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12 Aprile 2016 , ,

Labels: Black Widow Records La luce prog della lanterna

2016

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Non possono lasciare indifferenti le riconsegne alla luce di album come “On the gulf”, dei 'canterburyani' d'America Maelstrom o di“Parapsycho” della gotica pioniera Doris Norton, figura di spicco nel caliginoso progetto Jacula di Bartoccetti. Se poi a ciò aggiungiamo progetti legati a storiche realtà quali Delirium, Il Cerchio d'Oro, Nuova Idea o a validi alfieri della nuova ondata (Il tempio delle clessidre, Il bacio della medusa e L'impero delle ombre) il gioco è fatto.

Creatività, competenza ma soprattutto passione sono le leve sopra le quali Massimo Gasperini ed i fidi Pino Pintabona e Alberto Santamaria da sempre fanno forza con la loro Black Widow Records al fine di garantire proposte originali ed musicalmente Negozio BWintriganti. A quest'ultimo periodo appartengono le distribuzioni legate ai norvegesi Arabs in Aspic, agli italiani La Fabbrica dell'assoluto e Merry Go Round, nonché la seconda prova dei fiorentini Spettri  (il loro introvabile album d'esordio era stato recuperato dalla stessa BWR nel 2011) e la nuova registrazione di un altro classico del progressivo italiano anni settanta, Siegfried, il drago e altre storie degli Errata Corrige.

Sono questi i cinque recenti lavori che esaminiamo in questo speciale dedicato all’ormai fondamentale etichetta prog italiana Black Widow Records, e che fa il paio con l'intervista ("Elogio del vinile") al suo patron Massimo Gasperini che trovate linkata alla fine di questo articolo.

 

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La fabbrica dell'assoluto: "1984: L'ULTIMO UOMO D'EUROPA"

Italia  [Uscita : 24/09/2015]  - Genere: Progressive

 

La fabbrica dell'assoluto - CoverDelirio, sofferenza, chimerici sogni di libertà e sterilità mentale. Sono questi travagliati stati di animo a caratterizzare l'odissea di Wiston alienato protagonista di “1984: l'ultimo uomo d'Europa”, opera d'esordio della formazione romana  La fabbrica dell'assoluto. Traendo spunto dal distopico romanzo di Orwell “1984” le trame del disco penetrano nelle angosciose atmosfere di un futuro post-nucleare dove l'individuo è stato ridotto a semplice macchina di produzione, dimostrandosi incapace di qualsiasi forma di reazione e ribellione nei confronti del controllo completo assunto dal Grande Fratello. Un suggestivo racconto che il quintetto originario del Tuscolano porta in scena avvolgendolo in un abito vintage dalle forti tinte progressive; hammond, Davolisint, generatori bf e mellotron sono solo alcune delle sofisticate ed originali strumentazioni seventies recuperate per la realizzazione di questo progetto che si articola, secondo la forma più classica del concept, in una striscia consecutiva di tredici tracce.

Decisamente ispirate appaiono le evoluzioni del tastierista Daniele Fuligni, abile nel tenere banco nei vorticosi passaggi tra i vari movimenti, e l'intensa interpretazione di Claudio Cassio; in loro supporto la presenza dei non meno La fabbrica dell'assoluto - Bandvalidi Marco Pilloni al basso, Michele Ricciardi alla batteria e Daniele Sopranzi alla chitarra. Pino Ballarini del Rovescio della Medaglia interviene come ospite ne La canzone del castagno così come la banda musicale di Montopoli prende parte all'epilogo Amava il Grande Fratello. “1984: l'ultimo uomo d'Europa” è un debutto convincente di grande impatto. Seppur in alcuni risvolti il mood inevitabilmente paghi pegno a quello tipico dei mostri sacri del genere , da quest'opera prima trapela il genuino estro creativo e l'assoluta padronanza tecnica della band capitolina. Una nota in chiusura: particolarmente azzeccata ed emblematica la scelta ricaduta sui tratti della visionaria opera “La libertà di scelta” di Cesare Modesto come immagine di copertina. Un eloquente biglietto da visita.  

