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27 Dicembre 2013 , , ,

Dutch Blues: dal Mississippi al Keizersgraght IL GARAGE-BEAT-PSYCH BLUES OLANDESE

- Philips, Decca

q65PREMESSA

 

Negli anni 60 l’ascolto del blues venne sdoganato e coinvolse appieno il pubblico dei bianchi, prima in Europa e subito dopo negli Stati Uniti; in conseguenza di ciò il blues cessò di essere un’ espressione musicale solamente dei neri d’America per i neri d’America, come era stato sino ad allora. Negli USA, alla fine dei fifties, dopo il periodo di grande creatività degli anni 40 e dei primi anni 50, il blues viveva un momento di crisi, messo nell’angolo da nuove mode musicali, il rock n’ roll e il soul (pur suoi figli legittimi) avevano allontanato la maggioranza dei giovani neri dalla originale forma di espressione musicale dei loro padri, considerata ormai vecchia e superata. Nella società americana bianca di quegli anni, caratterizzata dalla segregazione razziale negli stati del sud e da un razzismo diffuso e violento, questo tipo di musica non era presa in nessuna considerazione. I bianchi (con l’eccezione di una elìte di intellettuali ed addetti ai lavori), la giudicavano un espressione estranea alla loro cultura e un prodotto musicale peccaminoso, inferiore e volgare, sebbene il blues fosse alla base del dna del jazz e dello swing, che sino dagli anni 30 avevano coinvolto il pubblico bianco, con grande successo e seguito. Agli albori dei 60’, molti musicisti e discografici blues, cominciarono a guardare con sempre maggiore interesse verso l’Europa e di conseguenza verso un pubblico esclusivamente bianco, maCuby++The+Blizzards molto meno prevenuto di quello americano. I tours europei di musicisti leader come Muddy Waters (nel 1958 il suo primo tour inglese), Sonny Boy Williamson, Howlin Wolf e Willie Dixon (del 1960 il suo primo GB tour con Memphis Slim), diventarono sempre più frequenti; organizzati anche in vere e proprie carovane itineranti come l’American Folk Blues Festival, che dal 1962 portò nel vecchio continente (a Baden Baden, il 4 ottobre 1962, l’esordio di AFBF in Europa) il meglio del blues americano in tutte le sue forme: blues urbano e country blues, con i suoi esponenti più rappresentativi.

 

I paesi più aperti e ricettivi furono quelli Scandinavi, la Gran Bretagna, la Svizzera, la Francia, la Germania e l’Olanda; dove il blues ebbe sempre maggiore seguito e successo, con la pubblicazione, da parte di molti protagonisti del blues USA, di dischi registrati e prodotti in quelle nazioni, sempre più frequenti passaggi televisivi e radiofonici e in conseguenza di ciò un sempre maggiore coinvolgimento di giovani musicisti, soprattutto in Gran Bretagna. Da qui all’esplosione del rock e del “blues bianco” il passo fu breve. Sin dal 62/63, Rolling Stones, Yardbirds, Pretty Thing, Animals, Alexis Korner, Cyril Davies e John Mayall (con molti altri), diventarono outsidersprotagonisti di un movimento definito Blues Revival o British Blues e anche di un business che diventò sempre più importante a livello di vendite discografiche e che di “rimbalzo” tornò negli Stati Uniti, dove nel frattempo era esploso il movimento per i diritti civili, cooptando anche lì, soprattutto nei campus universitari, molti giovani musicisti bianchi alla causa del blues militante (tra cui Mike Bloomfield, Canned Heat, Paul Butterfield, Charlie Mussellwhite). Oramai affermatisi come star internazionali, i vari Stones, Clapton, Mayall e soci, coinvolsero sempre più i vecchi maestri di Chicago e Memphis nelle loro attività, facendo a gara per chi riusciva a suonare e registrare con loro, dall’altra parte questa nuova e inattesa fama fu accettata con entusiasmo, anche perché diede ai vecchi bluesman quei riconoscimenti, soprattutto economici, che negli USA non erano mai arrivati. 

