Migliora leggibilitàStampa
13 Marzo 2013 ,

The Flaming Lips CHOCOLATE HUMAN HEART

2013 - Autoproduzione
[Uscita: 14/02/2013]

The Flaming Lips “CHOCOLATE HUMAN HEARTI Flaming Lips, si sa, una ne fanno e cento ne pensano. Alcuni conosceranno esperimenti come “Zaireeka”, il disco quadruplo i cui 4 CD vanno ascoltati contemporaneamente per avere l'ascolto completo, o lo streaming  con una sola canzone, 7 Skies H3,  ma lunga 24 ore. Stavolta tocca al regalo di San Valentino: la loro scatola di cioccolatini è ovviamente una raccolta di canzoni. Per la precisione, un cuore umano, non simbolizzato ma anatomicamente perfetto, di cioccolato (per la precisione “72% South American dark chocolate studded with hazelnut mini whoppers and waffle cone crunch” ) realizzato dal loro pasticcere di fiducia (Dude, sweet chocolate, situato a Dallas), che contiene una chiavetta USB con una raccolta di canzoni d'amore, ovviamente come le può immaginare un gruppo di consumatori di acido cresciuto nell'America profonda, tratte dai primi album della band. Ora, se io fossi un adolescente innamorato non so se regalerei questo disco alla mia fidanzatina. Oppure sì, perché il disco è bello; ma non è certamente la classica raccolta di canzoni d'amore. L'atmosfera è tutt'altro che romantica, chi segue i geniali Flaming Lips sin dai primordi sa di cosa sto parlando.

 

I pezzi anche quando sono ballate, come Moth in the incubator (Da “Transmission from the satellite heart”), sono decisamente acidi. Per psichedelia nel corso della storia del rock si sono intese due cose ben diverse: canzoni pop venate di follia e inzuppate di invenzioni sonore, oppure assoli di chitarra interminabili incisi sotto l'influsso di sostanze che alterano la percezione del tempo. Io preferisco la prima accezione, quella dei Beatles di “Revolver”, dei Pink Floyd con Syd Barrett, del primo album degli Spirit e, negli anni '90, dei Flaming Lips più ispirati, prima dell'overdose di zuccheri di “Yoshimi battles the pink robots”. Sperando che il gruppo di Wayne Coyne torni su quei lidi - già “Embryonic” dava buoni segni - abbiamo un buon ripasso della loro produzione migliore. Ovviamente il disco è in tiratura limitata per fans e - sebbene in vendita a 60 dollari! - immediatamente andato esaurito, ma in tempi di internet chi cerca trova. In attesa del nuovo “The terror”, annunciato per il 2 aprile, riascoltare canzoni come Hit me like you did the first time (da “Hit to death to the future head”, uno dei loro dischi migliori) giova enormemente alla salute. Trattandosi di antologia il voto sarebbe pleonastico, in ogni caso la materia vale.

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

Video

Inizio pagina