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19 Ottobre 2017

Ufomammut 8

2017 - Neurot Recordings
[Uscita: 22/09/2017]

Si può asserire senza tema di smentita che i piemontesi Ufomammut siano ormai da annoverare tra le più brillanti formazioni di doom-metal, in Italia e all’estero. La bruciante miscela, sapientemente dosata, di elementi doom, stoner, psych, rende il loro stile peculiare e incisivo quantomai. Dopo le superbe prove discografiche, negli anni scorsi e solo per citarne alcune, di “Lucifer Songs”, “Idolum”, “Eve”, “Ecate”, la band di Tortona licenzia per i tipi della Neurot Recordings questo possente ultimo album, 8”. I toni sono sopra le righe sin dall’inizio col massiccio muro sonoro di Babel, una spessa e impenetrabile cortina grigio-ferro intersecata da saettanti linee di psichedelia. Cupa come una notte tempestosa avvolta da brume invernali è Warsheep, un continuo feedback di chitarra modulato in note di mera devastazione, con la voce di Urlo che pare sortita da avelli infernali. Zodiac è un segmento di materia incandescente per sopravvissuti a un’ecatombe nucleare.

Fatum, nel suo incedere monocorde e ferale, appare l’episodio meno efficace dell’intero album, non riuscendo a staccarsi da un tema troppo ripetitivo. Il livello del disco torna a salire con la variegata liturgia tenebrosa di Prismaze, monumentale muraglia chitarristica qua e là trapassata da sventagliate di pura psichedelia. Sembra, poi, giungere da una fitta foresta pullulante di anime dannate la funerea cascata di suoni di Core.Sabbathiana post-litteram è senza ombra di dubbio, non solo nell’incipit, la traccia successiva, Wombdemonium, sorta di oscurissima nenia proveniente dai più fondi e paurosi abissi, da cui echeggia la voce indemoniata come tuffata in soluzioni di catrame e soda caustica, il tassello più brillante del disco. A chiudere degnamente un album certamente di buon livello è il sigillo finale di Psyrcle, lenta e psichedelica discesa sonora nei reami oscuri della coscienza, dove dormono i demoni della contemporaneità.

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

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