 

L’OLANDA - IL DUTCH BLUES

 

Keizersgracht2In questo contesto un paese privilegiato per la sua vicinanza all’ Inghilterra fu l’Olanda (e per ricaduta il Belgio), dove la trasmissioni radio rock (ufficiali e pirata come quelle di Radio Caroline che trasmetteva dalla GB nel Mare del Nord, Radio Veronica e Radio Nordzee, che erano radio pirata olandesi) arrivavano con facilità, così come i dischi e i tours degli artisti protagonisti. Nei Paesi Bassi, cominciò a svilupparsi una scena autoctona che per comodità chiameremo “Dutch Blues”, molto vivace e qualitativamente interessante, con molte band e solisti in attività, se paragonato alle dimensioni di una piccola nazione come l’Olanda. Il tutto fu compreso in un movimento più grande, quello del beat garage psichedelico olandese che ebbe anche una forte influenza sull’aspetto sociale e generazionale: il movimento Provos fondato da Grootveld e dagli anarchici Van Duyn e Stolk, i primi hippyes, la liberalizzazione dei costumi sessuali, l’utilizzo delle droghe psichedeliche sempre più diffuso, la contestazione studentesca e il bisogno di affrancarsi dai legami e dalle regole imposte da famiglia, chiesa e stato, brainbox1sconvolsero le puritane abitudini degli olandesi, diventando protagonisti e trovando nella musica rock e blues uno dei veicoli privilegiati di espressione e di comunicazione. Il rock olandese, conosciuto anche come Nederpop, nelle sue svariate declinazioni relative al garage-beat, al prog rock, all’hard rock, produsse anche alcuni gruppi di successo internazionale, come Shocking Blue, Tee Set, Golden Earring e Focus, band che arrivarono ai primi posti delle charts internazionali, soprattutto negli anni 70. Dopo questa introduzione non ci resta che fare una carrellata sui principali esponenti di quel movimento (rock) blues olandese, che giudichiamo tra i momenti più interessanti per la nostra musica in Europa in quei fatidici anni 60 e nei primi 70. I nomi analizzati, in ordine alfabetico, sono quelli più noti e quelli che hanno lasciato delle tracce discografiche a testimoniare il loro lavoro. Buona lettura e, se vorrete, un’ottima ricerca dei loro cd, sia le ristampe degli lp originali anni 60/70 che i loro nuovi lavori (relativamente a quei musicisti ancora attivi nel XXI secolo).

 

AFTER TEA

 

after tea - national disasterRock blues band olandese con forti influenze psichedeliche. Formati a Den Haag nel 1967 da Hans Van Eijck (chitarra e tastiere), dall’inglese Ray Fenwick (vocal e chitarra, che in seguito farà parte dello Spencer Davis Group) e dalla sezione ritmica formata da Rob “Polle” Edward e Martin Hage. Tre 33 gg. al loro attivo, durante la loro attività, che va dal 67 al 71: “National Disaster” (Decca 68), “After Tea” (Negram 70) e “Joint House Blues” (Negram 70), i primi con contenuti garage/blues/beat e nell’ultimo lp, hard blues psichedelico e un chilometrico brano live intitolato The End, con il chitarrista Ilja Gort protagonista assoluto. La band si scioglie nel 1971. Esiste la cd-r del terzo lp.

 

BARRELHOUSE

 

