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20 Marzo 2016 ,

Bruce Springsteen And The E Street Band THE TIES THAT BIND: THE RIVER COLLECTION BOX SET

4 Dicembre 2015 - Columbia Records/Sony Music - Box 4 CD, 3 DVD, inediti e rarità - Box 4 CD, 2 Blu-ray - iTunes

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Il privilegio di (ri)parlare di un album a mesi dalla sua pubblicazione (Dicembre 2015), dopo averne dato una più che ampia anticipazione. Bruce Springsteen all'apice della sua creatività e col miglior suono possibile. Da lui e dalla E Street Band il più cercato. Prendetevi del tempo. Qui si riflette con assoluta calma sul box, mentre osserviamo (un po' stancamente) le scalette del tour in corso e attendiamo le date europee.

 

 

THE TIES THAT BIND - Reloaded

 

Sono tra i sostenitori della vecchia scuola, quelle che recensiva gli album su più colonne senza la fretta che impera oggi nel mondo del web ma che è mutuata dal nuovo corso della carta stampata. Sono uno che è andato a comprare "Reach Up and Touch the Sky", il doppio live di Southside Johnny & the Asbury Jukes (1981), dopo aver letto una recensione di Ernesto De Pascale spalmata su due intere pagine del Mucchio Selvaggio

Da anni i mensili hanno ridotto la misura entro la quale un disco va sviscerato, spiegato, raccontato, attaccato o giustificato. Già dagli anni Ottanta, quelli in cui il sottoscritto ha iniziato a collaborare con le principali testate musicali del nostro paese, arrivavano audiocassette che riportavano a stento il nome dell'artista e il titolo dell'album, entrambi battuti a macchina su un'etichetta bianca e adesiva che rimaneva spesso l'unica fonte di informazione. Erano le advance copy, su nastro.

 

12Raramente, molto raramente arrivava il vinile con una copertina provvisoria. Il tutto era talvolta accompagnato da un foglio dattiloscritto che riportava la biografia dell'artista e poche note sull'album. Quasi mai apparivano i credit nella loro completezza. Si andava in alcuni casi a tentoni se non si conosceva l'artista, si supponeva qualcosa se ne si padroneggiava la storia e la discografia. Certezze mai. Incidenti sempre dietro l'angolo: c'è ci ha costruito una carriera in negativo sulle fesserie scritte ascoltando quei misteriosi "pre-release tape", alcuno dei quali è finito col diventare oggetto da collezione perché approntato dalle major del disco quando ancora il master non era definitivo, così da presentare un ordine di canzoni poi corretto oppure, addirittura, una traccia poi scomparsa dall'edizione dell'album finita nei negozi, vestita di copertina e adesivo a strillare il primo singolo che le radio avrebbero suonato. Preistoria, più o meno.

 

C'era però tutto il tempo per approfondire, per ascoltare e riascoltare, perché poteva accadere che questi nastri arrivassero con uno o due mesi abbondanti di anticipo nelle assetsmani del recensore designato dalla testata ad occuparsi del disco. Se ai lettori arrivavano talvolta titoli o musicisti mal riportati, è vero anche che le analisi erano profonde, frutto di un'attenzione che si è un po' perduta e alloggiate in spazi che sono oggi impensabili sulla carta dove regnano segnalazioni un po' frettolose vergate in modo da essere più piacevole intrattenimento che reale descrizione dell'opera. Quella - la descrizione - a cosa serve ormai se il disco nella gran parte dei casi è già stato ascoltato su Spotify o se lo si è scaricato illegalmente giorni prima di entrare in possesso del magazine di turno?