 

Voto: 8/10      Official    Social

Ascolta  L'ultimo Uomo d'Europa 

Guarda  L'ultimo Uomo d'Europa 'live'

 

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Arabs in Aspic: "VICTIM OF YOUR FATHER'S AGONY"

Norvegia  [Uscita : 24/07/2015]  - Genere: Hard Progressive - Psichedelia

 

Arabs in Aspic - CoverProvengono dai fiordi norvegesi, Trondheim per la precisione, le note di “Victim of your father's agony” inedito progetto di studio degli Arabs in Aspic; formatasi nel 1997, dopo un'iniziale attività da cover band, la formazione ha ben presto rivelato la propria identità musicale intrisa di coinvolgenti riverberi psichedelici e pressanti velleità hard progressive, e nel corso degli anni a seguire è andata man mano concependo lavori sempre più convincenti. Al debutto del 2003, l'EP “Progeria”, hanno fatto seguito gli album “Far out in Aradabia” dell'anno successivo e “Strange frame of mind” del 2010. Nel 2011 il gruppo scandinavo. composto da Jostein Smeby (chitarra), Eskil Nyhus (batteria), Stig A.Kvam-Jorgensen (tastiera) e Erik Paulsen (basso), è entrato a far parte della scuderia Black Widow con la quale nel 2013 ha realizzato “Pictures in a dream”. Il quarto lavoro “Victim of your father's agony” conferma la convincente evoluzione del disegno artistico degli Arabs in Aspic e la validità della loro proposta stilistica difficilmente catalogabile in un genere ben definito.

Possenti riff di chitarra e una serrata partitura hard introducano You can prove them wrong anticipando le   misurate coralità, quasi pop, della disimpegnata ballad Sad without you. Incalzanti intermezzi di psichedeliche tastiere tagliano trasversalmente le atmosfere velate di One mentre in The turk and the italian restaurant è una precisa linea di basso funk a dettare i Arabs in Aspic - Bandtempi in una traccia dalle tinte seventies. L'eclettico intermezzo TV3 si interpone tra le sonorità fascinose ed oscuramente heavy di God requires insanity e le persuasive evoluzioni dal taglio progressive della strumentale  Flight of the hallibut. Il brevissimo intervallo della chitarra sognante di Saint Palais sur Mes prelude alle dilatate armonie della title-track Victim of your father's agony, epilogo di ampio respiro dai forti richiami floydiani, che arriva a suggellare questo interessante crossover emozionale concepito nelle algide lande scandinave.

     

Voto: 7/10    Official     Social       Soundcloud

Guarda   You Can Prove'em Wrong, Bill! 

 

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Spettri: "2973 – MMCMLXXIII - LA NEMICA DEI RICORDI"

Italia  [Uscita: 30/04/2015] - Genere: Hard Progressive

 

Spettri - CoverE' una storia che ha inizio oltre mezzo secolo fa quella degli Spettri. Dopo gli esordi beat di metà sessanta ed una lusinghiera attività live in terra di Toscana -incentrata prevalentemente su cover dedicate a Deep Purple e Spirit- nell'ottobre del 1972 la formazione fiorentina realizza, in un'unica sessione, una suite inedita in puro stile hard prog, in cui narra le traversie di un giovane e  del suo folle viaggio nell'aldilà alla disperata ricerca di risposte a quesiti esistenziali. Purtroppo il concept non incontra alcun interesse a livello di distribuzione discografica e finisce mestamente nel dimenticatoio. Solamente grazie al certosino ed instancabile lavoro di recupero della Black Widow nel 2011 viene riconsegnata la luce a questo piccolo capolavoro artigianale, valida testimonianza di uno dei periodi d'oro, per antonomasia, del rock made in Italy.