Nati dalle ceneri della Oscar Benton Blues Band nel 1973, sono tutt’oggi una delle migliori espressioni del blues olandese, la line-up originale della bend era formata da: Barrelhouse Bailey, piano; dai fratelli Lapoorte, entrambi chitarristi; Bob Dros, batteria; Jan Willem, basso e dalla cantante Tineke Schoemaker, (ma come per altre band olandesi, gli avvicendamenti dei vari musicisti sono stati molto frequenti, rendendo difficile bare francamente poco utile seguirli tutti). Il loro primo lp nel 74: “Barrelhouse” (Munich 74), ottimo esempio di blues elettrico con protagonista la notevole voce della Schoemaker, tre anni dopo “Hard To Cover”  (Munich 77) e nel 1979 “Albert Collins with Barrelhouse” (Munich 79), il loro disco più noto, cronaca di un incendiario concerto tenuto ad Alkmaar nel dicembre 78 a supporto del chitarrista di Chicago Albert ”Iceman” Collins, dove la band diede il meglio di se stessa. E a seguire: “Blue Ain’t Blue” (Ariola 83). Poi vari cambiamenti nella line-up della band, ma la loro attività continua nel tempo con la pubblicazione di nuovi cd e dvd live e con la loro partecipazione attiva all’attuale scena blues olandese.

 

BINTANGS

 

Bluesband protagonista della scena dutch-blues fin dai primissimi anni 60’, con molti 7” al loro attivo, del 1965 il loro primo lavoro, un singolo su vinile, la cover di You Can’t Judge A Book By The Cover con sul retro I’m a Man. Precedentemente erano noti come Rocket Dynes e Black Phantoms, furono attivi soprattutto nel nord dell’Olanda, nelle città di Haarlem e Bewervijk. La loro storia è caratterizzata da decine di cambi di formazione e da una instabilità cronica della line up della band. Nel 1966 fecero da opening band albintangs_blues_on_the_ceiling concerto dei Rolling Stones a Deen Bosch e nel 67 al tour olandese dei Kinks. Per loro anche due brani di successo nelle charts: Traveling in the USA e Ridin on the LN. Nel 1969 il loro primo lp: “Blues On the Ceiling” (Decca 69), blues con forti influenze psichedeliche, tipico del sound della band l’originale utilizzo del flauto su temi blues. Poi nel 70 “Travelling In The USA” (Decca 70), nel 72 “Ridin With The Bintangs” (Decca), “Down South Blues” (Decca) del 73 e il rockettaro “Genuine Bull” (RCA 75). La voce del cantante Arthy Kraaijeveld e le chitarre di Jan Wijte e Maarten Ibelings protagoniste. Attivi anche negli anni 80 e 90, suonano tuttora nei blues festival in Olanda e nel Nord Europa, nel 2009 producono il cd “Fire and Iron” a rinverdire l’antica tradizione del dutch-blues. Da riscoprire. Reperibilità cd-r non facile. 

 

BIG BILL KRAKKEBAAS

 

big billNato Armand Hombroeckx, originario della città di Leuven, Big Bill è da considerarsi come uno dei primi musicisti a suonare il blues rock e il soul funky in Belgio. Cantante e chitarrista, nel 1966 è con la skiffle band Bert & Skifflegroups, insieme al fratello Bert, alla fine dei 60 suona con i Luk Tegenbos Smartensemble. Nei 70 fonda la Big Bill Krakkebaas & The Sock N’ Soul Band. Nel 74 l’lp “Big Bill” (Parsifal 74), una serie di 45 gg., tra cui Stoose Blues/Eene me Hesp, cover in fiammingo di No Particolar Place to Go di Chuck Berry, che sarà un hit locale nel 1973. Nel 1978 un altro lp, intitolato “Sit It On” (Polydor 78) Poi molti anni negli USA, in Texas e nel 95 il cd “Allee Live” (Alora 95), frutto di un come back in Belgio con una serie di concerti. Degli lp anni 70 probabilmente esistono delle cd-r, ma senz’altro di difficile reperibilità.

 

BLUES DIMENSION

 

Un’ altra bluesband olandese, fondata nel 1967 a Zwolle (East Netherland) da Leen Ripke (vocal), Rudy Van Dijk (sax), Cees De Best (guitar), Hans LaFaille (drums) e Herman Deinum (bass), protagonisti di un blues canonico con forti colori errebi e abbondante utilizzo dei fiati, per loro tre lp all’attivo: “You Can’t Leave The Past Behind” del 68 (Havoc 68), “Blues Dimension” (Decca 68) e “Blues Dimension is Dead, Long Live B.D”. (Decca 69). Interessanti, cd-r del primo lp, con bonus track e si trova qualcosa nei blog specializzati.

