Migliora leggibilitàStampa
7 Marzo 2016 , , ,

La rivincita di Blind Willie Johnson VA: “God Don’t Never Change – The Songs Of Blind Willie Johnson”

26 Febbraio 2016 - Alligator Records

b.w.johnson cover                       I N T R O 

 

Chiunque abbia mai approcciato alla materia Blues sa benissimo quanto non si possa prescindere dall'opera di Blind Willie Johnson. Ad oltre settant'anni dalla sua dipartita, la celebre etichetta Alligator, che annovera nel proprio roster Albert Collins e Son Seals, gli rende omaggio con un disco tributo, "God Don't Never Change - The Songs Of Blind Willie Johnson", chiamando a raccolta alcuni tra i migliori artisti debitori della sua inestimabile eredità. Ma contestualizziamo prima la figura di Blind Willie Johnson

 

1)  Blind Willie Johnson (1897- 1945)

 

Il 'predicatore' texano non vedente visse in un periodo storico (siamo nei primi anni del '900) in cui, lungo una sorta di 'mezza luna fertile' che va dal Texas alla Virginia, cominciarono ad emergere diverse personalità musicali distinte tra di loro ma provenienti comunque dalle Blind-Willie-Johnsondure condizioni di vita delle piantagioni; una molteplicità di stili che nel loro complesso andarono a formare il corpo e l'anima di quello che ormai conosciamo come folk blues. Analogamente a quanto accadde soprattutto nella parte nord del delta del Mississippi, dove Charley Patton, Son House e Tommy Johnson tracciarono i primi solchi di quello che verrà poi universalmente riconosciuto come Delta Blues, e nel quale muoverà i primi passi il leggendario Robert Johnson, nel Texas i semi di questa nuova musica che si andava affermando  tra le comunità afro-americane, ancora pesantemente soggette a condizioni di semi-schiavitù, furono piantati da Blind Lemon Jefferson e Blind Willie Johnson. E la figura di Blind Willie Johnson rimane ad oggi tra le più influenti e peculiari della storia del blues rurale.

 

Egli divenne un predicatore di strada utilizzando la sua musica, che considerava come una missione, per veicolare visioni bibliche e messaggi evangelici; non stupisce quindi che il suo repertorio, in gran parte costituito da 'traditionals', fosse ricco di riferimenti religiosi. Possedeva una voce roca e potente dallo stile marcatamente gospel e lo stesso Charley Patton, considerato all'unanimità il fondatore del Delta Blues, molto probabilmente ne blind-willie-johnson-sepia-blurd-rdcdrimase influenzato anche ascoltando nei juke-joint le prime registrazioni che Johnson fece per la Columbia (1927). Per quanto riguarda la sua tecnica slide alla chitarra (eseguita con il coltello) è ancora considerata tra le più raffinate e brillanti, tanto da divenire oggetto di studio da parte di Ry Cooder durante l'elaborazione del proprio linguaggio stilistico.

Oltre a Cooder, vale la pena ricordare come anche i Led Zeppelin, Nick CaveTom Waits (del quale tratteremo tra poco) debbano qualcosa della propria arte al predicatore non vedente. Sicuramente ne fu influenzato molto in vita anche l'indimenticabile Captain Beefheart (Don Van Vliet), nella voce e nell'impostazione, oltre che da Howlin' WolfDark Was The Night, Cold Was The Ground è sicuramente il brano che non solo rappresenta meglio la poetica di B.W. Johnson, ma che ci rappresenta in quanto genere umano; la canzone è stata inserita infatti tra le opere più importanti mai prodotte sul nostro pianeta nel cosiddetto "disco d'oro", un vero e proprio supporto fonografico che nel 1977 la NASA ha spedito nello spazio a bordo del Voyager con il preciso compito di far conoscere la civiltà umana ad altre forme di vita del cosmo.

 

Ascolta alcuni brani originali di Blind Willie Johnson 

Dark Was The Night, Cold Was The Ground  *** The Soul Of A Man *** Dark Was The Night (B.W.J. in person) *** John The Revelator *** Nobody's Fault But Mine

 

Ascolta  Best Of Blind Willie Johnson (1:18:02)

 

*****************************************************************

 

2) Il disco tributo: “God Don't Never Change - The Songs Of Blind Willie Johnson

 

tom waits 1Cominciamo proprio da Tom Waits. Pochi come lui hanno saputo tradurre la tradizione del primo folk blues, una delle sue influenze cardine, in uno stile così unico e riconoscibile. Numerose volte in passato lo abbiamo ascoltato fare propri alcuni degli elementi che hanno caratterizzato la musica di Blind Willie Johnson, Son House ed anche Charley Patton. Basti ricordare la splendida Jesus Gonna Be Here (contenuta nell'album "Bone Machine", 1992), la song che probabilmente rappresenta al meglio quanto appena detto.

E se la sua versione di The Soul of a Man, con al controcanto la moglie ed angelo custode Kathleen Brennan, accompagna magistralmente questo album nel suo percorso TOM-WAITS 2promozionale, è con John The Revelator che un cerchio sembra chiudersi. Il brano, dagli evidenti riferimenti biblici, è un 'traditional' che Johnson interpretò con particolare fervore ed è giunto ai giorni nostri rivisitato numerose altre volte. Questa di Tom Waits ci riporta all'allegoria 'maledetta' di "Bone Machine", ai tormenti di un'anima sempre in bilico tra virtù e peccato, riproducendo nuovamente quella sorta di 'contraddizione' tra sacro e profano che più volte nella storia del blues ci capita di incontrare (si legga bene a mo' di esempio il testo di Preachin' The Blues di Son House).