Diverso il discorso dei siti web, dove si lavora più in velocità e si è in grado di pubblicare qualcosa ore dopo aver fatto un primo ascolto, ma gli spazi, affinché tutto sia fruibile come DROCV1_E_frtun pacchetto di caramelle (una recensione tira l'altra), non possono essere monstre perché il lettore si annoia e con un clic, che è il telecomando del suo pensiero, ti abbandona. Qualche blog o sito abbina le due qualità del caso - velocità di esecuzione e ampi spazi - ma fatti salvi i casi di una gestione condotta da professionisti del settore che cercano autonomia, ci si imbatte - pur con delle nobili eccezioni - in pagine assimilabili alle fanzine di un tempo dove l'entusiasmo (che non fa mai male) ha la meglio sulla qualità degli scritti e sull'esperienza di chi li espone. Detto questo, va riconosciuto che il panorama in cui circolano le informazioni sulla musica è forse più stimolante oggi di ieri, anche se è un dato di fatto che il mercato, dei dischi quanto dei giornali che di quei dischi parlano, si è rattrappito fino a fare tristezza.

 

The Ties That Bind: The River Collection -  Il Box 

 

bruce2Il nuovo mondo. Quando nell'ottobre scorso mi venne offerta la possibilità di ascoltare in anteprima il cofanetto "The Ties That Bind: The River Collection" di Bruce Springsteen, ebbi modo di ricevere dalla Sony nel mio computer un link digitale che consentiva l'ascolto di ognuno dei 63 pezzi che lo componevano. Le canzoni non si potevano scrivere su un disco perché la meraviglia della musica mi arrivava ogni volta sotto forma di streaming da un sito americano e non vi era modo di crearsi un supporto da poter ascoltare al di fuori del mio computer. Fosse un cd o una pen drive (bene, credo di aver descritto un arco ampissimo parlando nello stesso articolo di audiocassettte e pennine dati, la carta d'identità è rivelata). Non vi era modo di fare riflessioni in auto per esempio, dove credo di avere ascoltato metà delle migliaia di dischi che ho recensito in trent'anni e più di questa attività. Fruire della musica nell'ambiente a noi ideale è importante quasi quanto la qualità della musica stessa.  L'orizzonte scelto diventa l'orizzonte di ciò che sia ascolta, la musica assume la forma dei nuovi spazi in cui vive (differenti da quelli in cui è stata creata), tutto invade la tua realtà ed è pronto all'analisi più completa e articolata. Se poi non basta interviene l'iPod a farti inseguire in ogni dove da quelle canzoni. Con il nuovo cofanetto di Springsteen non è andata così.

 

Devo ammettere che ero (non certo l'unico) bene a conoscenza del suo contenuto, in quanto si trattava di materiale ottenuto in svariati modi e in diverse forme nel corso dei decenni precedenti, ma non puoi mai giurare che un'outtake in tuo possesso, soprattutto bruce1se è vecchia di venti o trent'anni, sia quella che l'autore avrà deciso di farti ascoltare. Potrebbe esistere una take che ti è sfuggita, potrebbe l'artista aver deciso all'ultimo momento di tirar via una traccia di sassofono sostituendola con quella di un'armonica a bocca. Potrebbe altresì aver tirato fuori da un cassetto una canzone con lo stesso titolo ma con melodia e testo totalmente differenti da quella che hai posseduto tu per metà della tua vita. 

Dunque stai alle regole. Ascolti bene quello che ti passano, cerchi analogie e differenze, pietisci note tecniche che ti consentano di scovare dettagli che solo tu puoi evidenziare facendo il confronto con ciò che hai. Ma non inventi nulla perché inciampare su un disco dei Wang Chung in pieni anni Ottanta è un conto, scivolare sulla musica del tuo cuore e prendere fischi per fiaschi su una materia per la quale ci sono plotoni di giudici armati ad ogni angolo di ogni strada di ogni città del mondo occidentale è un altro. Con Springsteen e il suo tribunale viaggiante non si scherza.