 

BLUE EYED BLUES BAND

 

bigBand originaria di Haarlem, formata nel 1974, aveva come leader il chitarrista Oscar Benton, navigato protagonista del blues olandese, con lui l’altro chitarrista Rob Ten Bokum, il bassista Tom Huissen e il pianista Rob Van Donseelar. Registrano un unico lp: “Blue Eyed Baby” per l’etichetta VPT, dopo l’uscita del disco il chitarrista Terry Lee rimpiazza Benton, ma poi la band si scioglie alla fine del 1975.

 

BRAINBOX

 

Una band borderline tra rock blues e prog rock, derivata da una formazione beat garage chiamata: Johnny & his Cellar Rockers, attiva intorno al 1965 o giu di lì. Poi trasformatisi in The Hunter con l’ingresso del chitarrista Ian Akkerman (poi protagonista del prog rock a livello mondiale con i Focus). Insieme ad Akkerman, il chitarrista John Shuursma e il partsvocalist Kaz Lux formano i Brainbox nel 1968, con loro il batterista Pierre Van der Linden e il bassista Andre Reynen, al piano in alcune songs del loro primo disco Rob Hoeke. Il loro primo (bellissimo) lp è: “Brainbox” (EMI 69), lavoro in bilico tra blues e psichedelia con ottimi risultati; cover di brani di Jimmy Reed e Lowell Fulsom, l’eterna Summertime di Gershwin e la lunga Sea of Delight, con Akkermann e Shuursma protagonisti. Nel 72 un secondo lp: “Parts” (Imperial 72), decisamente più prog oriented. E in anni recenti la reunion del 2004, senza Akkerman, ma con tutti gli altri vecchi componenti la band e il cd “The Last Train”, performance live veramente trascinante, tra blues, garage sound e con una micidiale cover di Gloria di Van Morrison.

 

BURNING PLAGUE

 

Forse la più nota bluesband belga degli anni 60. Dà alle stampe nel 1969 un unico lp: “Burning Plague” (Raza Prod.69), prodotto dall’etichetta indipendente Raza Production. La band guidata dal chitarrista Michael Heslop e dal cantante/chitarrista Alex Capelle con laburning sezione ritmica Roger Carlier e Willy Stassen, suona un rock blues ruvido ed elettrico, veramente tostissimo. Nel 1970 suonano al Bilzen Rock Festival aprendo per i Black Sabbath e i Kinks, poi vanno in tour in Zaire con i connazionali Kleptomania; rimasti stonati dopo l’esperienza africana, al loro ritorno in Belgio il repentino split della band. L’lp è stato riedito in CD, è da sentire, se riuscite a trovarlo. Reunion negli anni 90 con un ottimo cd in studio: “Burning Plague 2” (? 95) e l’incendiario live intitolato: “Live At Last” (? 97), entrambi veramente notevoli.

 

CUBY & THE BLIZZARDS (Cuby + Blizzards)

 

