e poco incline ai compromessi. L’iconografia dei Gong, ovvero l’autentico proposito di Allen, è sceneggiare un acid rock deforme e strampalato in cui predominano creatività e folle improvvisazione. Lascivia e bizzarra leggerezza che, diciamolo chiaramente, alcuni dei membri più impegnati e più ortodossi (su tutti Didier Malherbe e Pierre Moerlen) non sempre hanno supportato e incoraggiato, lasciando così cadere quell’autentico spirito goliardico e freakettone che invece è l’impronta più pura e rilevante del gruppo. La scintilla pazza della genialità. Per chi conosce bene la lunga parabola dei Gong può certamente sostenere che lavori quali “Shamal” e “Gazeuse!” pur nella loro fusion di ottima qualità, non hanno nulla dei calderoni surrealisti concepiti da Allen. 

 

gong1Ma rinviando alla nostra trattazione più specifica dell’intricata storiografia del gruppo, cerchiamo di dare una collocazione a questo nuovo “I See You” che, dopo il ritorno di ‘conferma’ dell’ottimo “2032” (2009), in cui Allen, Hillage e la Smyth ridavano vita con grande verve alle esilaranti vicende dei pot head pixies - rimettendo in piedi la saga più visionaria e travolgente della storia del rock psichedelico e progressivo (quella della trilogia "Radio Gnome: Flying gong2Teapot", "Angel’s Egg" e "You") -  vuole ora ‘fissarne’ le tipicità con l’ennesimo pregevole episodio da consegnare alla storia. Una specie di testamento para-estetico di Allen che (tranne Gilli Smyth presente con i suoi space whispers come guest ma non nell’organico ufficiale) si circonda di una nuova squadra di musicisti e detta tutte le linee concettuali ed esecutive. Syllabub fa il verso al magnifico “Camembert Electrique” e si snoda con ritmi fluidi quanto intrigati in un free jazz fiabesco, dilatato ed infine ipnoticamente affievolito dal flauto e dal sax di Ian East. This Revolution e Shakti Yoni & Dingo vanno invece a ripescare nelle atmosfere spaziali e morbidamente svampite del Planet Gong.

 

Psichedelia in dissolvenza, contrappunti ubriachi, avvitamenti progressivi in parte trasognati e in parte sfilacciati e volutamente iperbolici anche se mai fastidiosi, richiami ad un esoterismo orientale di filosofia Hare Krsna, questi gli ingredienti rimessi in campo egongclarissa rimescolati liberamente. Tutto funziona perfettamente, tutto è armonico e gradevole anche se forse non si ravvisano grossi exploit ed è difficile non rimettere insieme una serie di rimandi al già sentito. Ma veramente bandiamo ogni intento dimostrativo da una band che in 46 anni ha fatto del sorprendente la sua bandiera! Plaudiamo piuttosto agli episodi salienti di questo lavoro. Occupy esempio di cacofonia e gongclarissalambertimprovvisazione free form, le propulsioni di You See Me e Zion My T-Shirt, sorta di parodia infantile delle atmosfere flower power che degenera in pura evanescenza onirica. E poi The Eternal Wheel Spins che nei suoi sette minuti, con pacatezza e maturità degna dei grandi talenti, sa riconsegnarci un’irresistibile riassunto che parte dai deliqui spaziali, attinge alla fusion, la ricompatta con carambole e funambolismi di grande creatività e, attraverso tocchi sperimentali e divagazioni schizoidi le va a legare all’epica patafisica e clownesca dei Gong più demenziali.  E davvero lo stupore si incarna nel carisma di questo grande vecchio dinoccolato in superpippo che concentra nella sua figura entusiasmo e coerenza.

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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