Migliora leggibilitàStampa
12 Novembre 2017

England Is Mine Mark Gill

Uscita: 4 Agosto 2017 - Inghilterra

Genere: Drammatico, Biografico, Musicale - Durata: 93 min. - Distribuzione: Entertainment One (UK)/Cleopatra Entertainment (USA) Produzione: Honlodge Productions - Cast: Jack Lowden, Jessica Brown Findlay, Jodie Comer,Laurie Kynaston, Simone Kirby, Finney Cassidy, Adam Lawrence, Mark Graham, Peter McDonald, Graeme Hawley, Gillian Edgar - Sceneggiatura: Mark Gill, William Thacker - Fotografia: Nicholas D. Knowland - Produttore: Orian Williams, Baldwin Li, Alan Graves - Produttore Esecutivo: Phil Hunt, Compton Ross, Gregory P. Shockro  - Editor: Adam Biskupski - Colonna Sonora: Richard Skelton  

 

 

film  england ocandina eim                              Trama

 

Nella fredda e grigia Manchester del 1978, il giovane Steven Patrick Morrissey (Jack Lowden) vive la sua adolescenza già facendo intravedere il personaggio che sarebbe diventato: schivo, autoreferenziale, poeta in perenne contrasto con il mondo esterno. Avvolto da un alone di timidezza e da un carattere fin troppo introverso, Steven scrive articoli di critica musicale per il leggendario giornale inglese Melody Maker, colleziona dischi e sogna di diventare cantante e scrittore all'ombra di Oscar Wilde, ma si scontra con la dura realtà della Manchester di fine anni ’70, finendo a lavorare nell'ufficio tasse locale. Saranno l'incontro e la vivace dialettica con l'amica Linder Sterling (Jessica Brown Findley) a permettergli di uscire dal suo guscio e dar vita al sodalizio musicale con il chitarrista Billy Duffy (Adam Lawrence). L'immediato successo del gruppo The Nosebleeds convince Steven che la sua voce e la sua scrittura (continuamente esercitata per strada, sul tetto dell'ufficio o in camera con la macchina da scrivere) possano davvero essere recepiti e compresi da un mondo esterno che il giovane Morrissey guarda con l’altero distaccato di chi possiede una cultura e una sensibilità al di sopra della media. Ma alla fine sarà solo Billy ad andare a Londra per unirsi a un'altra band, e quando il successo raggiunge anche l'amica e pittrice Linder, per Steven iniziano quattro anni di depressione profonda, che però porteranno – nel 1982 – l'ormai uomo Morrissey a vivere in maniera matura l'incontro con Johnny Marr (Laurie Kynaston), da cui nascerà il leggendario quinquennio degli Smiths.

 

Commento

 

england-is-mine-2Cos'è “indie”? Un semplice aggettivo? Una definizione? Un modo per indicare, prosaicamente, una band prodotta da un'etichetta indipendente? Sarebbe fin troppo semplice svilire il senso di una parola tanto breve e tanto complessa appiccicandola a una qualsiasi di queste locuzioni. “Indie”, invece, è qualcosa di più: è, innanzitutto, indipendenza di pensiero, di personalità, è voglia di uscire dal dogmatismo, dalle costruzioni sociali posticce. E quando si pensa al concetto di indie, purtroppo quasi a nessuno ormai viene in mente di associargli il nome di Steven Patrick Morrissey, colui che indipendente nell'ambito della musica e della cultura pop occidentale lo è stato (e lo è) per necessità, più che per scelta.

