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22 Giugno 2018 ,

Bombino DERAN

2018 - Partisan Records
[Uscita: 18/05/2018]

Niger    #consigliatodadistorsioni  

 

Il cantante e chitarrista nigerino Bombino è ormai saldamente piazzato fra i nomi di punta del rock del Sahel, guadagnandosi anche il nomignolo di 'Hendrix del deserto' per le sue doti di chitarrista. I suoi album usciti in Occidente e i numerosi tour realizzati in Europa e Oltreoceano ne hanno meritatamente consolidato la fama, facendone certamente l'artista più conosciuto del suo Paese, anche se non il solo a meritarla, chi scrive ha dedicato diverse recensioni a musicisti nigerini eccellenti come Tal National, Les Filles d'Illighadad, Etran de 'Aïr, tutti caratterizzati dal ruolo centrale della chitarra elettrica. Strumento quest'ultimo del quale, come detto, Bombino è uno dei maestri, il suono inconfondibile della sua Stratocaster, i suoi riff, le sue linee blues fluide e sinuose, il suo fingerpicking ne hanno fatto una delle voci più sincere e stimate del popolo Tuareg, del quale Bombino, nome d'arte di Omara Moctar, ha vissuto le lotte e le peripezie, compreso l'esilio da giovane in Algeria, dei suoi connazionali. "Deran" segna il suo ritorno in Africa assumendo così anche una valenza soprattutto politica e culturale, infatti l'artista nigerino, che ha registrato gli ultimi suoi lavori, uno, “Nomad”a Nashville, prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys, e l'altro “Azel” a Woodstock, prodotto invece da Dave Longstreth dei Dirty Ptojectors, ha voluto utilizzare uno studio di registrazione di Casablanca, facendo anche una scelta di low budget e registrando in soli 10 giorni, quasi a marcare anche nei luoghi e ritmi di produzione un'alterità al mondo dello show business e un'adesione ai metodi di realizzazione 'poveri' della musica africana.

 

Il risultato è veramente eccellente, “Deran” si rivela il suo lavoro più riuscito, che completa quel riavvicinamento alle radici più profonde della musica del Sahel che già il precedente album aveva annunziato. Meno influenze e concessioni alla musica occidentale e invece un lavoro che cerca e trova ispirazione nelle radici della sua cultura, della sua storia. Come ha dichiarato lo stesso musicista: «Devi iniziare chiedendoti chi sei. Con tutti i viaggi e le esperienze del mondo, è come se dovessi ricordare a me stesso da dove vengo.». “Deran” è tutto cantato in tamasheq, la lingua dei Tuareg, i suoi testi affrontano cruciali questioni legate alla sua terra: l'augurio per un periodo di pace (Deran Deran Alkheir, superbo brano in equilibrio tra canto tribale, percussioni sincopate e acustici arpeggi chitarristici che ricordano la kora), il dramma delle lotte intestine fra gli stessi tuareg (Ouilhin), i ricordi della propria terra (Tehigren, uno degli assolo più belli del disco), l'identificazione della sua gente con la prepotente voglia di libertà (Imajghane, torrenziale rock blues impetuoso e caracollante). Ma è tutto l'album a offrire una prova eccelsa delle qualità di Bombino (la foto è di Richard Dumas) sia come chitarrista, ricordiamo che non usa il plettro, a suo agio nei brani più blues oriented, ma anche nelle ballate acustiche o nel reggae scuro e accorato di Tenesse che come cantante, una voce comunicativa e ricca di pathos, magnifica nelle note malinconiche e dolorose di Oulhin o di Adouagh Chegren, sognante e ariosa ballata che chiude questo ennesimo ottimo disco proveniente dall'Africa Occidentale

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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