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25 Settembre 2023

Homunculus Res Ecco L’Impero Dei Doppi Sensi

2023 - AltRock
[Uscita: 15/06/2023]

Dopo dieci anni di attività, hanno esordito nel 2013 con “Limiti All’Eguaglianza Della Parte Con Il Tutto”, sarebbe anche l’ora che la band palermitana Homunculus Res riscuota l’attenzione che merita e che, 'nemo propheta in patria', sembra trovare maggior riscontro all’estero. L’occasione è propizia potrebbe essere questo loro quinto lavoro, il cui titolo “Ecco L’Impero Dei Doppi Sensi” riecheggia un celebre film del regista giapponese Nagisa Oshima, ma se lì il tema era il rapporto fra amore e morte, qui ci orientiamo verso una sorta di nichilismo distopico che sia pur con quella vena leggera e surreale che contraddistingue i testi e lo stile canoro di Dario D’Alessandro ci offrono un quadro desolante e senza speranza per il futuro del pianeta. «Pensavo al vuoto cosmico / al grande spazio siderale / non c'è un principio / non c'è il gran finale» recita una strofa del brano iniziale Il Gran Finale mentre l’arrangiamento crea una sorta di caos controllato nel quale spicca il bel lavoro della chitarra solista di Mauro Turdo ad accompagnare la voce rarefatta e wyattiana di D’Alessandro. Anche la successiva Quintessenza La La La pur spostandosi musicalmente su una vena pop bizzarra e giocosa non può che concludere che la quintessenza è solo l’assenza, splendida la coda strumentale. Il disco prosegue felicemente lungo la strada dei precedenti, siamo nell’orbita della musica canterburyiana e del Rock In Opposition, di band come Picchio Dal Pozzo e Cardiacs. Il Bello E Il Cattivo Tempo è per esempio in piena linea Canterbury, mentre Viaggio Astrale Di Una Polpetta, unico brano non scritto da D’Alesssandro, ma dal tastierista Davide Di Giovanni gode della collaborazione del duo degli Sterbus e di una fantasmagoria sonora a metà strada fra Zappa e i suoni giocosi e infantili di Pascal Comelade. A questo punto non ci sorprenderà trovare in scaletta un titolo come Fine Del Mondo che vive del contrasto fra il canto stralunato e pop e il testo distopico, menzione speciale per la chitarra solista. L’ipnotica e jazzata Pentagono, la malinconia pop di Parole E Numeri, la sfuggente e frastagliata Cinque Sensi e il pop sbilenco di I Fiumi Dell’Oblio ci conducono agli eccellenti ed estrosi dieci minuti finali di Doppi Sensi, una sorta di suite prog sulla contraddittorietà del nostro vivere e del nostro blaterare, molto musicale il testo grazie a un uso sapiente delle allitterazioni. A conti fatti siamo al quinto centro per gli Homunculus Res che si confermano come una delle band più vive e interessanti del panorama musicale attuale, anche se la società va inconsapevolmente verso il vuoto, anzi in quel vuoto sguazza annichilita, rimbambita, illusa di star vivendo nel migliore dei mondi possibili, noi possiamo sempre consolarci con la bella musica.

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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