Sono stati i capostipiti del dutch blues; il cantante/armonicista Henry “Cuby” Muskee, il chitarrista Eelco Gelling e il pianista Herman Brood, con loro nella line-up originale della band il batterista Hans Waterman, il chitarrista ritmico Hans Kinds e il bassista Willy Middel. Il beat olandese impazza, Amsterdam, L’Aja, i Provos e le loro provocazioni, le biciclette bianche, i petardi sotto la carrozza reale, la rivoluzione sessuale, i primi hippyes, desolationloro si innamorano del blues e nel 1965 fondano il gruppo; fanno esperienza suonando molto all’estero, in Belgio e in Germania, ma la loro prima performance europea è in Italia, sul lago di Garda, per un pubblico di turisti olandesi e tedeschi. Ironia della sorte, una beat band italiana, gli Uragani, registra una cover in italiano della canzone dei C+B The Body is not your Soul (la b-side del loro secondo 7”), è un successo e questi semi-sconosciuti arrivarono al n.°6 della Hit Parade nostrana. I C+ B saranno una delle migliori bluesband dell’Europa continentale, titolari di una discografia corposa e di prima qualità. “Groeten Uit Grollo” (Philips 67), “Sometimes” (Philips 72), “Trippin Thru The Midnight Blues” (Philips 68), “Desolation” (Philips 66), “Applecknockers Flophouse” (Philips 69), il “Live In Dusseldorf” del 68 con ospite Alexis Korner (erano gli opener per il tour dello Spencer Davis Group), “To Blind To See” (Philips 70), “Cuby’s Blues” doppio album antologico primi 70, “King Of The World” (Philips 70), “Simple Man” (Philips 71) album del 71, la jam del 67 col pianista nero Eddie Boyd “Praise The Blues” (Philips 67), “Afscheidconcerts”, live album del 75 fino a “Kid Blue” del 77, tutti ancora per l’etichetta Philips.

 

trippin'Negli anni 60 la band vive un esperienza comunitaria hippy nella fattoria di proprietà di Muskee, situata nel piccolo villaggio di Grollo; questo luogo diventa presto meta per molti musicisti rock e blues olandesi e non solo, abitueè della comune di Grollo sono anche Alexis Korner, John Mayall e il pianista di Chicago, Eddie Boyd. Negli anni 60 vanno in tour con i Bluesbreakers e con Van Morrison, con cui registrano alcuni rari brani live.Suonano in tutta Europa, in numerosi rock festival: Plumpton (GB), Essen e Dusseldorf, Francoforte, Praga, Bilzen e Turnhout (Belgio) con il meglio del rock mondiale, da Jimi Hendrix agli Small Faces, da John Mayall a Frank Zappa & The Mothers sino ai Fugs e al Jeff Beck Group. Nel 71 supportano B.B.King (al suo primo tour europeo) alla Concertgebouw di Amsterdam, sempre in quell’anno abortisce il loro primo tour USA, con grande disappunto di Muskee e Gelling. Nel 1974 dopo un intensa stagione live, il primo split della band, che Cuby trasforma in Red White and Blue. Questi registrano nel 75 un omonimo lp: “Red White And Blue” (Polydor 75), di buona fattura, ma molto rock e meno blues. Poi varie cubyreunion, molti nomi del rock blues olandese vanno e vengono nella band, l’attività dei Blizzard continua per tutti gli anni 80 e 90. Cuby Muskee è ancora attivo oggi, con il supporto del chitarrista Erwin Java, recente un suo dvd live in Sudafrica, dedicato alla tragedia dell’aids in quel paese. Nel 2000 in occasione dei 35 anni di attività, pubblicato un quadruplo cd box,  “Blues Traveller” (Universal 00), con il meglio della loro produzione in studio e live recordings (in parte inedite) dai 60 ai 90. Tutti i loro titoli ristampati in CD, anche in serie low price con 2lp/1cd. Ascoltateli, il loro blues testimonia come non si debba per forza essere americani per essere credibili.

 

DOCTOR DOWNTRIP

 

Rock blues band con influenze psichedeliche formata a Bruxelles nel 69 dall’ex chitarrista dei Burning Plague, Michael Heslop, con il vocalist Michel Rorive e il tastierista Sylvain Paul. Protagonisti delle notti live al Puzzle P-Festival, locale rock per eccellenza nella capitale belga in quegli anni, nel 71 suonano al Summer Fest Den Haag a supporto degli olandesi Golden Earring e dei Genesis. La loro musica un hard blues bello tosto edoctor-downtrip-take-my-place-cbs quadrato, con aperture psich blues elettroacustiche. Nel 73 il primo disco: “Doctor Down Trip” per la CBS, oggi valutato circa 650 euro a copia vinile originale. Sempre nel 73 fanno da support live ai T-Rex di Marc Bolan. Nel 76 con un nuovo chitarrista, Josè Cuisset, il secondo disco: “If You Don’t Rock Now” sempre per la CBS, oggi introvabile e nel 79 l’ultimo loro parto vinilico, “Downtown” (CBS), altrettanto introvabile, poi lo split definitivo. C’è la cd-r del primo lp per RDI Rec. del 2008.