 

Ho confezionato per il mensile Classic Rock la più generosa, ampia, circostanziata e prudente cronaca di qualche ascolto privilegiato, armandomi di tutto il mio bagaglio di esperienza e di notti passate ad ascoltare quella musica quando era ben lontana dall'essere pubblicata. Ho preso un treno per andarmi a vedere a Milano, sulle scrivanie che contano, il documentario in cui Bruce Springsteen spiega la genesi di quelle canzoni. Ho appuntato l'appuntabile, ho registrato con gli occhi espressioni e strizzate d'occhio utili a capire qualcosa in più di quelle versioni definitive, pronte ad essere 720x405-GettyImages-86051202consegnate al pubblico, di Party Lights o Night FireHo fatto tutto quel che era ragionevole ed opportuno fare per offrire un racconto credibile.

Ho finanche confrontato il mio pensiero con quello di Steve Van Zandt che quelle canzoni insieme a Springsteen le aveva suonate in studio e in molti casi eseguite dal vivo, nel farlo ho cercato di carpire il massimo possibile delle sue sensazioni nel vederne molte finalmente donate al pubblico dei grandi numeri, quello che a Natale va nei negozi di dischi ad acquistare i cofanetti retrospettivi. Una cosa non ho potuto fare, in quelle circostanze, ed è sempre bello farla: prendere del tempo, ascoltare i pareri del pubblico, sondare la critica mondiale per capire come l'opera viene accolta qui e lì negli altri mercati, capire che sviluppo ha quel prodotto dal vivo, che respiro viene offerto a quelle canzoni.

 

CD 1-2

 

Perché The Ties That bind -ed è qui che volevo arrivare- non è proprio un box set come tutti gli altri (almeno per il sottoscritto): è la somma di mille emozioni vissute stando dietro ai dischi precedenti e successivi a quello che questa scatola celebra ("The River"). E' l'ennesimo generoso sforzo che l'artista più prolifico degli ultimi cinquant'anni (insieme a Bob Dylan) fa per concedere al proprio pubblico anche ciò che c'é "dietro" i dischi Bruce-Springsteen-a-San-Siro-la-recensione-del-concerto-1000x600ufficiali. 

Era naturale che ciò accadesse dopo anni e anni di bootleg che hanno saccheggiato nei limiti del possibile il parcheggio delle canzoni inedite che si trova dietro casa Springsteen, in quel grande capannone immaginario pieno zeppo di macchine d'epoca, motociclette e nastri magnetici. Il sogno - perché se questo luogo esiste non è dato saperlo - è che in maniera del tutto spontanea Springsteen pubblichi nel tempo quel che può e vuole, e che sia l'unico  stabilire quando la saracinesca deve essere tirata su per consentire il passaggio del nuovo (o vecchio) materiale sdoganato.

C'è della speculazione economica, inutile negarlo. Springsteen ha firmato un favoloso rinnovo contrattuale ed ha l'obbligo di consegnare musica, di fare prodotto, di non sparire Bruce-Springsteen-a-Santiago-del-Cile-1000x600dal mercato per più di un anno per volta. Oggi più di ieri è vitale rimanere sull'onda alta della comunicazione (soprattutto virale), farsi vedere in giro, urlare la propria presenza, anche se questa viene associata a materiale non nuovo, ma da questo a fare di Springsteen un artista che mette davanti a tutto il profitto ne corre. Ricchissimo, venerato, in grado di vendere stadi ovunque all'età di sessantasette anni, con un catalogo che è un assegno in bianco, se non è convinto di ciò che va a pubblicare può tranquillamente tirare il freno a mano.

 

Se ha inteso raccogliere tutto ciò che si poteva raccogliere dei giorni belli di The River, suoni e immagini, in una scatola unica, è principalmente perché lui e la sua banda hanno sempre ritenuto quei mesi di produzione e registrazione un momento davvero speciale nella loro storia. The ties that bind è il tassello che conclude l'esplorazione senza limiti di tempo del Bruce mid-70's (e subito oltre), un tassello in versione expanded. "Born to run", "Darkness on the edge of town" e "The River", quattro vinili all'epoca, sono stati in dieci anni (esattamente dal 2005 al 2015) analizzati dettagliatamente e passati al setaccio, I-dieci-album-piu-venduti-della-settimana-1000x600raccontati, rivelati al meglio delle possibilità tecniche e di archivio.

