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27 Settembre 2020

Bill Callahan Gold Record

2020 - Drag City Inc.
[Uscita: 04/09/2020]

Esce un po' a sorpresa “Gold Record”, secondo album in due anni per Bill Callahan, che sembra aver ritrovato prolificità ed ispirazione dopo un silenzio durato un lustro, in cui il cantautore si è calato prima nel ruolo di marito, sposando nel 2014 la fotografa Hanly Banks, poi in quello di padre, con la nascita del figlio Bass l'anno successivo. Abbandonati gli sperimentalismi ed il rumorismo dell'era Smog, Callahan nella seconda parte della propria carriera ha abbracciato l'ideale del ritorno alla natura e alla vita rurale, conferendo ai propri brani una forza evocativa unica: canzoni sussurrate nel silenzio e nella notte, fatte di melodie essenziali nate da un profondo senso di armonia con l'universo intero. Con Shepherd In A Sheepskin Vest, il redivivo cantautore introduce in maniera più importante il tema della famiglia e del senso di comunità che nasce dal duplice ruolo di marito e padre: si accentua la componente intimista dunque, e "Gold Record” prosegue con coerenza la terza vita artistica di Bill. Dieci brani ancora una volta all'insegna di un minimalismo solo apparente, poiché essi in realtà sono figli di un lavoro di affinamento e ricerca sonora e personale che dura ormai da trent'anni. Le melodie e il sound in generale si fanno album dopo album sempre più morbide e accoglienti. La voce di Bill nei nuovi pezzi sembra farsi ancor più bassa, eppure nonostante il suo magnetismo aumenta, assumendo un tono quasi religioso, sacrale: ci ricorda sempre più quel carisma unico che caratterizzava Johnny Cash e probabilmente non siamo i soli a pensarlo, se lo stesso Callahan decide di aprire il disco pronunciando “Hello, I'm Johnny Cash”, il secco e solenne saluto con cui l'uomo in nero apriva i propri spettacoli. Un senso di serenità e appagamento permea tutti i pezzi del disco: da Pidgeons, brano sul matrimonio e primo single tratto dal disco, ad Another Song, canzone sulla vita da cantautore inizialmente destinata ad Emmylou Harris ma poi recuperata in “Gold Record”, troviamo un Bill Callahan che osserva il mondo attorno a sé in maniera sorniona, senza mai rinunciare ad un pizzico di caustica ironia. Un lampante esempio a tal proposito è Protest Song, un pezzo che in realtà contesta le false canzoni di protesta, le quali secondo l'artista confondono la gente narrando menzogne. Molto particolare l'apertura del lato B del disco: Callahan riprende in maniera più scarna ed intimista Let's Move To The Country, il celebre brano che apriva quell'ottimo album del 1999 ancora a nome Smog intitolato "Knock Knock": rispetto al precedente lavoro, le spigolosità sonore sono completamente sparite ma, soprattutto, i puntini di sospensione che lasciavano solamente immaginare all'ascoltatore la conclusione della fuga bucolica dei protagonisti sono sostituiti dalle parole "Family" e "Baby", dando alla vicenda una perfetta chiusura del cerchio ed un lieto fine. L'anelito alla libertà e ad una vita in armonia con la natura traspare nuovamente in Cowboy, canzone che riprende il mito Western e il senso di simbiosi con la natura riprendendo non tanto l'immagine del mito americano un po' rude e fascistoide di John Wayne, ma quello di eroi più ordinari capaci di accontentarsi di poco, come quelli impersonati da James Stewart o il nostrano Trinità. Fa sorridere anche Ry Cooder, omaggio scanzonato al grande chitarrista, anch'egli certamente annoverabile fra i riferimenti del nostro, vuoi per l'attitudine improntata alla libertà più assoluta, vuoi per alcuni aspetti dello stile alla sei corde. Pur essendo secondo alcuni nato come filler per riempire l'attesa di nuove esibizioni dal vivo durante il periodo di lockdown, “Gold Record” è un lavoro che conferma il ritrovato stato di ispirazione per Bill Callahan, tornato a condividere con il resto del mondo la sua personale e assai umana visione musicale. Forse si tratta oggettivamente di un'opera minore e nata dal recupero di alcune vecchie idee, ma il valore e la capacità comunicativa dei suoi dieci brani ne fanno un'opera certamente destinata a conquistare il cuore dei fan e non solo.

Voto: 7/10
Fabio Rezzola

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