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6 Febbraio 2015 , ,

Napalm Death APEX PREDATOR – EASY MEAT

2015 - Century Media Records
[Uscita: 26/01/2015]

 Inghilterra

 

Napalm death- meatAscoltando questo nuovo lavoro dei Napalm Death verrebbe da pensare che dal lontano 1987, anno del primo devastante album in studio dal titolo “Scum” che ancora romba nel sangue della generazione ’90 degli odierni quarantenni, non sia passato neanche un giorno. È questo, diciamolo subito, tutto ciò che vi è di buono e tutto ciò che di questo disco si può dimenticare. I Napalm Death sanno suonare e cantare (!?) mirabilmente ogni cosa oltrepassi la soglia della distinzione tra buono e cattivo gusto, lo fanno benissimo. Spesso, come in questo caso, riescono anche a tessere trame di parole a argomentazioni da leccarsi i neuroni. Ritrovarli sempre nel punto di beatitudine al quale li si era lasciati l’ultima volta è un grande pregio. Il pregio di farci sentire subito a casa, in una casa che conosciamo tanto bene da non trovare addirittura alcuna piacevole ragione per tornarci. Se non la qualità estrema dei finimenti. La qualità in questo nuovo “Apex Predator-Easy Meat” infatti non manca di certo. È con straordinaria fedeltà a se stessi e un’idea rigorosa di agire sonoro che gli standard qualitativi dei Napalm Death da quasi trent’anni nascondono un mondo, quello del Metal Grind e affini, asfittico e straccione. E così si veleggia alti tra riff tanto potenti da staccarsi in modo letterale dal resto del brano quasi a volerlo sorvolare e oscurare; tra blast beat in apnea e la rabbia per un mondo che il growl di Greenway vorrebbe squarciare per mostrarne l’ingranaggio corrotto. 

 

n.deathL’occasione di questa riflessione sonora e umana è la grande tragedia dell’aprile del 2013 quando il Rana Plaza in Bangladesh, un immenso complesso che tra le altre cose ospitava un centro commerciale e una manifattura tessile, implode per un cedimento strutturale uccidendo 1138 operai. La fabbrica era legata, tra gli altri, a noti marchi del comparto tessile italiano e produceva abiti - di fatto - a costo e tutele zero per il mondo occidentale. È questa tragedia che alimenta il motore politico-musicale di Apex Predator - Easy Meat. La nostra esistenza è claustrofobica e i nostri corpi parcellizzati come lo sono i violenti frammenti sonori che compongono Smash a Single Digit (e Bloodless Coup), un caleidoscopio sonoro nel quale si rifrange l’unità della forma-canzone. Più classicamente hardcore la seguente Metaphorically Screw You alla quale fa da controcanto How The Years CondemnCesspits con ipnotiche chitarre post-rock trasfigurate dalla velocità e dalla violenza. Si rallenta e la cadenza si fa quasi napalm deathmarziale nel lamento elettrico di Dear Slum Landford, che merita una menzione particolare rappresentando uno dei capolavori della band. Per il resto non troverete niente di nuovo, nel bene e nel male, rispetto alle altre precedenti 14 prove in studio dei Napalm Death, i quali anche questa volta non vinceranno il premio innovazione. E tuttavia la sensazione molto straniante è di avere a che fare con un materiale sonoro composito, come se tutta la produzione metal, estrema e non degli ultimi vent’anni fosse passata nell’acceleratore nucleare del CERN, uscendone con i connotati molecolari cambiati e una andatura claudicante. 

Voto: 7/10
Luca Gori

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