 

FLAVIUM

 

Anche loro appartenenti alla scuola rock blues nederpop, formatisi nel 69 a Apeeldorn, cittadina della provincia olandese. La formazione vede i due chitarristi Hans Driesten e Anne Geert Bonder come i protagonisti principali della loro musica. Dopo molti anni di bad luckgavetta, ottengono la possibilità di incidere il loro primo lp solo nel 75, si intitola “Bad Luck”, per l’etichetta Ivory Tower, l’anno seguente pubblicano “Chalk Farm”  (Iwory Tower 76), il loro è un blues canonico e quadrato con decisi riferimenti al suono di Chicago. Poi altri interessanti lp, come “Pluggin In Your Socket” (Iwory Tower 77), “Flavium” e “No Kiddin” (Iwory Tower 78 e 79), sino a “Live Eigthy Five” (BONI 85) La loro attività continua sino alla fine degli anni 90, con alcuni cd e un intensa serie di live gigs. Nel 92 la reunion della band originale con il cd Slowburn. Le loro cose migliori: i primi due lp dei seventies. Del primo disco esiste una cd-r.

 

INDISCRIMINATION

 

Duo olandese con Nico Christiansen (chitarra e voce) e John Lagrand (armonica), poi leaders dei Livin’ Blues. Nel 66 un 45 gg. “Wishful Thinking” registrato con l’aiuto dei Q 65, poi lo split. Vengono resuscitati con il vinile postumo “So Sad”, 7” con 4 brani, per la serie “Blues From Holland”. 

 

JOHN THE REVELATOR

 

John The Revelator Band formatasi ad Haarlem, un solo lp pubblicato, registrato nel luglio del 1970 al Phonogram Studio di Hilversum con il produttore Tony Vos: “Wild Blues” (Phonogram 70), dai suoni blues puri e semplici e pieni di feeling, grande la chitarra slide di Jos De Vilde, con lui il batterista Fred Huissen, il bassista vocalist Tom Huissen e il chitarrista armonicista Frans Ten Kleij. Attivi sino agli anni 80, si sono riformati in anni recenti ed hanno pubblicato alcuni nuovi lavori, sino al live Blues “Train To Thalia” del 2007. Ristampa cd del loro primo lp per Walhalla Rec.

 

LIVIN’ BLUES

 

Per questa grande band un mazzo di bellissimi lp dalla fine degli anni 60 ai primi 70’, qualche titolo: “Hell’s Session”, “Bambloozed”, “Wang Dang Doodle”, “Ram Jam Josey”, “Rocking At The Tweed Mill”, tutti pubblicati per l’etichetta Philips. Molti pensavano che avessero preso il loro nome all’omonima rivista blues americana, invece la loro ispirazione, molto più colta, erano quelli del Living Theatre. Sono stati l’evoluzione della garage band Andy Stripes & The Star, la cui attività risaliva al 1966/67. Elementi di spiccohell della band erano il chitarrista-cantante Nico Christiansen (anche con gli Indiscrimination), l’altro chitarrista Ted Oberg, il bassista Peter Kleyman, il batterista Beer Klasse e l’armonicista John Lagrand, con loro, negli anni 70 anche il batterista inglese Kenny Lamb, reduce dall’esperienza con i Jellybread. Nel 69 sono stati l’opening band per il tour invernale dei Fleetwood Mac e dopo l’uscita dell’lp Wang Dang Doodle partirono per un lungo tour europeo, che li portò persino alla seconda edizione del Palermo Pop Festival, tenutosi allo stadio della Favorita nel 1971. Nella band nel corso degli anni gireranno molti nomi del dutch blues, elencarli tutti sarebbe troppo dispersivo. I Livin’ Blues sono stati una delle blues band migliori dell’Europa continentale, autori di un blues rock corposo e ben suonato, spesso ruvido con chitarra, armonica e sax protagonisti, tocchi psichedelici e molta grinta, poi nel 75 il Live album omonimo (Ariola 75), dai suoni molto più hard rock e meno blues. Ristampe cd di tutti i loro dischi, anche con bonus track, da segnalare il cd inedito: “The Early Blues Session”, uscito alla fine degli anni 90. Sono ancora attivi, con varie denominazioni: Livin’ Blues Experience, Oberg e Blues A Livin. Nel 2005 sono stati la miglior blues band europea, per un referendum lanciato dai due più importanti magazine blues polacchi.

