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7 Ottobre 2016 ,

The Zen Circus LA TERZA GUERRA MONDIALE

2016 - La Tempesta Dischi
[Uscita: 23/09/2016]

zen1"La terza guerra mondiale" è il nuovo album in studio dei pisani Zen Circus: dieci canzoni che rivelano una società che si sta accartocciando da sola e sta per esplodere in uno di quei conflitti che la mia generazione (i ventenni) può conoscere solo attraverso i libri di storia, non li saprebbe collocare nella propria vita tutta “infradito e bermuda” ad aspettare qualcosa. Ancora una volta Andrea Appino, ormai affiancato sempre dall'epiteto 'cantautore' grazie alla Targa Tenco vinta lo scorso 2013 con l'album solista "Il testamento", è riuscito a cantare le parole che tutti noi non riusciamo a pronunciare. La sua voce da ragazzo ribelle, gagliardo e canzonatorio ci trasporta nella sua dimensione aiutandoci a riaprire gli occhi momentaneamente assopiti. La titletrack lascia trapelare sullo sfondo uno scenario di solitudine e contraddizione, lo stesso che popola il nostro trantran quotidiano, e la necessità di fare tabula rasa del macchinario che abbiamo generato. Servirebbe una guerra mondiale per far alzare gli occhi al cielo a chi resta imbambolato davanti agli schermi dei cellulari scordandosi dell'esistenza dei suoi simili? Ilenia è stato il primo singolo messo fuori dalla band per anticipare il disco. Ricorda un po' la loro Ragazza Eroina: ad urlare a gran voce è sempre una ragazza, per la voglia di uscire fuori dal circolo vizioso dello 'scegliere di non scegliere' o meglio di far decidere agli altri. Ilenia desidera la rivoluzione che la farà volare lontana dal cordone ombelicale e dal bisogno di un'identità.

 

Non voglio ballare ha tutte le carte in regola per entrare a far parte della tracklist di un album solista di Appino, con quello stile autobiografico-cantautorale presente in molti testi de Il Testamento e de "Il grande raccordo animale". Se non fosse che, per i rintocchi di batteria di Karim e l'eco del basso di Ufo, il folk targato Zen Circus rientra nel cerchio. Resta comunque un brano generazionale che si prepara ad essere cantato ritualmente in coro da coloro che li andranno a vedere live. Finalmente gli Zen Circus sono riusciti zen3a dichiarare Pisa merda dopo aver raccontato sporadicamente l'odio che esiste tra livornesi e pisani: “Ma da tutto il mondo vengono a vedere un cazzo di marmo storto da salvare, e da tutta Italia vengono a studiare alla Normale”. Per capirci, Appino è nato a Pisa ma vive a Livorno, (“puoi fuggire quanto vuoi ma l'odore ti rimane”). Un brano che porta sì il peso del titolo ma non quello del contenuto che appare sonoramente vuoto e ripetitivo e testualmente convenzionale. Gli ultimi due minuti del pezzo sono un loop infinito, erano finite le invettive su Pisa? Finalmente arriva L'anima non conta, il cuore dell'album e forse uno dei più bei brani del circo zen fino ad ora. È uno di quei testi in cui sembra che a cantare sia un uomo di settant'anni, invece ha vissuto appena trentasette anni. 

 

Un'apologia dell'anima, della vita trascorsa e ormai oltrepassata, delle persone care. Il modo di guardare al proprio passato, sfogliando le fotografie intrise di nostalgie, soddisfazioni e maledizioni, ricorda per certi aspetti il brano Rockstar, presente nell'album solista Il grande raccordo animale. I versi finali si allungano verso una tensione ritmica che zen2segue il respiro affannato e ossessivo del cantato. Zingara - Il cattivista è una raccolta di stereotipi trovati in rete dal trio intorno a uno dei temi che continua a sconvolgere il nostro paese, i rom. Il videoclip ufficiale mostra delle immagini di come il popolo dei social si rivolge all'etnia zingara consigliando al prossimo di dargli fuoco o di riaprire i lager. Un tema abbastanza delicato che andrebbe preso con le pinze: ma qui non si entra affatto nel problema, che viene aggirato mettendo in risalto l'ignoranza degli italiani che hanno dimenticato che il cervello si deve collegare con la bocca e non con le tastiere. I qualunquisti sono tornati in azione. L'album si avvia alla chiusura, i temi efficaci si concentrano tra i primi brani. Niente di spirituale e poi il giro di basso di San Salvario che aspettavamo di sentire dai tempi Nati per subire.

 

"Chiede la maestra in prima elementare/Il banchiere, l'avvocato, il giornalista/No signora voglio fare il terrorista/tanto anche un terrorista/scrive sul giornale": Terrorista è un brano-bomba che non ha troppi fronzoli o vuoti lacunosi ma arriva diretto, se tutti i brani dell'album fossero stati concepiti con la stessa logica sarebbe stato perfetto. Andrà tutto bene è il classico finale zen: lento, lungo, in tensione e sussurrato: "E nelle vie del centro esplode la rivoluzione/fra un aperitivo e i saldi di fine stagione". Perché la terza guerra mondiale che potrebbe spettarci è proprio questa: macerie, fumi e sangue da un zenlato, frivolezze, occhiali scuri e aperitivo con gli amici dall'altro. Una chiusura toccante e adatta che ritorna sull'invettiva iniziale del primo brano. Quello che si sente dire in questi giorni successivi all'uscita del nono album in studio degli Zen Circus è che il trio abbia perso l'ironia caratterizzante dei primi esordi ed abbia sterzato decisamente verso un genere cantautorale che fa emergere l'evidente bisogno di Appino di raccontarsi. Ma lui esclama, sempre sussurrando, “fate silenzio tutti, ora, fate silenzio tutti”. E noi obbediamo.

Voto: 6.5/10
Elisabetta Di Cicco

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