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8 Giugno 2012 ,

Mount Eerie CLEAR MOON

2012 - P.W.Elverum & Sun
[Uscita: 22/05/2012]

Mount-Eerie-Clear-Moon# Consigliato da DISTORSIONI

 

E’ da salutare con gioia questo nuovo lavoro di Phil Elverum a quattro anni di distanza dal non proprio convincente “Wind’s Poem”, infatti qui i dubbi, le domande esistenziali, il tema del rapporto con gli elementi naturali che da sempre caratterizzano le tematiche delle sue canzoni sfociano in un album dai suoni ammalianti e coinvolgenti; afflato mistico, songwriting e arrangiamenti trovano un magico equilibrio dal quale farsi catturare per tutti i 42 minuti dell’album. Mount Eerie è il moniker dietro il quale sta Phil Elverum dal 2003, dopo aver dichiarato concluso il precedente splendido progetto The Microphones. “Clear Moon” è la prima parte di un’opera che si completerà a settembre con la pubblicazione di Ocean Roar” che rappresenterà la parte più oscura, nera, tormentata del nostro. Mentre l’opera di cui stiamo parlando ci mostra il lato luminoso, aperto di Elverum, ma chi conosce la sua musica sa che sempre ci muoviamo in un mondo fatto di inquietudine, di domande che non trovano risposta, di angosce che si insinuano sottili e insidiose.

 

Registrato in una chiesa sconsacrata della cittadina di Anacortes nello Stato di Washington, dove Elverum trascorre appartato i suoi giorni, e frutto delle sue quotidiane passeggiate meditabonde, “Clear Moon” nasce dalle domande che gli elementi naturali, cielo, luna, alberi, nuvole pongono all’uomo, domande semplici, dirette, ma dalla difficile risposta 'Misunderstood and disillusioned / I go on describe this place / and the way it feels to live and die'. Ma se le domande rimangono senza risposta, stavolta l’anima di Elverum trova requie e pace nella contemplazione: “Clear Moon” è il disco della quiete dopo la tempesta, ma nella consapevolezza che quest’ultima è sempre in agguato. Le undici canzoni dell’opera oscillano fra momenti di estatico misticismo e di inquieta angoscia, la musica procede in modo lirico, avvolgente, con i sintetizzatori in primo piano ad evocare spazi profondi e contorsioni dello spirito, in certi momenti suonano come un organo di chiesa. La voce fragile e calda di Elverum sembra abbia paura di turbare l’incanto sonoro, mentre l’intervento di voci femminili cristalline e angeliche ci rasserena nella notte lunare, la chitarra acustica accompagna le melodie, il basso sottolinea i momenti cupi di tensione.

 

Terry Riley, per la struttura circolare che caratterizza le musiche come in House Shape, i Popol Vuh per l’aspetto da mantra mistico di molti brani, sono i numi tutelari, ma Elverum li rilegge con gusto indie, tenendo presente esperienze musicali disparate, dal doom metal allo slow core. Fra i brani segnaliamo almeno l’iniziale Throgh The Treese pt.2: la prima parte era un lunghissimo pezzo contenuto in “Wind’s Poem”,  calda, melanconica, con le chitarre acustiche in evidenza;  la solenne title track con percussioni rimbombanti e paesaggi notturni disegnati dai synth e la conclusiva, serena melodia  di Yawning Sky che ci cattura col suo ritmo ripetitivo per condurci verso la conclusione del nostro viaggio notturno sulle orme di questo viandante solitario e sedentario dell’anima. 

Ignazio Gulotta

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