L'inaspettata pubblicazione di “Spettri”,  avvenuta a quarant'anni suonati dalla data del suo concepimento, genera un rinnovato entusiasmo creativo nelle file del gruppo di Firenze che con una line-up composta da ben quattro dei componenti originari (Ugo, Raffaele e Vincenzo Ponticiello, rispettivamente voce, chitarra e basso e il tastierista Stefano Melani) e completata dagli innesti del batterista Mauro Sarti ed il sassofonista Matteo Brancalani, ritorna in studio per registrare il naturale proseguimento di quel singolare debut-album. Prende vita così “2973- MMCMLXXIII - La nemica dei ricordi”, ennesimo allegorico viaggio del protagonista (stavolta a bordo di una nave) tra le pieghe più profonde della propria Spettri - Bandinteriorità. Il sound proposto è quello tipico degli Spettri e ripercorre nelle sue atmosfere cupe -e dal sapore vintage- il mood tipico di mostri sacri del genere quali King Crimson, Black Sabbath e, perché no, E.L.P.; nove tracce dove vengono esaltate le scorribande delle tastiere, i riff marcatamente heavy delle chitarre e le caustiche performance canore. Tracce come La nemica dei ricordi, La nave e Onda di fuoco sono palpabili esempi di quelle che sono le velleità musicali della formazione dei Ponticiello & C., abile nel ripercorre visionari sentieri retrò riuscendo a non cadere nella trappola della celebrazione o del semplice esercizio di maniera. A dar man forte all'ardito disegno sono da evidenziare i camei di Elisa Montaldo (valente tastierista de Il tempio delle clessidre) nell'eterea e suggestiva recita de Il delfino bianco e delle sognanti note dell'arpa celtica di Stefano Corsi (anima irlandese dei Whiskey Trail) nel brano di chiusura L'approdo. In coda alla scaletta nella versione compact sono presenti tre bonus track (Il lamento dei gabbiani, La profezia e La stiva) rigorosamente registrate in mono per l'edizione in vinile; un gradito segno della volontà degli Spettri di mantenere il pathos sonoro dei tempi che furono. Tutto questo mille e uno anni dopo.    

 

Voto: 7/10     Social  

Ascolta  "2973- MMCMLXXIII - La nemica dei ricordi”

 

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Errata Corrige: "SIEGFRIED, IL DRAGO E ALTRE STORIE" 

Italia  [Uscita : 29/03/2015] - Genere: Progressive

(Ristampa vinile originale – Versione su CD+DVD con nuove registrazioni) 

 

Errata Corrige - Cover CD+DVDLa rarità in tiratura limitata, il disco introvabile, rappresenta da sempre la “croce e delizia” dell'irriducibile collezionista. A questo seducente ed ambito contesto non si sottraggono le produzioni minori del periodo d'oro del rock italiano, gli ispirati anni settanta progressivi; molte sono le opere che, per ragioni per lo più di carattere prettamente economico, sono state distribuite in poche decine di copie e che con il passare degli anni hanno assunto la sembianza di veri e propri oggetti del desiderio. A questa lista di chicche discografiche appartiene indubbiamente l'opera prima -e soprattutto unica- degli Errata Corrige stampata nel lontano 1976  in sole cinquecento copie dalla piccola etichetta EC.

Adesso, nell'ambito dell'ennesima allettante operazione di recupero la Black Widow rende disponibili, in perfetta concomitanza, la ristampa del vinile originale di “Siegfried” ed una sua nuova interessante rilettura confezionata appositamente dalla storica band torinese. I quattro amici musicisti, artefici del progetto di metà anni settanta, si sono infatti ritrovati negli studi Officina Sonora della loro città natale e ripartendo dalle partiture originarie hanno realizzato Errata Corrige - Cover originale del 76una nuova incisione della track-list completa di “Siegfried, il drago e altre storie”; l'utilizzo di strumentazioni tecnologiche decisamente più avanzate di quelle utilizzate nel 1976 (basti pensare alla registrazione dell'epoca su un 8 piste) hanno permesso di rivestire di attualità sonora le sfumature sinfoniche dell'originale storia ricolorando gli artefatti scenari onirici ed i surreali protagonisti che li popolano. Oggi come quarant'anni fa la line-up degli Errata Corrige è composta dal chitarrista Mike Abate, l'ex Arti+Mestieri Marco Cimino alle tastiere e al flauto, Gianni Cremona al basso e Guido Giovine alle percussioni; sono intervenuti ad impreziosire la rivisitazione Manuel Zigante (cello), Martin Mayes (corno francese), Federico Forla (oboe), Ivan Bert (tromba) ed il sassofonista Diego Mascherpa.