 

Con “England Is Mine” (titolo tratto dal verso della canzone Still Ill degli Smiths che recita: “I decree today that life is simply taking and not giving/England is mine, and it owes me a living”) Mark Gill prova a raccontare la genesi del personaggio indie per definizione prima della sua carriera negli Smiths prima e da solista poi, partendo dal momento in cui la sua personalità complessa, profonda e in ultima analisi insondabile inizia a prendere forma morrissey-england-is-mine-still-1attraverso l'espressione di un bisogno di indipendenza reclamato senza eccessi o stravaganze, ma facendo ricorso semplicemente a una genialità fuori dal comune. Inutile nascondere che dal titolo del film (che, è bene ricordarlo, non è stato autorizzato dallo stesso Morrissey e che non è noto ancora se e quando uscirà nelle sale italiane) ci aspettavamo qualcosa di diverso per il prodotto finale: il nome The Smiths, ad esempio, non viene citato nemmeno una volta nello sviluppo della trama, il personaggio di Johnny Marr (elemento trainante della band alla pari di Morrissey) nella pellicola appare per quella che è poco più di una comparsata, e delle canzoni degli Smiths non si ritrova la benché minima traccia. La narrazione filmica termina con Steven che bussa alla porta di Johnny, un attimo prima che i due si trasformino d’incanto in Morrissey e Marr, gli autori del più debordante fenomeno musicale inglese di nicchia degli anni ’80. Il lavoro di Gill, piuttosto, si concentra England-Is-Minesulla vita di Steven prima di Morrissey, affidandosi all’ottima interpretazione di Jack Lowden per consegnarci un ritratto tormentato e crudo di una personalità troppo debordante per essere incasellata nel rigido, freddo e dogmatico schematismo della Gran Bretagna agli albori del thatcherismo. Il Morrissey che vien fuori da England in Mine è crepuscolare, decadente, profondamente wildiano: un ragazzo troppo colto, troppo intelligente per farsi bastare la sicurezza di una vita middle class, ma allo stesso tempo troppo timido e introverso per trovarsi da sé un posto in una Manchester non abbastanza grande da contenere il suo genio artistico e la sua sensibilità umana, e che di lì a qualche anno (grazie in particolar modo all’eredità seminale degli Smiths) si sarebbe trasformata in “Madchester”, lanciando gruppi come Stone Roses e Oasis, fino a band più recenti come Charlatans e Courteeners.

 

In entrambe le occasioni che Steven Morrissey ha di uscire attraverso la musica dalla prigionia della vita comune (l'incontro con Billy e l'incontro con Johnny), è sempre il successo a bussare alla sua porta, e mai il contrario. La pigrizia e l'autocommiserazione intellettuale di Morrissey sono aspetti che emergono con lampante chiarezza dal film, che england_is_mine-h_2017ha però l’imperdonabile difetto di lasciare lo spettatore con un enorme buco nella trama. Cosa succede tra il 1978 e il 1982? Cosa porta lo Steven depresso e inquieto, che sul finire degli anni ’70 non era ancora riuscito a trovare il suo posto nella vita, a diventare il Morrissey arrogante e sicuro di sé che nel 1982 è finalmente pronto ad affrontare il suo destino di poeta indie? England is Mine, film godibile ma senza colpi di scena o significative impennate, non ce lo dice e (cosa ancor peggiore) non ce lo lascia nemmeno intendere attraverso quel senso di sospensione tipico del teatro elisabettiano, più volte riciclato dalla filmografia contemporanea. Un salto a piè pari che inevitabilmente abbassa l'indice di gradimento su morrissey-england-is-mineun film da cui era certamente lecito aspettarsi qualcosa di più, non fosse altro per l'immenso spessore della vita che Gill ha provato a raccontare. Resta, comunque, apprezzabile il tentativo del regista di offrirci un ritratto della vita di Morrissey non scontato, lasciando quasi totalmente da parte l'icona indie in favore del ragazzo Steven. Un approccio che però finisce per incatenare lo stesso personaggio di Morrissey alla piattezza generale del film, senza poterne apprezzare la naturale evoluzione artistica che tutti coloro i quali hanno eletto un giovanotto di Manchester a proprio dio pagano conoscono e avrebbero voluto vedere rappresentata.

 

Riccardo Resta

Video

Inizio pagina