 

Di storia del blues ne sa qualcosa Lucinda Williams che già nel suo debutto discografico "Ramblin'" (1979) palesava le sue radici tanto nel country che nella tradizione musicale afro-americana. E proprio ad allora risale la sua rivisitazione di Motherless Children, Lucinda-Williams 2canzone pescata dal repertorio di Blind Willie Johnson. In questa raccolta ritroviamo la cantautrice della Luisiana, reduce dal suo ultimo grande lavoro "The Gosts of Highway 20", a confrontarsi nuovamente e per due volte con il lascito di Johnson: Nobody's Fault But Mine, brano che ha prestato il nome alla lontana trasposizione zeppeliniana, in questa sua nuova veste si arricchisce di una marcia mid-tempo sulla quale la Williams canta perfettamente a proprio agio doppiata da uno slide scintillante.

Ed ancora, in God Don't Never Change, pezzo particolarmente difficile in quanto nell'originale si possono apprezzare nei particolari le vibranti sfumature d'intonazione di Johnson, la Williams sceglie intelligentemente di reinterpretare il brano secondo la propria natura più country. Molto rispettosa dell'originale è invece Keep Your Lamp Trimmed And 99-atxlBurning nell'ottimo adattamento di Derek Trucks e Susan Tedeschi. Il duo mantiene infatti intatta la struttura di chiamata e risposta di quello che probabilmente deve essere nato come un canto di lavoro e che nel tempo è divenuto anche uno dei cavalli di battaglia del grande bluesman Mississippi Fred McDowell. Anche i canadesi Cowboy Junkies (foto a sinistra) suonano molto convincenti con la loro rilettura di Jesus Coming Soon, uno dei pezzi più rock di tutto l'album, sapendo utilizzare saggiamente l'escamotage di campionare e collocare l'inciso di Johnson in modo da produrre un duetto virtuale con la cantante Margo Timmins. L'aspetto più spiccatamente gospel di Blind Willie Johnson viene messo invece in risalto dai maestri del genere The Blind Boys of Alabama nel loro arrangiamento di Mother's Children Have a Hard Time (Motherless Children).

 

Sincera ma non del tutto apprezzabile la Trouble Soon Be Over di Sinéad O'Connor; un'interpretazione che interessa forse sotto il profilo del complesso e conflittuale rapporto che la cantante irlandese ha ormai da anni con il tema della religione. Ed arriviamo a Luther luther dickinsonDickinson (foto a destra), figura che oramai ha assunto un ruolo centrale nel recupero della tradizione musicale americana del sud. Il chitarrista di Memphis può vantare di essere tra i fondatori dei North Mississippi All Stars (troppo lungo qui riassumerne la storia, i meriti e le collaborazioni), di avere un passato nei Black Crowes e una militanza nella South Memphis String Band assieme al talentuoso bluesman Alvin Youngblood Hart. Naturale quindi che possegga molto di più che della dimestichezza col folk blues. Con il repertorio di Blind Willie Johnson, Dickinson si è già misurato in diverse occasioni e per questa in particolare dà una rilettura di Bye and Bye I'm Going to See the King sfruttando le peculiarità della Rising Star Fife & Drum Band.

 

Otha Turner2Quest'ultima è una formazione nata attorno ad Otha Turner (foto a sinistra), uno degli ultimi suonatori storici di fife (piffero) ed esponente di primo piano del fife and drum blues, uno stile caratterizzato da pattern ritmici che fondono le marce militari con la poliritmia di derivazione africana. Altro pezzo marcatamente gospel, Let Your Light Shine On Me viene reinterpretata da Maria McKee in una versione che ne mantiene la natura senza aggiungere nulla di interessante a quella di Johnson. Chiude la raccolta Dark Was The Night, Cold Was The Ground, maxresdefaultpezzo piuttosto delicato come già accennato all'inizio, affidato alla veterana Rickie Lee Jones (foto a destra). Partendo dal presupposto che il confronto con l'originale è impresa ardua forse per chiunque, va sottolineato comunque come emerga il rispetto e la sincerità della Jones in questa rilettura molto personale.

 

L'operazione che ha portato a God Don't Never Change - The Songs Of Blind Willie Johnson non dev'essere stata delle più semplici per l'ideatore e produttore Jeffrey Gaskill: mettere insieme così tanti musicisti di rilievo ed impegnarli con un qualcosa che ha del 'sacro', in quanto spinge al confronto proprio con quel corpo e quell'anima che, prima ancora di costituire un tassello fondamentale della tradizione musicale americana, è parte integrante della storia del popolo afro-americano. Una storia complessa fatta di forme di resistenza, di lotta per l'emancipazione e di rilancio culturale. Noi abbiamo apprezzato, quasi tutto. Con rispetto.  

 

 

Tracklist 

 

image-optimized_56afcc4dc6526* The Soul of a Man (Tom Waits)

* It’s Nobody’s Fault But Mine (Lucinda Williams) 

* Keep Your Lamp Trimmed and Burning (Derek Trucks & Susan Tedeschi) - foto a sinistra

* Jesus is Coming Soon (Cowboy Junkies) 

 

 

* Mother’s Children Have a Hard Time (The Blind Boys of Alabama) - foto a destra

* Trouble Will Soon Be Over (Sinéad O'Connor)

blind-boys-alabama* Bye and Bye I’m Going to See the King (Luther Dickinson featuring The Rising   Star Fife & Drum Band) 

* God Don’t Never Change (Lucinda Williams) 

* John the Revelator (Tom Waits)  

* Let Your Light Shine on Me (Maria McKee)  

* Dark Was the Night--Cold Was the Ground (Rickie Lee Jones) 

 

Aldo De Sanctis

Video

Inizio pagina