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29 Aprile 2013

Ristampe: The Blue Aeroplanes “Beatsongs” (2 CD)

Uscita: 2 Aprile 2013 - Cherry Red

BLUE AEROPLANES BeatsongsLe major del disco hanno reagito alla crisi che le ha colpite incrementando la ripubblicazione dei loro immensi cataloghi. In questo modo spendono relativamente poco e sfruttano la passione di chi non ha mai smesso di acquistare LP e CD. Uno dei casi più clamorosi di questo fenomeno riguarda il primo album dei Velvet Underground, ora disponibile in una versione megagalattica, ma non è certo l’unico. Così quasi tutto il materiale d’archivio che una volta le major lasciavano in licenza alle etichette più piccole (come la Ace, la See For Miles o la Edsel) è tornato ad essere patrimonio quasi esclusivo della Sony, della Universal o della Warner. La ristampa di cui ci stiamo occupando è comunque uno dei tanti segnali del ritorno delle “indie” nel gioco delle “special edition”.

 

Tutto questo per dire, in estrema sintesi, che le riedizioni, più o meno “deluxe” o “special”, costituiscono in questo travagliato periodo e a vari livelli un settore essenziale per la sopravvivenza dell’industria discografica (major o “indie” che sia). “Beatsongs”, uscito nel 1991 per la Ensign, un marchio della Chrysalis, avrebbe dovuto consolidare il successo di “Swagger”, il primo album dei Blue Aeroplanes a entrare nei Top 40 inglesi dopo la lunga militanza di questa “band aperta” (una sorta di collettivo modello Factory), nell’underground inglese. La Ensign decise di mandarli a registrare il nuovo disco in California, nei famosi studi Ocean Way, con la produzione del tecnico del suono LarryBlue-Aeroplanes- Hirsch. Le premesse per un’affermazione commerciale c’erano tutte, compresa l’amicizia con i R.E.M., nata in Inghilterra e cresciuta proprio durante le session di Beatsongs: Michael Stipe stava lavorando al video di Losing My Religion negli Ocean Way Studios e andava volentieri a trovare Gerard Langley (vedi foto nel libretto degli Aeroplanes).

 

E se Losing My Religion conquistò ai R.E.M. la consacrazione tra i grandi del rock, lo stesso non riuscì a fare Yr Own World, che peraltro è un singolo dall’andamento ancora oggi travolgente. Gli Aeroplanes sembravano a questo punto destinati a rimanere una band di culto e la causa di questo relativo fallimento è, come spesso succede in simili circostanze, abbastanza difficile da individuare. È probabile che a non incontrare i gusti del grande pubblico fosse il canto/non canto di Gerard Langley, che d’altra parte è il segno forte dello stile degli Aeroplanes. Beatsongs vola – è il caso di dirlo – sulle ali della poesia e dell’interazione incessante e ipnotica delle chitarre acustiche ed elettriche. Quando arrivarono in Italia come supporto di Siouxsie & The Banshees – a Roma suonarono il 12 ottobre del ’91 al Tendastrisce - i Blue Aeroplanes avevano in formazione ben quattro chitarristi, guidati dal grande Angelo Bruschini.

 

 La decisione di lasciare a Rodney Allen il compito di cantare Fun e Streamers, che anziché costituire un piacevole “diversivo folk pop” si rivelarono alla fine un passo falso, non diede i risultati The-Blue-Aeroplanessperati. Perché i Blue Aeroplanes sono Gerard Langley e non esisterebbero senza di lui. Le traiettorie brucianti delle Fender e delle Rickenbacker partono dai suoi versi e dalla sua voce, dal suo inconfondibile modo di pronunciare le parole. Usiamo il presente perché Langley continua a scrivere e a pubblicare dischi con il nome e il marchio dei suoi Aeroplanes. Questa bella ristampa potrebbe essere per voi l’inizio di un grande amore. Tenetene conto.

 

Giancarlo Susanna

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