 

O.P.M.C.

 

O.P.M.C. - FrontDuo folk blues psichedelico olandese, formato dal chitarrista Onny Lopopulalan e dal batterista Max Sprangenberg con loro anche il chitarrista folk scozzese Barry Webb e l’armonicista/vocalist/slide guitar Teun Slikke. Registrarono un solo disco: “Amalgamation” (Admiral 70), mix strano e inusuale di blues, folk e psichedelia. Disco raro, improbabile una ristampa cd-r.

 

 

 

OSCAR BENTON BLUES BAND

 

Band olandese da Haarlem, fondata nel 67 dal chitarrista/vocalist Oscar Benton (Ferdinand Van Eif). Nel 68 suonano al Loosdrecht jazz Festival, dove impressionano ilfolder pubblico per le loro capacità live. Alcuni 45 gg. per la Decca Nederland, poi i primi vinili 33 giri: “Feel So Good” (Decca 68) e “The Blues Is Gonna Wreck My Life”  (Decca 69) ottimo blues bianco, con la bella voce black di Benton protagonista. Nella band passano molti musicisti blues olandesi, come i fratelli Lapoorte (poi con i Barrelhouse) e il pianista Rob van Donselaar (ex Bintangs). Nel 71 l’p “Benton” (Decca) e nel 72 “Draggin Around” (Imperial). Nel 75 Benton forma la Blue Eyed Blues Band, con cui dà alle stampe l’lp “Blue Eyed Baby” (VPT). Un protagonista minore ma non meno importante della gloriosa scuola del nederpop e del blues rock olandese.

 

OUTSIDERS

 

OUTSIDERS_(Front)Gli Outsiders erano originari di Amsterdam, sono stati una garage band e al pari dei Q65, il loro approccio al blues certo non era da considerare quello preferito dai puristi. Ispirati dagli Stones e dai Pretty Thing, il loro indiscusso leader era il cantante/armonicista Wally Tax, con lui i chitarristi Ronnie Splinter e Tom Krabbendam, il drummer Leen “Buzz” Busch e il bassista Frank Beek. Nel 65 anche loro fecero da opening band ad una serie di concerti dei Rolling Stones in Olanda. Per loro tre dischi: ”Outsiders” e “Songbook” (raccolta di 45 gg.) nel 1967 e “C.Q.” del 1968, con i loro brani originali e rock/ blues covers selvagge e psichedeliche. Poi lo split e la reunion della band, molti anni dopo, nel 1997, Wally Tax scompare nel 2005. Certamente lontani dalle twelve bars più tradizionali, ma da conoscere nel contesto del garage e della psichedelia olandese degli anni 60.

