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10 Agosto 2015 , , , ,

Chelsea Wolfe ABYSS

2015 - Sargent House
[Uscita: 07/08/2015]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni     

 

Cheldea_WolfeParafrasando un tardo Nietzsche si può dire che questo lavoro sia nato postumo. La stessa cosa si può dire per questo meraviglioso e lancinante “Abyss” allestito da Chelsea Wolfe per Sargent House e distribuito in Italia con il solito mirabile fiuto da Goodfellas.  Abyss appare dal primo contatto un lavoro fuori sincrono, una indagine sul lavoro ossessivo del tempo che non può essere visto ma solo ascoltato. Chelsea Wolfe inasprisce il discorso iniziato con il precedente “Pain of Beauty” e con rigore ne segue le conseguenze più radicali e a tratti ferali. Gli arrangiamenti si fanno più cupi, l’uso dell’elettronica diviene assolutamente essenziale e una attitudine schiettamente industrial deborda ad ogni accelerazione o decelerazione, ad ogni curvatura della composizione sonora. Non è dato sapere se la collaborazione con Mike Sullivan dei Russian Circles abbia agito in questo senso da catalizzatore o se la sua presenza si sia resa necessaria in aderenza con la nuova pelle sonora che la Wolfe stava indossando. Carrion Flower  apre l’ascolto nell’esatta misura in cui apre una ferita musicale industrial-folk dai tratti foschissimi che preludono al doom drone e al tempo stesso levigato di Iron Moon. L’impatto è notevole e straniante, per intenderci è come se Joan Baez sul finire dei ’60 avesse ricevuto un disco dei Nine Inch Nails traendone ispirazione e trovando una ragione di vita nella cura ossessiva dei suoni (Dragged out).

 

Chelsea-Wolfe---credit-Kristin-CoferUn folk al passo con i tempi, curato, elegante e struggente muove i primi incerti passi con Maw e costituisce la chiave di lettura principale per l’accesso al fondo oscuro che muove Chelsea Wolfe. Chiave di lettura che da sola non basta però a comprendere una composizione e un disco difficile, mobile, costruito sapientemente su più livelli e fonti d’ispirazione. Ci limitiamo qui a indicarne una ma assolutamente inaggirabile: è Pj Harvey il fuoco sacro intorno al quale prendono vita Grey Days e After the Fall. A Los Angeles succedono molte cose,  più o meno interessanti : capita ad esempio che il cielo si oscuri e prenda a cupeggiare di una vampa dark di pregevole fattura che nel lavoro della Wolfe prende il nome di Simple Death o della stessa The Abyss.  Una piacevole sorpresa in questo 2015 senza grandi scossoni CW---Kristin-Cofer-hightimesdiscografici, un disco che non lascia intravedere nelle ferite che apre e non sutura mai ma si limita a saturare di citazioni, suoni, atmosfere drone ricordandoci che noi siamo quella apertura destinata a rimanere tale. Siamo sicuri che l’aggettivo più utilizzato per descrivere il disco sarà apocalittico. Non siamo tuttavia convinti che di questo si tratti. Infatti abbiamo a che fare con un disco che assume il tempo come contenuto diretto, un disco che non si limita a raccontare il tempo dell’apocalisse. Un disco sulla distanza e della distanza, una distanza non apprezzabile aderendo al proprio tempo ma da ascoltare in terza persona.

Voto: 8/10
Luca Gori

Audio

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