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22 Gennaio 2016

Una mascella volitiva Franco Citti

2016 - Italia

 accattone 10870                       1935 - 2016

 

Quando, al TaorminaFilmFest del 1998, l’abbiamo incontrato, ospite della rassegna in veste di regista esordiente, Franco Citti, l’attore romano scomparso qualche giorno fa, il 14 Gennaio 2016, all’età di ottant’anni, portava già i segni della malattia. Pur non essendo in buona forma, conservava nel volto tutti gli elementi che avevano dato a Pier Paolo Pasolini la consapevolezza di trovarsi davanti all’interprete ideale del suo film  "Accattone" (1961) e di avere a disposizione la faccia che, da lì a poco, sarebbe diventata una delle icone pasoliniane più usuali ed efficaci: occhi grandi ed espressivi, mascella, come si suol dire, volitiva, naso piccolo, ghigno accattivante. 

 

In quella occasione, per presentare quello che sarebbe rimasto l’unico film da regista della sua carriera, "Cartoni animati", una bella pellicola nella quale l’attore romano, anche interprete, aveva al fianco un buon Rosario Fiorello, Citti era accompagnato dal fratello Pier-Paolo-Pasolini-e-Franco-Cittimaggiore Sergio, supervisore alla regia sulla scorta delle sue interessanti esperienze cinematografiche nelle quali aveva spesso utilizzato Franco. Era stato proprio Sergio - scomparso nel 2005 a 72 anni, e che, per la propria parte, era una persona solare, esuberante, simpatica e disponibile, ciò che si definisce un autentico “compagnone”, a presentare in una pizzeria di Torpignattara a Pier Paolo Pasolini (a sinistra, nella foto qui a fianco, insieme all'attore) il fratello Franco, che al primo impatto non aveva ricevuto una buona impressione da questo “scrittore” per il quale Sergio faceva il consulente per il dialetto romanesco, ma in futuro...

 

franco citti_accattone_33036Ecco, da quell’incontro nasce una delle più interessanti collaborazioni artistiche fra un grande intellettuale, che è anche regista e scrittore, ed un ex muratore, che diventerà interprete, oltre che ispirazione, per molte delle sue creazioni. Dopo aver definito con forza e cipiglio il ruolo protagonistico in Accattone, Franco Citti dividerà con l’amico Ninetto Davoli il meglio delle interpretazioni-simbolo dei capolavori del regista di Casarsa: sarà diretto da Pasolini in "Mamma Roma", "Porcile", "Edipo Re" e nel “Trittico della vita”, cioè "Decameron", "Racconti di Canterbury" e "Fiore delle mille e una notte". 

 

Oltre che al fratello Sergio in cinque o sei delle sue pellicole più interessanti, Citti ha prestato la sua maschera, la sua faccia e il suo talento a registi come Bernardo citti_franco_attore_001_jpg_bsqqBertolucci ("La luna") e Federico Fellini ("Roma"), per essere diretto anche da Sergio Corbucci, Carlo Lizzani, Valerio Zurlini, Elio Petri e persino dagli stranieri Marcel Carné e Francis Ford Coppola ("Il padrino - Parte III").  Il borgataro delle origini, con la sua decisa componente popolaresca, la sua parlata forte e un po’ coatta, da attore “preso dalla strada”, che ha abbandonato cazzuola e cementi per stare davanti ad una macchina da presa.

Ha saputo crearsi una propria dimensione altamente professionale e di grande qualità, conquistandosi un posto fra gli artisti più significativi dell’ultimo cinquantennio. Addio, grande Franco.

 

Nello Pappalardo

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