Al fine di differenziare le due stampe di“Siegfried, il drago e altre storie” la Black Widow ha concepito per l'edizione 2015 un nuovo artwork di copertina; l'inedita pubblicazione è corredata, tra l'altro, di un dvd supplementare contenente le riprese dell'intera performance in studio di registrazione del gruppo. Per la felicità di vecchi (e magari nuovi) estimatori l'universo magicamente fantasy di Siegfried ha ripreso finalmente ad animarsi; che tutto questo sia l'inizio di una nuova avventura ?

 

Voto: 7/10    Social

Ascolta "Siegfried, il drago e altre storie, disco originale del 1976"

 

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Merry Go Round: "MERRY GO ROUND"

Italia  [Uscita : 24/03/2015] - Genere: Progressive – Psichedelia

 

Merry Go Round - CoverIn principio c'era il garage-punk degli Storks. Poi fu la volta degli Standarte e di un'ambiziosa trilogia dalle tinte oscuramente hard distribuita dalla Black Widow a cavallo tra il 1995 e il 1998. Infine, nel 2012, la metamorfosi  psychedelic-prog dei  Merry Go Round. Volendo riassumere sono queste le tappe significative della parabola artistica del bassista Stefano Gabbani e del tastierista Michele Profeti; originari di Pontedera (Pisa), i due musicisti abbandonata da tempo la collaborazione con Daniele Caputo (il batterista front-man degli Standarte) tornano alla ribalta con una nuova formazione nella quale vengono affiancati da due compagni di viaggio della prima ora -gli ex Storks Renzo Belli (Chitarra) e Sandro Maccheroni (batteria)- oltre che dal chitarrista Sandro Vitolo e dalla vocalist Martina Vivaldi. “Merry Go Round” è un album dal sound tipicamente seventies all'interno del quale il ricorso all'utilizzo di strumentazioni vintage (hammond, mellotron e mini moog) risulta fondamentale per la ricostruzione di lontane atmosfere dal sapore lisergico. Nell'incedere arrembante hard prog della traccia d'apertura Dora's dreams si svelano da subito i pregevoli registri vocali di Martina Vivaldi abili nell'emergere in mezzo alle scorrerie delle tastiere di Profeti; la conferma che le intenzioni musicali di questo carosello affondino il proprio zoccolo negli anni settanta arriva puntale da After, composizione dal mood elegantemente dilatato e retrò e dalle successive vibrazioni acide di Autumn's day.

Le intense ritmiche impartite dal binomio chitarra-basso rivestano di luminose risonanze dal retrogusto hippie Poison Ivy mentre decisamente più accentuata è la tensione nella cover Free Ride della band statunitense R'n'R dei Wilwood, a dire il vero formazione ben poco reputata dalle nostre parti. E' nella sua parte centrale che “Merry Go Round” annida le prove più risolute e convincenti: nelle trame purpuree ed intriganti di Changeling e To die Merry Go Round - Bandto fear Martina Vivaldi sfodera la sua timbrica poderosamente duttile, spiccatamente black, richiamando alla memoria le perfomance di cantanti quali Julie Driscoll o, tanto per rimanere in casa nostra, di Silvana Aliotta dei Circus 2000. Ed è proprio la Driscoll del periodo Auger-Trinity ad essere chiamata ancora in causa nel convulso beat-remake di Indian rope man, traccia che anticipa i sussulti conclusivi legati alle progressive evoluzioni di In search of lost time e a Mesmerized worlds, composizione dall'aura Procol Harum dove il cantato viene cullato dalle ovattate note di un nostalgico hammond. L'epilogo (solo su compact ed assente nella versione vinilica) è dedicato alla rivisitazione di un classico del 1970 di Vincent Crane, quel Friday the 13th contenuto nel debut-album dei britannici galli atomici. Il ritorno sulla scena di questi navigati musicisti non delude e conferma l'assoluta validità di certi disegni underground mai realmente assopiti ed in grado di regalare al loro risveglio ancora nuove emozioni; tecnica, passione, creatività e l'essenziale plusvalore della Vivaldi hanno messo in moto questa suggestiva giostra. Farci un giro sopra è assolutamente d'obbligo.    

 

Voto: 8/10       Social      Soundcloud

 

Alessandro Freschi

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