 

Q 65

 

Band con un ruolo importante nel movimento r n’ b olandese degli anni 60, tra i primi in quel paese ad affrontare tematiche blues, seppur miscelate con il beat e il rock n’ roll. Fondati nel 65 a Den Haag dai chitarristi Joep Roelofs e Frank Nuyens e dal vocalist/armonicista Willem Bieler, a completare la line-up della band il bassista Peter VinkQ65-Revolution e il batterista Jay Baar, provenienti da un gruppo chiamato Leadbelly’s Limited. Il loro nome deriva da due celebri cover di classici del blues rock, interpretate dai Rolling Stones: Suzie Q e Route 66, la somma dei nomi meno uno dà appunto Q 65, il numero 66 non piacque, perché suonava male. Il loro rock blues garage è veramente selvaggio e spalanca le porte del successo a questi cinque ragazzi olandesi. I loro lavori a 33 gg. sono: “Revolution” (Decca 66), “Kjoie Blues” (e.p. Parlophone revival66), “Revival “ (Parlophone 69), “Afghanistan” (Negram-antologia 69) e “Were Gonna Make It “ (Negram 71). Il loro suono un mix di soul, beat, blues e spezie psichedeliche con le tipiche rudezze garage. Molti 45 gg. della loro produzione entrarono nelle charts olandesi del periodo. Nel 67 progettarono un tour inglese, ma non ottennero il permesso di soggiorno e il tour abortì. Poi lo split della band e l’oblio. Negli anni 80 con il movimento neo-psichedelico in USA e GB, vengono riscoperti e ristampati i loro lavori sia su vinile che in cd, con inediti e outtakes. Compaiono inoltre nel raro doppio lp: “Haagse Beat Nacht” dell’81, cronaca di un reunion concert con Livin’ Blues, Outsiders e altre band minori olandesi dei sixties.

 

ROB HOEKE

 

Olandese, pianista, cantante e armonicista, tra i protagonisti del dutch blues anni 60. Esordisce nel 1962 al Loosdrecht Jazz Contest con il fratello Paul e il chitarrista Wim Bitter. Messo sotto contratto dalla Phonogram, forma il Rob Hoeke Boogie Woogie Quartet con John Schuursma (lead guitar) e la sezione ritmica Deinum/La Faille (poi con Cuby & The Blizzard e i Blues Dimension), in seguito la band diventerà nota come Rob Hoeke R robn’ B Group. Diventa molto popolare all’interno del fenomeno “blues boom” olandese, piazza nelle charts alcuni singoli e registra i primi lp, caratterizzati dai tipici suoni del blues e del boogie: “Boogie Hoogie” (Phonogram 64), “Save Our Souls” (Philips 67), “Robby’s Saloon” (Philips 68), “Celsius 232/8” (Decca 68), “Racing The Boogie” (Decca 70), “Four Hands Up” (Decca 71). Continua a suonare negli anni 70, poi un grave incidente automobilistico ne limita la possibilità di suonare il piano, diventa un giornalista sportivo e scompare nel 1999. Dei suoi lp non siamo a conoscenza di cd-r, musicista interessante e da riscoprire.

 

SHAKEY SAM BLUES BAND

 

Un gruppo poco conosciuto attivo in Olanda soprattutto alla metà degli anni 70. Con il chitarrista, armonicista e vocalist Shakey Sam (Simon Vlietstra), sono il pianista David Gardeur, il batterista Leo Roodhof e il bassista Jan DeJong. Shakey Sam, bizzarro personaggio dal pittoresco look tra Buffalo Bill e i Tre Moschettieri, ci lascia quattro interessanti lp: “Shakey Sam” (Philips 76), “Shakey Sam Blues Band” (Philips 78), “Dedicated To The Blues” (Philips 81) e “Live” (postumo-Philips 88). Shakey Sam scompare a soli 31 anni nel 1981, interrompendo improvvisamente e drammaticamente la sua storia con il blues e la musica.

 

THE SUBTERRANEANS

 

downDuo olandese originario di Den Haag, la loro musica un folk blues rispettoso della tradizioni. Downy Boy Jason (Henk Jantze) e Sleepy John Baker (John Bakker) i loro nickname, evidentemente ispirati ai bluesmen degli anni 30/40. Un unico lp: “The Subterraneans/Down to Earth” (Op Art/Polydor 67). I due sono coadiuvati nel disco da elementi dei Q 65 e di Group 1850. Interessante e raro, difficile esista una ristampa cd-r.

 

Guido Sfondrini

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