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24 Febbraio 2022 , ,

Maisie Dal Diario Di Luigi La Rocca, Cittadino

2022 - Snowdonia Dischi
[Uscita: 28/01/2022]

I Maisie sono una comunity che racconta la sociologia attraverso la musica. Una factory mutante di idealisti che, in un mondo senza linee guida, in cui ogni principio diventa funzionale ad una strategia di omologazione pseudo progressista, prova a imbastire una pedagogia della critica contraria e dissacrante. Il loro disallineamento diventa stile di vita del disadattato che sogna per sfida una regressione vernacolare in cui poter ancora coltivare stupore, comunione di talenti e creatività. In cui liberare potenzialità e artigianato continuamente fruibili e mai monetizzabili, per migliorarsi e crescere in uno scambio gioioso e fruttuoso. Questo ultimo lavoro completa una trilogia iniziata nel 2009 con "Balera Metropolitana" e proseguita con "Maledette Rockstar" del 2018, che a tutti gli effetti potrebbe essere definita 'della grande abbondanza'. Dischi elargizioni, profluvi generosi di doni - elisir d'amore in grado di renderci più buoni e più veri (sicuramente anche più belli, almeno nell'anima!) iniziati con 44, poi 31 e infine... 72 canzoni! E, badate bene, non stiamo parlando di robetta ordinaria ma di un repertorio di grande qualità, studiato, pensato e rifinito per coniugare eleganza di arrangiamenti, orecchiabilità, sperimentalismo mai banale, godibilità pop, freschezza e lungimiranza nei testi, cura maniacale nei packaging. Prima di entrare nel vivo della lettura del diario però, sembra doveroso dare i nomi dell'ultima formazione che a tutti gli effetti sembra ormai cristallizzata e particolarmente affiatata. Alberto Scotti testa d'idra infaticabile che ha curato i testi mettendo in comune i suoi meriti, la voce protagonista di Cinzia La Fauci, Walter Sguazzin, basso e non solo, Cristiano Lo Mele alle chitarre, Riccardo Lolli, produttore, ma non solo (e chi ama e ha amato i Central Unit ne sente non poco l'influenza anche in questo lavoro), Edson Zuccolin, sax, Vittorio Bonadei alla batteria e percussioni. Ebbene, chi è Luigi La Rocca? L'impietoso ritratto dell'ordinario. Un omuncolo senza qualità che fa valere il proprio spirito di adattamento conformandosi ai dettami del sistema ed edificando la propria serenità e le proprie sicurezze in un assenso acritico o -peggio- appropriandosi pedissequamente degli slogan della propaganda retorica ed eleggendoli a virtuosismo. E il suo diario è un'antologia dei vizi e delle debolezze, delle ipocrisie e delle meschinità di una società acefala che non riesce nemmeno più a cogliere il proprio riflesso nel perverso gioco del dissolvimento disfacimento. L'involuzione che dal 2013 ad oggi ha innescato la marcia del non ritorno. E niente come questo diario è una pagina aperta sulla nostra antropologia che con sagace amarezza chiede di essere letta e mediata da ciò che rimane della ragione. Un macabro varietà che fa sfilare una ad una le nostre vanità come in una 'mostra delle atrocità' ballardiana, un bestiario in progress del nostro trasformismo senza ritegno. Citazionismo situazionista da vaudeville. Musicalmente si hanno collage e pastiche con stili musicali eterodossi, elettro pop, funk, fanfare cacofoniche da music hall, immersioni avant-prog, come nella strumentale Per Me La Patria È La Cosa Più Grandiosa, la demenziale Pena Di Morte! con il suo giustizialismo gridato a ritmi nu jazz e trascolorato in una specie di marcetta popolaresca. Non mancano le diluizioni rarefatte nelle quali il cantato diventa un declamato umbratile che assurge ad ammonizione o categorica reprimenda. Cinzia ce le canta perfino in dialetto siciliano in Oggi Un Comunista Su Facebook, A Buttana Nira. Poi ci sono vere e proprie chicche psichedeliche no wave basate su propulsioni ritmiche e cinematiche Io Dico No Alla violenza Contro Gli Animali! ma soprattutto I Comunisti.  Anthem futuristi: Tornatore Spacca Il Culo!, Se Tutti I Popoli Del Mondo (intro), Se Tutti I Popoli Del Mondo... Senza dimenticare l'omaggio alla musica popolare e al dadaismo, Oliviero Toscani, Il Più Grande Fotografo! e il grottesco da cabaret espressionista:  Cetty, Ti Amo!  Colpi di genio indefinibili: L'8 dicembre più bello della mia vita (Wattabass remix), Brucia  Notre Dame, all'inizio un pochino dispiace, ma poi, pensandoci bene, si tratta di uno dei simboli della terribile oppressione clericale e quindi chi se ne frega? Anzi, sono pure contento! I Maisie ci regalano l'ennesimo prodigio, uno scrigno di gemme da contemplare e delizie da assaporare concedendoci qualcosa che sembra non appartenere più al nostro presente: il tempo, il piacere rituale dell'ascolto, ma soprattutto, la necessità di dover ripetere questa operazione per evitare di farci sfuggire dai sensi il suo senso più recondito. Il ritornarci sopra per cogliere sempre nuove sfumature. Prendere il tempo per perdere il tempo. Cosa c'è di più rivoluzionario?

Voto: 8/10
Romina Baldoni

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