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Teho Teardo BALLYTURK

2014 - Specula Records - LP/CD/DD
[Uscita: 21/10/2014]

 # Consigliato da Distorsioni

teoAd un anno e mezzo di distanza dall’ottimo “Music For Wilder Mann” e dal disco in collaborazione con Blixa Bargeld dei Neubauten (“Still Smiling”) esce questo nuovo album di Teho Teardo, musicista pordenonense che ormai non ha più bisogno di presentazioni dopo il successo dei sopracitati dischi del 2013, e una serie di colonne sonore dal tratto così personale ed incisivo legate a pellicole di successo di tutta una nuova generazione di registi italiani quali Paolo Sorrentino (“L’amico di Famiglia” nel 2006 e “Il Divo” nel 2008), Andrea Molaioli (“La ragazza del lago” nel 2007 e “Il gioiellino” nel 2011), Louis Nero (“La rabbia” nel 2008 e “Rasputin” nel 2011), Daniele Vicari (“Il passato è una terra straniera” nel 2008 e il controverso “Diaz” nel 2012). Questo nuovo album “Ballyturk” è nuovamente una colonna sonora, ma stavolta di un’opera teatrale, anziché cinematografica: si tratta dell’omonima pièce di Enda Walsh (uno dei più acclamati sceneggiatori e registi irlandesi del momento) presentata in anteprima mondiale a luglio al Festival di Galway e a settembre al National Theatre di Londra. Il disco, composto di otto brani per la durata complessiva di meno di trentacinque minuti, è stato composto e registrato tra Roma e Londra e vede tra i collaboratori di Teardo nomi del calibro di Joe Lally dei Fugazi al basso, Lori Goldston, nota violoncellista americana - che ha collaborato, tra gli altri, con i Nirvana (nel tour 1993-1994), David Byrne (nell’album “Feelings” del ’97)  e i  Wedding Present.(nel disco del 2005 “Take Fountain”) - e Nick Holland di Balanescu Quartet al violoncello, già collaboratore di Teardo nel disco con Bargeld e in “Diaz”.

 

teho-teardo1-650x616La mano di Teardo, insieme alla fedelissima Martina Bertoni che completa il trio di violoncellisti qui presenti, è riconoscibile sin dalla prima nota e il disco presenta tutte le caratteriste tipiche del sound e del songwriting del Teardo anni 2000, dei Modern Institute (progetto con la Bertoni) e del disco con Bargeld, lasciandosi ascoltare senza alcuna difficoltà. La lunghezza non eccessiva delle tracce (da tre minuti sino ad un massimo di cinque minuti e mezzo) e dell’intero lavoro permettono ascolti ripetuti che svelano progressivamente suoni ad armonie nascoste. L’apertura in grande stile della drammatica Poisonous His Envy vede la partecipazione della voce narrante dell’attore irlandese Cillian Murphy (lo ricordiamo nel ruolo di Spaventapasseri nella trilogia di Batman di Christopher Nolan, nei thriller fantascientifici “Inception” sempre di Nolan, “In Time” di Andrew Niccol e nel thriller di Wes Craven “Red Eye”), uno dei protagonisti di Ballyturk, che compare anche nella copertina dell’album. Alla fine della malinconica Foreboding e della neubauteniana Let’s Not Talk About Us (la voce di Blixa sarebbe stata qui azzeccatissima) compare la voce narrante dell’altro protagonista di Ballytuk, l’attore irlandese Mikel Murfi (da ricordare i suoi ruoli cinematografici in produzioni tipicamente irlandesi quali “Jimmy’s Hall” di Ken Loach, “Intermission” di John Crowley, “The Last September” di Deborah Warner), anch’egli presente in copertina in compagnia di Murphy.

 

Teho-Teardo-2014-vertLa centrale I Thought We Knew Everything There Was To Know è uno dei pezzi forti dell’intero album, melodica ed evocativa, ma soprattutto caratteristica dello stile e della personalità musicale di Teardo, un mondo in cui acustico ed elettronico, drone e moderna musica da camera si fondono alla perfezione, come ampiamente dimostrato anche nell’oscura It needs a death. Nella conclusiva The Outside Force i dialoghi tra i due protagonisti di Ballyturk fanno da contraltare alle struggenti melodie e alla turbolenza ritmica del sestetto d’archi diretto da Teardo. Ballyturk è un’opera teatrale che ci lascia riflettere su quanto sia minuscolo lo spazio in cui ci muoviamo in confronto alla vita al di là del nostro sguardo, e oltre le mura dentro cui si teho1muovono i due protagonisti della storia. Allo stesso modo la musica di Teardo è ora turbolenta, ora straniante, in bilico tra ciò che riusciamo a percepire coscientemente e ciò che il nostro inconscio riesce ad elaborare dopo uno o più ascolti. La riflessione sul carattere precario e definito della nostra esistenza è uno dei punti focali della ricerca musicale dell’autore in questo disco, una sorta di esistenzialismo heiddegeriano trasposto in musica. Ennesima riconferma del talento di questo compositore italiano dal respiro internazionale.

Voto: 8/10
Diego Loporcaro

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