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GustoForte QUINTO QUARTO

2014 - Plastica Marella
[Uscita: 08/05/2014]

GUSTOFORTE_QUINTO_QUARTO__1_# Consigliato da Distorsioni

 

Finalmente ci hanno regalato questa grande emozione. Sono riaffiorati dalle ombre della loro ideologia sfuggente e defilata, dalle pieghe del sotterraneo e dell’occulto più perseverante per darci ancora una volta una prova di lungimiranza, di maestria sperimentale free form, di pervicace e anacronistica coerenza. Dopo 30 anni di quiescenza i GustoForte esplodono in tutta la loro potenza espressiva, ritrovano il foro catartico dove sprigionarsi in tutta la loro irruente eccentricità e nell’eruzione violenta trascinano con loro le scorie e i rimasugli di un’avanguardia nostrana troppo a lungo rimasta sepolta. Spezzoni di vissuto, flashback, psichedelia esoterica smozzicata e sbrindellata, tribalismo psicotico e reazionario, progressioni contorte e dissonanti, energia rabbiosa e nervosa che si librano in cavalcate no wave incontenibili, in baccanali frenetici e invasati in cui l’impellenza rumoristica e caotica diventa armonia. Un magma incandescente che nella meccanica della combustione divora e affama, esalta e blandisce. Il loro riaffacciarsi nel proscenio di questa contemporaneità in cortocircuito, paralizzata da endemica contraddittorietà, è come una preveggenza che si porta a compimento. GustoForte è il rigurgito violento del non metabolizzato che ci opprimeva, che torna a liberarci da anni di torpore rassegnato. In formazione i tre membri storici: Roberto Giannotti (percussioni, effettistica elettronica), Stefano Galderisi (basso

gustofortee contrabbasso), Francesco Verdinelli (alla chitarra e all’analogico) e la nuova entrata Silvia Brunelli alla batteria.

 

Ospiti d’eccezione: Fabrizio Tamburini al sax, tromba e fisarmonica, Roberto Tamburini chitarra e violino e le voci femminili: Simona Scarpati inMaglianasettanta e Terra di Benedetto in Natura Morta in via Cesare Beccaria, 22. Un combo di musicisti stagionati e di esperienza, non certo improvvisatori dilettantistici. Dalle acrobazie in crescendo del sax nel pirotecnico brano d’apertura omonimo (Quinto Quarto è un piatto tipico romanesco composto da frattaglie e interiora di animali), al groove tellurico di Divino Amore che si apre ad una serie di diramazioni esplorative enigmatiche e visionarie (di grande effetto l’interazione fisarmonica e recitato vaticinante). Maglianasettanta è una vera e propria pastiche di reminescenze esistenziali che illanguidisce in sussurri e ritmiche ripetitive per ritrovare ariosità nell’esplosivo noise finale con i gorgheggi intermittenti di Simona Scarpati. La suite finale è un intenso e ispirato omaggio alla galleria di arte contemporanea di Fabio Sargentini: L’Attico. Lo spazio aperto destinato alla raccolta dei sedimenti, la natura morta del nostro superfluo, delle nostre ciniche vanità usate e gettate e a cui solo la mano dell’artista può ridare nuova linfa vitale. Vorticoso gioco di digressioni acustiche e gustoforteloop spastici, costruiti dall’interazione strumentale e dai fiotti fonetici di Terra di Benedetto. Un disco prezioso, con una produzione, una composizione e un’intensità interpretativa che tocca alte vette. Una lezione magistrale sul senso profondo delle cose perdute che sarà destinata a rimanere nel nostro repertorio identitario.

 

Voto: 8/10
Romina Baldoni

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