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30 Novembre 2015 , ,

Eivind Aarset I.E.

2015 - Jazzland Records
[Uscita: 18/09/2015]

Norvegia  #consigliatodadistorsioni    

 

elvin aarset IE_CoverChiusa l'eterea parentesi di "Dream Logic" (2012, ECM), Eivind Aarset torna in casa Jazzland mettendo a frutto un considerevole background musicale all'interno di un quadro stilisticamente coerente e scorrevole all'ascolto. Le nove composizioni di "I.E.", dalla struttura progressiva di canterburiana memoria, si muovono attraverso i territori di una sperimentazione nella quale il poliedrico chitarrista norvegese dimostra di saper distillare una forte personalità padroneggiando con cura elementi di elettronica, jazz, rock, metal, noise e musica dell'Africa Occidentale.

Non è certamente un caso che abbia militato nelle formazioni di Nils Petter Molvær, Dhafer Yussef e Jon Hassel anche se tra le influenze più evidenti -ne sia un vivido esempio il trascinante Rask- possiamo riconoscerne alcune attinte direttamente dai connazionali Motorpsycho e Jaga Jazzist. Da un punto di vista strettamente chitarristico, in Aarset si colgono di tanto in tanto degli spunti provenienti probabilmente da Scofield e Frisell, mentre in One And The Same sembra evidente l'omaggio alla maestria di Jeff Beck.

 

Tornando all'album nel suo insieme, questo si mantiene costantemente in equilibrio tra momenti descrittivi e dilatati, quasi si trattasse di una colonna sonora, ed altri dal carattere 62060_159621224054928_3504440_nabrasivo, al limite del situazionismo dei This Heat più spinti; in questo senso un brano come Hidden/Feral suona come paradigmatico per l'intero lavoro.

Un gioco di alternanza che in Wanderlust (potete trovarne facilmente un'ottima versione eseguita al Fano Jazz By The Sea di quest'anno) vede un'ulteriore testimonianza dell'eccellenza qualitativa 61752_160750757275308_3853944_nraggiunta dalla creatività di Aarset. Il respirio visionario di I.E. raggiunge i suoi picchi evocativi in They'll Be Asked Nothing dove, lasciando andare  l'immaginazione, potremmo assistere allo spettacolo di un mare in tempesta le cui onde vanno ad infrangersi ineluttabilmente sugli inospitali quanto affascinanti fiordi norvegesi.

Sarebbe troppo semplice, nonchè fuorviante, relegare questa ottima prova discografica dietro ad etichette di genere come nu-jazz o quant'altro ci possa venire in mente, Aarset sarebbe sempre almeno un passo avanti. Buon ascolto, davvero.

 

Voto: 7.5/10
Aldo De Sanctis

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