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23 Marzo 2014

The Residents Meet The Residents / Third Reich ‘N Roll

1974 - 1976 - Ralph Records

residentsmeetcdMeet The Residents (1974, Ralph Records)

 

Gli ultimi freak della scena hippie di San Francisco. I primi innovatori della new wave californiana. Sovvertitori, scandalosi, folli, anarcoidi, sabotatori, sobillatori. Scelgono di non avere un’immagine pubblica e invece sono l’immagine più eversiva e rappresentativa del nuovo che avanza. L’arte della parodia e del bricolage estetico/culturale, il cubismo, il dadaismo, il citazionismo, le improbabili teorie neuro-termiche, l’astrattismo e l’ingegno caricaturale sono tante facce di questo parallelepipedo che risponde al nome The Residents e che ha in Salvador Dalì, Captain Beefheart, Frank Zappa, Filippo Tommaso Marinetti e Brion Gysin i propri padri putativi.  Dopo essere stati banditi dal circuito discografico ufficiale  Homer Flynn e Hardy Fox tirano su la Ralph Records con l’ intento di pubblicare le loro registrazioni (e riservandosi così anche la libertà di non dover spurgare il proprio suono primitivo, cosa che diventerà un altro tratto peculiare del loro stile, NdLYS) e di tirare fuori ogni schifezza pseudo-musicale venisse fuori dalla loro città. Sarà proprio alla Ralph che approderanno criminali come Chrome, MX-80 Sound e Tuxedomoon.  

 

Il primo album è avvolto in una dissacrante copertina che stravolge il quasi-eponimo album dei Beatles, simbolo massimo del consumismo musicale che i Residents si apprestano a combattere. Dentro, però, non c’ è nessuna canzone dei Beatles. Anzi non c’ è nessunaresidentsmeet canzone. Punto. “Meet The Residents” è una accozzaglia spregevole di musiche meccaniche, arie classiche, voci paradossali, bizzarrie etniche e percussioni montate in sequenza. Tutto viene piegato alle esigenze concettuali ed espressive dei Residents distruggendo di fatto ogni precedente schema dentro cui è costretta la musica contemporanea. Dentro il tritacarne della band di San Francisco tutto viene macinato, fatto a pezzi e triturato con spietato disprezzo per creare un mostro sonoro reso ancora più turpe dall’approssimazione con cui viene assemblato. I Residents non si sforzano di creare un genere musicale. Si limitano a demolire ogni altro genere sia passato prima di loro, da qualunque longitudine esso sia arrivato. Compreso il rock ‘n roll.

 

 

Third Reich ‘N  Roll (1976, Ralph Records)

 

residents1Sebbene per tutti gli anni Novanta, dopo le esplosioni delle nuove musiche elettroniche (jungle, drum ‘n bass, trip-hop, glitch-pop, ecc.), sulle riviste di musica sia apparso più e più volte il necrologio che dava per morto il rock ‘n roll, l’anno del decesso della più importante musica giovanile del XX Secolo è infatti il 1976. Nel Febbraio di quell’anno i Residents fanno a pezzi il corpo del rock ‘n roll con la stessa follia abominevole e immorale delle squadriglie del Reich nazista nel campo di sterminio di Mauthausen. Sulla copertina, vestito con una divisa da SS, campeggia Dick Clark, altro “prodotto” mass-mediatico di consumo. Dentro sfilano, sfigurati, i resti della stagione d’ oro del rock ‘n roll: Let’ s twist again, The letter, Hanky Panky, Psychotic Reaction, Monster Mash, I Want Candy, Papa ‘s got a brand new bag, Wipe Out, 96 Tears, Gloria, Hey Jude, Rock around the clock, Yummi Yummi Yummi, Light my fire. Le virtuose protagoniste del luminoso mondo del rock ridotte a un ammasso di ossa, come vittime dell’olocausto che si avviano verso le camere sature di Zyklon B di questa Auschwitz dell’ era del pop. Qui si consuma il primo sterminio del rockresidents ‘n roll, prima che l’ Armata Rossa del punk arrivi a liberare i superstiti costringendo i Residents alla fuga e a dirottare i loro interessi morbosi verso altre vittime. Nessuno riuscirà a sfilare dalle loro teste quegli incredibili, abnormi bulbi oculari. Nessuno saprà mai se dentro quelle gigantesche pupille si nascondessero davvero delle SS o piuttosto delle Sturmtruppen.  

Franco Lys Dimauro

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