Quei tre dischi usciti tra il 1975 e il 1980 sviluppano ora un totale di 8 cd e 8 dvd. Quello pubblicato nel novembre dello scorso anno è dei tre il cofanetto più generoso: rimasterizza i dischi del tempo, offre il singolo progettato e non pubblicato nel '79, regala un fiume di outtakes e tre DVD. Da farci i tuffi, asciugarsi e immergersi ancora. Un suono epico mai più ritrovato offerto da una E Street Band al suo zenit. 

Questo è. Tutto il resto è speculazione, voglia di calpestare la dignità di un artista, l'ambizione fastidiosa di mettere il naso in un universo di cui si sa poco, o ci si forza a non conoscere a fondo,  per il solo piacere di avere un'opinione contraria. Bande di haters sparsi per il web non hanno fatto che mettere in discussione quest'antologia corposa che accende la luce su uno dei migliori album doppi (in studio) della storia del rock, quasi che esaltarne le virtù fosse reato.

 

CD 3 - The River: single album 

 

Springsteen-The-river-1024x1024C'è chi è arrivato a sostenere che "The River: single album" (disco 3), il disco comprendente 10 tracce (tra cose già sentite, versioni alternative e un paio di inediti) inserito nel box a testimonianza del formato mai dato alle stampe di The River (che ricordiamolo, era un vinile doppio con venti canzoni) fosse più efficace e opportuno del double album che tutti conoscono. Non c'è nulla di più falso e ardito in questa affermazione, perché la narrazione e il respiro che vivono in quelle canzoni pubblicate, tutte insieme, nell'ottobre del 1980 è quanto di più magico ed equilibrato si sia ascoltato su disco nei migliori anni del rock classico, ovvero tra i Sessanta e tutti gli Ottanta. Insieme compongono un racconto generoso e articolato, un up and down emotivo che trova eguali soltanto in "Blonde on blonde" di Dylan e "Exile on Main Street" degli Stones quando si tratta di composizioni inedite raccolte in un formato così largo. Anzi, di quei due capolavori degli anni Sessanta e Settanta The River sembra la sintesi più mirabile.

 

 CD 4: Le outtakes  -  DVD 1-2-3

 

Parliamo delle outtakes (disco 4). Molte erano uscite su "Tracks" del 1998, altrettante erano inedite per il grandissimo pubblico (alcune poi si sono presentate per la prima volta, come vedremo, anche alle orecchie dei collezionisti più incalliti). Averle tutte insieme Bruce-Springsteen-Tracksgarantisce una visione d'insieme importante. Fosse accaduto il contrario, avesse Springsteen deciso di lasciare le varie Restless Nights, Where the bands are e I wanna be with you dov'erano, nel cofanetto retrospettivo pubblicato più di quindici anni fa, parleremmo ora di un'opera monca. Raggruppate qui, le tante outtakes, le versioni alternative e le titolari del posto quando The River uscì (le venti tracce da The ties that bind a Wreck on the highway) garantiscono un punto di vista completo su un disco importante, un album che fece sobbalzare John Lennon quando venne annunciato dal singolo Hungry Heart

 

Le 63 canzoni, senza dimenticare il documentario (DVD 1) montato da Thom Zimmy e lo spettacolare (anche se parziale) reperto live tratto dal concerto di Tempe, AZ del 5 novembre 1980 (DVD 2 e 3), sono l'istantanea più efficace per tornare ad apprezzare la downloadmigliore formazione della E Street Band nel tempo, quelle con Clarence Clemons e Danny Federici che non ci sono più, e con Steve Van Zandt unica chitarra oltre quella di Springsteen. Senza nulla togliere a Nils Lofgren (scelta migliore Springsteen non avrebbe potuto fare nel 1984 per sostituire il "fratello" Little Steven che andava via a percorrere la strada solista, tra rievocazioni del rhythm'n'blues che aveva incantato sia lui che Bruce negli anni Sessanta e slanci politici), è la e Street Band a sette elementi (nel tour di "Born in the USA" si arrivava a otto contando anche Patti Scialfa) la più quotata dai fan storici.

