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15 Novembre 2016 , ,

clipping. SPLENDOR & MISERY

2016 - Sub Pop Records
[Uscita: 9/09/2016]

Stati Uniti      #consigliatodadistorsioni

 

Un concept album profondo, complesso e stratificato quest'ultimo lavoro firmato da clipping., creatura nata dalle abilità congiunte del rapper Daveed Diggs e dei producers Wiliam Hutson e Jonathan Snipes. Già la copertina rimanda ad un immaginario fantascientifico che ritroviamo ampiamente esplorato, con tanto di citazioni, nelle liriche e nella musica di "Splendor & Misery". La fantascienza come pretesto, oltrechè come scelta stilistica (lo stesso titolo è preso in prestito da quello di un romanzo mai terminato di Samuel R. Delany), per raccontare il dramma di un uomo pienamente inscritto nella storia della comunità afroamericana. Il protagonista di "Splendor & Misery" riesce a liberarsi dalla prigionia di una futuristica nave negriera in viaggio nello spazio prendendone il controllo e cambiandone la rotta. Buona parte della storia viene narrata dal computer di bordo che, dopo aver lanciato l'allarme e provato ad uccidere il ribelle, ormai unico superstite umano nella nave, se ne infatua (!) difendendolo poi da attacchi esterni. Il rapporto uomo-macchina non si concretizza però in una sinergia, sviscerando invece la frustrazione e la solitudine del fuggiasco da una parte e l'impossibilità di una profonda comprensione da parte dell'intelligenza artificiale dall'altra. La liberazione come necessità imprescindibile, quindi, ma anche la difficoltà nel trovare il proprio posto in un luogo non-luogo comunque ostile.

 

Se per Sun Ra la fiera alterità del suo Space is the Place esprimeva più o meno esplicitamente un luogo di provenienza, appartenenza e ritorno che inequivocabilmente possiamo rintracciare nel continente africano e nel suo insieme di ancestrali riferimenti cosmogonici, per Daveed Diggs non esiste più alcuna possibilità di un ritorno e lo spazio profondo rimane l'unica via di fuga. Un percorso obbligato e ignoto che segna inesorabilmente un destino drammatico nel quale non solo la mera sopravvivenza viene messa in discussione, ma anche la solidità di ciò che lo rende umano, ovvero la capacità di nutrire sentimenti e alimentare il ricordo di un passato che gli restituisca la propria immagine. La storia si risolve con la ritrovata determinazione del protagonista nel portare la propria scelta alle estreme conseguenze, persuaso infine che esista nell'universo un posto dove possa affermare se stesso, ricostruendo una propria identità, in totale contrapposizione con l'orrore della schiavitù. Il parallelo con la tratta degli schiavi, in primo luogo, e con gli interrogativi della comunità afro-americana odierna è quindi piuttosto esplicito e descritto attraverso una scrittura credibile e coinvolgente, supportata sempre e comunque da un flow fluido, asciutto e intransigente.

 

Il rapping serrato di Diggs si muove su oscure tessiture di synth, intermittenze, reiterazioni industrial e saturazioni digitali che definiscono con l'efficacia di una colonna sonora l'ambiente scenico, ponendo radicalmente il gruppo sul versante più cupo e noise della scena hip hop sperimentale. Il beat non svela quasi mai la sua presenza, come anche per gli altri lavori del trio, ma risulta invece accennato mediante patterns minimali e interiorizzato nelle metriche, dimodoché il ritmo divenga percepibile nella pulsazione della vicenda narrata. L'utilizzo di alcune forme primigenie della musica afroamericana come spirituals (il leitmotiv dell'album Long Way Away), chain-gang songs (True Believer) e gospels (Story 5), oltrechè risultare funzionale al progetto narrativo, rende l'insieme organico e compiuto. Unica escursione in territori più classicamente hip hop, Air 'Em Out (scelto come singolo promozionale) è una sorta di gangsta rap interstellare, brano tra i più immediatamente coinvolgenti di "Splendor & Misery", mentre l'ossessivo All Black, che descrive la scena della ribellione del protagonista con citazioni esplicite a Kendrick Lamar e Lupe Fiasco, è tra i momenti più avvincenti e riusciti dell'album. In continuità lungo un'ideale traiettoria stilistica con Afrika Bambaataa, Antipop Consortium e Shabazz Palaces, clipping. presenta una propria specificità che non si presta comunque a facili accostamenti, una personalità giunta ormai a maturazione.

Voto: 8/10
Aldo De Sanctis

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