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23 Gennaio 2014 , ,

Luminance Ratio REVERIE

2013 - Bocian Records
[Uscita: 20/09/2013]

luminance ratioI Luminance Ratio hanno esordito nel 2009 con l’ottimo “Like Little Garrisons Besieged”, uscito per Boring Machines - Frattonove, che sicuramente aveva destato attenzione negli amanti del genere noise elettroacustico e della sperimentazione elettronica. Un’attenzione ben riposta che ha successivamente trovato conferma del loro talento in due eccellenti split che hanno chiamato in causa eminenze grigie da riverenza come Steve Roden e Oren Ambarchi. Con questa loro ultima perla però non sfugge, a chi li aveva ascoltati precedentemente, una maggiore eterogeneità sonora che, pur nella grande omogeneità del lavoro, fa trapelare il trascorso musicale ed esperienziale del nuovo assetto formativo. Si affiancano a Gianmaria Aprile (Frattonove) e Andrea ‘Ics’ Ferraris due nuovi componenti: Luca Mauri (vorrei ricordare il suo bellissimo, intenso “Pagetos” con Uggeri e Giannico, nda), Luca Sigurtà (doveroso anche nel suo caso accennare allo split “Setola di maiale” con Rocchetti, Guionnet  e Fhievel) esce invece Eugenio Maggi. “Reverie” si potrebbe definire come una vera e propria immersione concettuale sulla meditazione. Ci viene restituito un suono definito e cristallino che sinuosamente e con grande fluidità prova a testare e saggiare vari campi di indagine sensoriale. Una grande prova di equilibrio ed armonia che in modo assolutamente disinvolto quanto articolato, razionale quanto estemporaneo, intimistico quanto creativo, spazia in sonorità ambient, free jazz, post folk, minimal drone, psichedelia sognante e contemporanea, per riallacciarsi ad un esperimento squisitamente sonoro, di anatomia sonora, di immedesimazione e compenetrazione suono-essere. La musica diventa flusso e mezzo per entrare dentro sé ma anche per lasciare uscire da sé. Ed in questo senso l’assonanza e l’accostamento più naturale è quello meditativo contemplativo.

 

Luminance-Ratio-GianmariaAppunto una fase di trasognata esplorazione che ingloba percezione reale e irreale ma che allo stesso tempo ascende e si distacca dalla percezione per arrivare ad una non-percezione o ad una percezione altra. La serie di impulsi eterei e vividi di Before the Dawn, gli intervalli apneici ed emozionali che morbidamente si posano su frequenze lievi e umbratili, così come il misticismo oppiaceo di Comatose, rifinita da insoliti tocchi di sax e cello, sembrano appagamenti intrinseci, irradiazioni che semplicemente non si vogliono far provenire o rappresentare ma sono. Sunbeam, con le sue scie acquatili di clarinetto, le tremule eco, apoteosi di unità, tranquillità, equilibrio, ritrovamento, totalità. In quest’ultima di grande suggestione la rumoristica ambient e gli intermezzi orchestrali slavati, impercettibilmente distorti. L’omonima Reverie è un affondo, un volo planare che tanto rievoca parte delle bellissime visioni cromatiche registrate dagli aquiloni del primo album. Priscilla-In Dreams ci catapulta tra atmosfere esotiche e silvestri, gli strumenti appena sfiorati in contrasto con un ticchettio di sottofondo potrebbero far pensare ad un arcano rituale di ricerca delle origini, di genuinità, di espoliazione del superfluo, di identificazione che raggiunge il culmine negli ultimi due pezzi giocati da loop che si definiscono per poi disperdersi, quasi sgretolandosi: Between the Lines e Il Mare. Meriti innegabili anche alle special guest Simone Fratti, Giancarlo Nino Locatelli, Andrea e Luca Serrapiglio. La trascendenza, la sublimazione e l’accoglimento, la lode all’unicità e all’assolutezza dell’esistere, passando dal sogno per celebrare la magnificenza dell’Io. Semplicemente miliare.

 

Voto: 7.5/10
Romina Baldoni

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