 

Bruce Springsteen And The E Street Band: "The River 2016 Tour"

 

Bruce-Springsteen-River-Tour-258x300Non è un caso che dopo il breve silenzio che ha fatto seguito alla pubblicazione del cofanetto, come una deflagrazione improvvisa sia giunto da parte dell'ufficio stampa di Springsteen e della Sony l'annuncio che proprio una versione "asciutta" della E Street Band avrebbe portato in giro per l'America (poi anche in Europa, si è saputo) proprio le venti canzoni di The River. Quel tour, attualmente in corso e contante 63 tra arene e stadi nordamericani ed europei, è stato accolto con un entusiasmo senza precedenti dal popolo springsteeniano e forse da più di qualche amante "neutro" del rock più classico se è vero che i potenziali 180.000 biglietti a disposizione per le tre date fissate dalla Barley Arts (due a Milano, 3 e 5 luglio, una a Roma, 16 luglio, a un passo dalla chiusura del tour, fissata in Scandinavia) costituiscono un numero ben superiore alla domanda soddisfatta nel corso degli ultimi due tour che hanno toccato la penisola. Pur volendo considerare che i fan base di Springsteen amano vedere più date nel proprio paese (e non solo), è ritenibile che sia incredibilmente cresciuto in quantità il pubblico di questo straordinario artista. 

 

Article Lead - wide1004214561glwaf1image.related.articleLeadwide.729x410.glvswx.png1451624044398.jpg-620x349Lo si può spiegare immaginando un interesse aggiunto da parte di un pubblico aggiunto, sensibile al richiamo di un tour che esalta un album ormai classico presente nelle guide più attendibili e in quelle pubblicazioni sempre più frequenti che i '100 migliori album del rock' o i '500 dischi da avere'. Prendere tra le mani il volume "I 500 migliori album di tutti i tempi", frutto di un poll impressionante coordinato dalla rivista Rolling Stone (250 i votanti, da Clive Davis a Dr John, da Pete Seeger a The Edge, per farsi un'idea dell'autorevolezza in comune e della differenza di vedute) significa trovarvi all'interno otto album di Springsteen, i primi otto della sua carriera, e vedere scritto, a proposito di The River, che "bilancia storie di cuori infranti con le accelerazioni della E Street Band usando r&b da pub, rockabilly e la loro caratteristica epica rock".

 

snl1E' quell'epica, sono quelle accelerazioni miste al calore del soul (Drive all night) e alla freschezza del rock'n'roll dei primordi (You can look, Cadillac Ranch) che hanno colto nel segno e che, tutte racchiuse in un cofanetto nero e blu, garantiscono un tuffo in quell'urticante musica di fine Settanta che dalla costa est americana si è propagata nel mondo e che pur senza aggiungere molto rispetto ai giorni in cui è nata (non è a queste latitudini che viene richiesta l'innovazione a tutti i costi) continua a generare un entusiasmo e un seguito popolare che suscitano invidia. Tra i sostenitori c'è chi esalta un disco che almeno Bruce-Springsteen-The-E-Street-Band-Ticketsdue generazioni di nuovi springsteeniani sognavano di ascoltare dal vivo come i loro fratelli maggiori e i loro padri avevano fatto all'alba degli anni Ottanta. I detrattori mettono sul bilancino vecchie e nuove outtakes per misurarne l'efficacia e fare confronti improponibili che riducono la musica a un banco di farmacia.  Invece il rock'n'roll è un farmaco che sfugge alle regole, che mescola spesso male i propri componenti e che vive di sensazioni e imprevedibilità. Springsteen raddoppia San Siro dopo 31 anni dalla sua prima visita in Italia e lo fa con le canzoni di The River. Ci avreste mai creduto se ve lo avessero detto allora? 

 

Ermanno Labianca

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