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3 Marzo 2013 ,

The Elephant Stone ELEPHANT STONE

2013 - Hidden Pony/Reverberation Appreciation Society
[Uscita: 5/02/2013]

The Elephant Stone, ELEPHANT STONE, Hidden Pony/Reverberation Appreciation SocietyHa fatto parte del gruppo canadese di pop-folk psichedelico The High Dials il fondatore degli Elephant Stone, Rishi Dhir. Nel 2009, lasciata la prima band, decide di avviare un suo progetto autonomo, inizialmente solista, che, pur se ben incardinato nella tradizione indie-pop occidentale, recuperi e valorizzi anche la tradizione musicale indiana, dalla quale Rishi Dhir proviene. Il nome che sceglie per il gruppo è Elephant Stone, titolo del terzo singolo degli Stone Roses, uscito nel 1988 con la produzione di Peter Hook, allora bassista dei New Order. E, guarda caso, il titolo del singolo contiene il nome di un animale sacro per la cultura indiana, l’elefante, che dà le sembianze a una delle divinità più importanti dell’Induismo, Ganesha (chiamato anche Ganesh o Ganapati), simbolo di saggezza, energia positiva, prosperità e fortuna. Sono così riassunte due su tre delle coordinate entro le quali la musica degli Elephant Stone si muove: l’indie-pop di matrice British e la musica indiana. Il terzo punto di riferimento è il pop-rock psichedelico degli anni ’60 di gruppi come i Beatles e i Kinks, ai quali Dhir direttamente si ispira.

 

L’amalgama dei tre elementi, in questo secondo lavoro in studio degli Elephant Stone, raggiunge dei risultati davvero molto interessanti. I dieci brani dell’album scorrono rigogliosi nel loro alveo indie-pop, ben avviato dalle due tracce iniziali, Setting Sun e Heavy Moon, per poi perdersi di tanto in tanto in rivoli sixties, come nel brano Hold Onto Yr Soul. I momenti migliori dell’album sono però proprio quelli in cui il pop di stampo occidentale va a fondersi con le sonorità tipiche dell’India, in cui il sitar non fa solo da sottofondo ma si sovrappone e si interseca alle chitarre elettriche. Il sitar è ovviamente suonato dallo stesso Shir, cantante e polistrumentista, che peraltro lo suona anche per diverse altre band, tra cui  i Black Angels, i Brian Jonestown Massacre, i Soundtrack Of Our Lives. Sono questi i momenti che meglio esprimono il senso della definizione “hindie rock” che gli Elephant Stone danno del loro genere, nato dalla fusione delle due tradizioni musicali, il cui apice è senza dubbio rappresentato da un brano suggestivo come A Silent Moment, con il cantato di Rishi Dhir che comincia in inglese e poi vira verso la sua lingua d’origine, e dall’irruenza orientaleggiante di un pezzo come Sally Go Round the Sun, con un ineguagliabile crescendo di sitar e chitarre. Un album raffinato per palati fini.

Voto: 7.5/10
Rossana Morriello

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