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10 Maggio 2015 ,

Zu CORTAR TODO

2015 - Ipecac Recordings
[Uscita: 24/03/2015]

#consigliatodadistorsioni

 

ZU cortar todoArriva il momento in cui a volte occorre far tabula rasa e ricominciare da capo. E’ quel che è successo agli Zu dopo il tour di "Carboniferous" (2009) che chiudeva dolorosamente una collaborazione ventennale tra Luca Mai, Massimo Pupillo e Jacopo Battaglia. Jacopo Battaglia si dedicherà ai Bloody Beetroots e ai Mooro, Luca Mai fonderà i Mombu insieme a Antonio Zitarelli. Massimo Pupillo farà una scelta più radicale, vendendo casa e trasferendosi prima sull’Himalaya presso i monaci tibetani e poi in una casetta di legno nella regione peruviana del Shipibo in piena Amazzonia, a contatto con gli sciamani vegetalisti. “Cortar Todo” è questo, è tagliare tutto, iniziare da zero, mantenendo con sé solo quel che è necessario per sopravvivere e iniziando cosi a rivedere le cose con una luce nuova. La nuova formazione vede Luca Mai al sax, Massimo Pupillo al basso e Gabe Serbian (Locust, Retox) alla batteria. Il suono diventa più potente ed essenziale. Il primo EP della nuova line-up, “Goodnight Civilization” (2014), descrive un Occidente in progressivo disfacimento, una civiltà che sta letteralmente crollando su se stessa.

 

Gli Zu non sono mai stati un’operazione estetica, poiché il loro suono è sempre stato espressione di un qualcosa che è profondamente connesso con quel che accade nel mondo reale. Il suono è vibrazione che interagisce con il corpo, che penetra nella mente. ZU_IMG_2509Come il canto potentissimo dei monaci tibetani che lavorano per giorni interi sulle note basse all’interno di una cupola perfettamente acustica o come il canto degli sciamani utilizzato per espandere la coscienza e per curare ogni tipo di malattia. L’album parte potentemente con il brano The Unseen War, metafora di quell’annichilimento prodotto dalla “civiltà” occidentale, che solo un ritorno armonico dell’uomo all’interno della natura potrà limitare. L’album si sviluppa attraverso spigolosità ZU_IMG_2478matematiche (Rudra Dances Over Burning Rome), minimalismi jazzcore (Cortar Todo), paesaggi doom (A Sky Burial), ipnotismi zorniani (Orbital Equilibria), ricerche cosmologiche (Serpens Cauda), pulsazioni droniche (Conflict Acceleration). Il canto dello sciamano peruviano Gilberto Mauha Ochavano nella conclusiva Pantakrator sottolinea ancora una volta la forza radicale di quel pensiero ancestrale che lega l’inconscio al mondo esterno. Tutto questo è Cortar Todo.

 

Voto: 7.5/10
Felice Marotta

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